Sempre (e solo) lui. Se Eto'o nasconde le spine dell'Inter
CalcioDue gol nelle ultime 4 partite di campionato, 10 nelle prime 3 di Champions League. C'è qualcosa che non quadra nel ruolino dei nerazzurri, alla costante ricerca di un'identità. Trovato Coutinho, ora Benitez spera almeno in Milito. GUARDA L'ALBUM
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di Massimiliano Nebuloni
Due gol nelle ultime 4 partite di campionato, 10 nelle prime 3 di Champions League. C'è qualcosa che non quadra nel ruolino dei nerazzurri, alla costante ricerca di un'identità e di un gioco post triplete. La spiegazione risiede nel fatto che le difese italiane sono, evidentemente, ancora tra le più forti, come dimostra l'organizzazione difensiva della Sampdoria rispetto, per esempio, a Werder Brema e Tottenham. E che segnare in Italia, è molto più difficile che in Europa.
Nonostante una supremazia territoriale schiacciante e un goleador come Eto'o, i cui numeri fanno sempre più impressione: 7 gol su 10 in campionato, 15 su 23 includendo le coppe, che significa 65 per cento del totale delle reti nerazzurre. Nessuno, nemmeno Messi, incide come Eto'o nei risultati della sua squadra.
Il problema è proprio questo: Eto'o con i suoi gol ha, fin qui, mascherato i problemi dell'Inter legati a una condizione approssimativa di troppi giocatori: Maicon e Sneijder su tutti, due che l'anno scorso facevano abitualmente la differenza e che adesso stanno ancora scontando le fatiche del Mondiale.
Un anno fa riuscivano, con la potenza o la brillantezza, a sorprendere anche chi veniva a San Siro e si chiudeva, ma se anche loro due diventano prevedibili, a risentirne è il gioco di tutta la squadra. Non a caso, l'unico che ha alzato il ritmo è stato Coutinho, con la sua velocità e i suoi dribbling. Trovato il brasiliano - una certezza ormai, più che una promessa - Benitez conta di riavere presto anche Milito (appena 2 gol in 9 partite): a pensarci bene il deficit più evidente tra la stagione vecchia e quella in corso.
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Due gol nelle ultime 4 partite di campionato, 10 nelle prime 3 di Champions League. C'è qualcosa che non quadra nel ruolino dei nerazzurri, alla costante ricerca di un'identità e di un gioco post triplete. La spiegazione risiede nel fatto che le difese italiane sono, evidentemente, ancora tra le più forti, come dimostra l'organizzazione difensiva della Sampdoria rispetto, per esempio, a Werder Brema e Tottenham. E che segnare in Italia, è molto più difficile che in Europa.
Nonostante una supremazia territoriale schiacciante e un goleador come Eto'o, i cui numeri fanno sempre più impressione: 7 gol su 10 in campionato, 15 su 23 includendo le coppe, che significa 65 per cento del totale delle reti nerazzurre. Nessuno, nemmeno Messi, incide come Eto'o nei risultati della sua squadra.
Il problema è proprio questo: Eto'o con i suoi gol ha, fin qui, mascherato i problemi dell'Inter legati a una condizione approssimativa di troppi giocatori: Maicon e Sneijder su tutti, due che l'anno scorso facevano abitualmente la differenza e che adesso stanno ancora scontando le fatiche del Mondiale.
Un anno fa riuscivano, con la potenza o la brillantezza, a sorprendere anche chi veniva a San Siro e si chiudeva, ma se anche loro due diventano prevedibili, a risentirne è il gioco di tutta la squadra. Non a caso, l'unico che ha alzato il ritmo è stato Coutinho, con la sua velocità e i suoi dribbling. Trovato il brasiliano - una certezza ormai, più che una promessa - Benitez conta di riavere presto anche Milito (appena 2 gol in 9 partite): a pensarci bene il deficit più evidente tra la stagione vecchia e quella in corso.
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