Union Saint-Gilloise, il 'Chievo del Belgio' vince all'esordio in Europa
Esordio da urlo nelle coppe europee per il piccolo Union Saint-Gilloise, il "Chievo del Belgio" che nella scorsa stagione aveva conquistato tutti sfiorando la vittoria del titolo nazionale. Squadra storica di un piccolo quartiere-comune di Bruxelles, ha uno stadio costruito in un bosco, il cantante dei Righeira (sì, proprio quelli di “Vamos a la playa”) come tifoso-vip e sceglie i giocatori usando software di intelligenza artificiale e big data. Ecco la sua incredibile storia
Ricordate l'Union Saint-Gilloise? Solo pochi mesi fa, a maggio, la piccola squadra di un quartiere di Bruxelles stupiva l'Europa chiudendo il campionato in testa alla classifica davanti a big come Bruges e Anderlecht. Il sistema dei playoff previsto in Belgio rivoluzionò poi la classifica (vincerà il titolo il Bruges di De Ketelaere), ma non ha impedito al "Chievo belga" di approdare in Europa, qualificandosi per l'Europa League. E l'esordio è stato - anche questo - da favola...
- Inserito nel gruppo D di Europa League, l'Union Saint-Gilloise ha vinto il primo match del girone contro l'Union Berlino, in trasferta in uno stadio quasi interamente biancorosso, grazie all'1-0 firmato Lynen
- Un esordio assoluto in Europa, almeno per quel che riguarda le attuali competizioni Uefa. L'Union è infatti un club storico e dal passato glorioso: parliamo però dei primi del Novecento (quando collezionò ben 11 titoli nazionali ma non esisteva ancora la Coppa dei Campioni), mentre la sue uniche apparizioni in Europa furono nella vecchia Coppa delle Fiere
QUEL DOPPIO CONFRONTO CON LA ROMA
- Sono gli Anni Sessanta quando l'Union raggiunge la semifinale di Coppa delle Fiere (edizione 1959-60) eliminando ai quarti la Roma; i giallorossi si vendicheranno nell'edizione successiva, agli ottavi, poi nel 1965 l'ultima apparizione in Europa (eliminato ai trentaduesimi di Coppa delle Fiere) prima di un declino che farà sprofondare il club nelle serie minori per decenni. Fino al ritorno nella massima serie nel 2020/21, appena due stagioni fa
COME SI COSTRUISCE UNA FAVOLA
- Da quel momento ha inizio la favola moderna dell'Union, impreziosita da ingredienti come lo stadio costruito nel bosco, i tifosi follemente geniali e il metodo "Moneyball" usato per selezionare e ingaggiare i giocatori
LA SQUADRA DI UN QUARTIERE
- Union Saint-Gilloise, ma per i suoi tifosi è semplicemente l’Union, o al massimo l’Usg, e come dicevamo è la squadra di un sobborgo di Bruxelles. Capace, al termine della passata regular season, di chiudere davanti alle solite “grandi” (Anderlecht, Bruges, Anversa…). E di battere, al suo esordio in Europa League, la quinta classificata della passata Bundelsiga tedesca
UN CLUB STORICO
- Fondato nel 1897, l'Union è un club storico che vanta anche 11 titoli in bacheca. Tutti, però, risalgono a un’altra era calcistica: l’ultimo è datato 1935, poi nel 1973 la retrocessione con la squadra che si è persa per 45 anni nelle serie minori, vivendo anche momenti di vera crisi a livello societario
LO STADIO NEL BOSCO
- In tutti questi anni, l’Union ha sempre mantenuto il suo storico stadio costruito all’interno di un parco, con le tribune create sulla collina del Parc Duden, nel comune di Forest. A dir poco caratteristico e suggestivo
LA RINASCITA
- Decenni passati nelle serie minori fino a quando, nel 2018, il club non viene rilevato da Tony Bloom, già proprietario del Brighton, alla ricerca di una nuova realtà in cui investire. E affascinato da quella così genuina dell’Union. Nel giro di due stagioni, soprattutto grazie alla forza delle idee, la nuova dirigenza riporta l’Union in prima divisione: Jupiler League, la “Serie A” belga
IL METODO “MONEYBALL”
- Il metodo con cui l’Usg è stato ricostruito ricalca quello di “Moneyball”, il film con Brad Pitt che racconta la storia della squadra di baseball di Oakland che arriva a trionfare selezionando i giocatori attraverso criteri “scientifici”. Dagli Expected goals alla percentuale di passaggi completati, migliaia di dati e statistiche analizzati per scegliere i calciatori più adatti. Mesi di valutazioni basate anche su colloqui con familiari, ex allenatori e persino il monitoraggio dei profili social alla ricerca del profilo perfetto
UNA ROSA DA 37 MILIONI
- Ne è venuto fuori un gruppo eterogeneo composto da giocatori di 14 nazionalità diverse (l'anno scorso c'era anche un italiano, Lorenzo Paolucci, passato in estate all'Ancona). Oggi la rosa comprende un portiere del Lussemburgo, un centrale giapponese, un altro marocchino; qualche spagnolo, un centrocampista orginario del Madagascar, una punta nigeriana e una svedese; il capitano, Teddy Teuma, è di Malta. Valore della rosa? Poco più di 37 milioni di euro
L’IMPRESA FIRMATA DAL FIGLIO DI UN MINATORE ITALIANO
- L'impresa di riportare la squadra in Jupiler League dopo 47 anni (e qualificarla per l'Europa) è stata firmata da un allenatore di origini italiane, Felice Mazzù, belga nato da un minatore italiano emigrato a Charleroi. Risultati che gli sono valsi la chiamata dall'Anderlecht, mentre sulla panchina dell'Union adesso siede Karel Geraerts (nella foto)
TIFO GENUINO
- Anche il clima allo stadio dell’Union è realmente diverso, e non ci riferiamo solo alla cornice del bosco all’interno del quale è costruito. Oltre alla flora, anche la fauna locale è speciale: i tifosi seguono le partite in modo appassionato e genuino, cantando ininterrottamente ed esclusivamente a sostegno della propria squadra.
IL RITO DEL RINGRAZIAMENTO
- Mai un accenno di insulti o di cori razzisti, di violenza neanche a parlarne. Si segue l’Union per il gusto di tifare insieme, di bere una birra in compagnia, di fare festa… anche in caso di sconfitta. Con la squadra che, a fine partita, va sempre a ringraziare, come ha fatto anche dopo la vittoria in Europa League
VAMOS ALLO STADIO
- E tra di loro trova posto anche un tifoso decisamente particolare. I più “anziani” (o nostalgici) ricorderanno i Righeira, il duo musicale italiano composto da Stefano Righi e Stefano Rota che negli Anni Ottanta spopolava con i tormentoni “Vamos a la playa” e “No tengo dinero”, fino a “L’estate sta finendo”.
Righi, noto con lo pseudonimo di Johnson Righeira, ha scoperto casualmente l’Union nel 2012, durante un viaggio a Bruxelles, appassionandosi alla realtà della squadra. Tanto che - così ha confessato - ancora oggi parte spesso da Torino per seguirne le partite. Da quest'anno, anche in Europa...