"E' stato un attacco allo Stato". Ferito Stojkovic

Calcio
I giocatori serbi hanno provato a calmare inutilmente i propri ultras
I giocatori serbi vanno sotto gli spalti dove ci sono i tifosi della squadra prima delle Qualificazioni campionato europeo 2012. Italia-Serbia. disordini tifosi serbi.
-ANSA/LUCA ZENNARO -

Durissimo il presidente della Federcalcio serba. Inutile la corsa di Stankovic e compagni sotto la curva: "Non abbiamo applaudito, abbiamo provato a calmare i tifosi". Il portiere titolare, colpito da un fumogeno, ha chiesto di non giocare. VIDEO E FOTO

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"Non abbiamo applaudito, abbiamo provato a calmare i nostri tifosi". Così il capitano della Serbia Dejan Stankovic sul prato di Marassi, dopo che con i compagni è andato sotto il settore degli ultrà che con le loro intemperanze hanno costretto a rinviare l'inizio del match con l'Italia.

Il caso Stojkovic
- Non c'era il portiere titolare Vladimir Stojkovic, nella formazione della Serbia che avrebbe dovuto affrontare l'Italia questa sera a Genova per le qualificazioni a Euro 2012: è stato lo stesso giocatore, a chiedere di non scendere in campo. Secondo quanto precisano fonti della Questura, c'è stato un tentativo di aggressione nei suoi confronti da parte della tifoseria serba che però non è andato a buon fine.

Il numero 1 della Nazionale serba sta bene. Vladimir Stojkovic è stato portato all'Ospedale San Martino di Genova per accertamenti dopo che un fumogeno dei tifosi slavi ha colpito il pullman della squadra nei pressi dell'albergo. L'aggressione era avvenuta prima della partita quando una settantina di tifosi era andata a contestare la Nazionale serba nei pressi dell'hotel Savoia nella zona di Principe dove alloggiava il team allenato da Petrovic. I tifosi serbi avevano lanciato oggetti ed un fumogeno era finito all'interno del pullman dei giocatori senza però raggiungere alcun giocatore. Stojkovic, 27 anni, che gioca in patria nel Partizan Belgrado ma aveva iniziato la carriera nei grandi rivali della Stella Rossa, può vantare una grandissima esperienza internazionale (ha giocato in Olanda, Portogallo, Francia, Spagna e Inghilterra). L'estremo difensore serbo è ritenuto uno dei grandi colpevoli della clamorosa sconfitta interna con l’Estonia (1-3) dello scorso venerdì. Potrebbe essere proprio questa, dunque, la ragione che ha scatenato l'ira funesta degli ultras slavi.

Attacco allo Stato
- "E' uno scandalo, quelli che hanno organizzato questi incidenti sono a Belgrado": così il presidente della Federcalcio serba, Tomislav Karadzic, ha commentato quanto avvenuto stasera a Genova in occasione di Italia-Serbia. "E' un attacco allo Stato e lo Stato deve risolvere questo problema", ha aggiunto Karadzic, citato dai media serbi  Dal canto suo un ex nazionale, Savo Milosevic, ha definito quello di oggi "uno dei giorni più neri della storia del calcio serbo". "Penso che tutto questo non possa essere stato provocato solo dall'animosità contro il portiere (Vladimir Stoikovic, contestato e minacciato dai tifosi, ndr). Le cose sono molto più serie e pericolose", ha dichiarato. "Negli ultimi 20 anni lo Stato non ha fatto nulla per stroncare questa violenza. Pagheremo un prezzo molto alto per la mancanza di volontà di risolvere alla radice il problema", ha concluso Milosevic.

Le possibili sanzioni - Dallo 0-3 a tavolino al bando dall'Europa, a cominciare dall'Europeo 2012: è questo l'arco delle possibili sanzioni che rischia la Serbia. Dopo che l'arbitro Thomson ha deciso l'annullamento della partita, perché non "sussistevano i parametri di sicurezza per i giocatori in campo", è cominciata la riunione tra i dirigenti delle due federazioni e il delegato Uefa, il georgiano, il georgiano David Petriashvili. Sarà lui a dover stilare il rapporto che andrà alla commissione Disciplinare dell'Uefa, che di solito si riunisce entro 10-15 giorni, ma nel caso non dovrebbe accelerare i tempi della decisione. La Uefa valuterà infatti anche i precedenti di violenza degli ultras serbi, tra i quali l'uccisione di un tifoso del Toulouse a Belgrado, nel 2008. Silenzio da parte dei dirigenti della federcalcio serba, ma dallo spogliatoio del Marassi trapela la consapevolezza che in realtà il rischio è molto più alto di una sconfitta a tavolino che al momento pare scontata. Altra possibile misura e' l'imposizione di partite interne a porte chiuse.