Lippi, un ct tutto casa e panchina
CalcioStefania, figlia del commissario tecnico azzurro, racconta il rapporto con il papà Marcello: "Spesso lui non c'era, ma è stato bravissimo a gestire il rapporto con me e mio fratello. Siamo sempre rimasti uniti nei momenti difficili"
Casa Lippi - "Spesso lui non c'era, ma è stato bravissimo a gestire il rapporto con me e mio fratello Davide, con il supporto di mia madre Simonetta". Lo racconta a Gente, Stefania Lippi, figlia di Marcello, ct della Nazionale di calcio. "Nei momenti in cui era presente l'abbiamo sentito tanto vicino a noi: era molto attento e aveva l'ultima parola nelle decisioni familiari. Da adolescenti, poi, le uscite domenicali con gli amici dipendevano un po' anche dal risultato: se papà tornava a casa con una vittoria, diventava molto più permissivo con noi". Ma a Stefania piace il calcio? "Per forza! Ho visto tante di quelle partite che ormai mi sono appassionata davvero. Il momento di maggior gioia legato alla carriera di papà? La vittoria ai Mondiali del 2006 in Germania. Dopo la finale guardavo la Tv e dicevo: 'Non ci posso credere, ce l'ha fatta davvero'.
Le difficoltà - I momenti pià brutti, invece, sono stati i tre esoneri: a Siena, a Cesena e con l'Inter". Sulla questione calciopoli e dello scandalo doping alla Juventus dice: "Abbiamo vissuto quel periodo con serenità. Siamo rimasti uniti, sapendo il grande lavoro fatto da papà in tutti questi anni e la fatica che gli è costata. Se lo abbiamo convinto noi a tornare in Nazionale? Su queste cose - conclude - lui fa di testa sua e poi ci comunica la decisione".