Capello: "In Inghilterra ci sono leggi che funzionano"

Calcio
Fabio Capello, arrivato alla presentazione di un libro in centro a Milano, ha rifiutato il parcheggio riservato e ha posteggiato in uno a pagamento: "Lo faccio sempre per rispetto delle regole"
capello_inghilterra_548x345

Il ct dell'Inghilterra, a Milano per la presentazione di un libro, ha commentato gli scontri di Genova: "Triste che siano successi in Italia. Servono stadi di proprietà. Ct dell'Inghilterra mio ultimo incarico, ormai sono vecchio"

L'album: Serbia, follia hooligans a Genova

Commenta nel forum delle Nazionali

Chi è Ivan "la Bestia" Bogdanov, il capo ultras

"Quando succedono queste cose in ogni parte del mondo sono molto brutte. Che poi succedano in Italia mi fa tristezza, proprio perché quando qualche volta si è parlato, i commenti non sono stati positivi". Questo il commento del ct dell'Inghilterra, Fabio Capello, a proposito dei disordini durante Italia-Serbia di martedì scorso. "Non posso tornare a parlare di quelle cose", ha esordito arrivando alla presentazione di un libro a Milano Capello, che esattamente un anno fa aveva denunciato come il calcio italiano fosse in mano agli ultras. Poi però l'ex allenatore di Juventus, Milan e Roma ha concesso un commento: "Le immagini parlano da sole, quelle sono le immagini tristi dello sport ed è grave che succedano ancora fatti del genere".

Secondo il presidente della Fifa, Blatter, incidenti come quelli di Genova non sarebbero mai capitati in Inghilterra. "Lì hanno dimostrato di saperci fare - ha convenuto Capello -, di saper combattere la violenza con gli steward che hanno potere, con la polizia che ha potere e viene rispettata, con leggi che funzionano. È molto semplice: ci sono le leggi e basta attuarle. Bisogna fare quello che tutti i tifosi si aspettano venga fatto".

Inoltre Capello ha osservato che "finché gli stadi non saranno di proprietà delle società, tutto sarà molto più difficile". Arrivando nella libreria dove veniva presentato il libro, il ct inglese anziché parcheggiare la sua auto nel garage messo a disposizione dagli organizzatori, si è fermato in tabaccheria per acquistare un gratta e sosta e ha parcheggiato nei posteggi a pagamento. "Lo faccio sempre per rispetto delle leggi e delle regole, non per spirito civico: c'è una grande differenza - ha risposto Capello a chi gli chiedeva come mai non avesse approfittato del garage - se hanno inventato le regole, un motivo c'è".

Ct ultimo lavoro -  "Purtroppo sono vecchio, non ho più tempo. Questa sarà la mia ultima esperienza in panchina. Però mi fa tristezza vedere gli stadi vuoti e in mano agli ultras, oltre alla continua lotta con gli arbitri - ha aggiunto Capello. Se non miglioriamo non riusciremo a venirne fuori". L'ex allenatore di Juve, Milan e Roma si è ormai abituato all'Inghilterra. "Lì i tifosi ti possono insultare con i cori - ha spiegato Capello -, ma c'è rispetto. Chi lancia oggetti in campo viene portato via dagli steward, in tv si usa poco la moviola e i giocatori devono rispettare gli arbitri: quando un anno e mezzo fa qualche calciatore ha contestato il direttore di gara è stato chiarito che chi si fosse avvicinato all'arbitro sarebbe stato espulso e squalificato". Capello è convinto che "eliminare le barriere tra campo e spalti sarebbe un'altra innovazione positiva".

Capitolo gay - "Non so perché ci sia grande scandalo quando si parla di giocatori gay. Forse in generale si pensa che il mondo dello sport sia più portato a una certa mascolinità. I gay sono persone normalissime - ha osservato Capello a margine della presentazione del libro 'Passo doppio. Ricordi di vita, di calcio e di tivu", del giornalista Luigi Roberto Colombo -, qualcuno è anche molto intelligente e potrebbe dare dimostrazioni di grande capacità intellettuale e organizzativa nel mondo del lavoro. Non vedo perché ci si debba scandalizzare o essere contrari alle persone gay".

Italia-Serbia: gli scontri dai filmati su You Tube