Milan-Inter secondo Berti: "Sarà uno show, ma non decisivo"

Calcio
Nicola Berti (44 anni), nell'Inter dal 1988 al 1998, ci racconta che derby di San Siro sarà quello del 2 aprile
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L'INTERVISTA. Un caffè con l'ex nerazzurro a San Nicolò, Piacenza, il paese del milanista Pippo Inzaghi: "Vedo i cugini in difficoltà. E' una partita che mi esalta ancora oggi. Io una bandiera? Quella vera è il presidente Moratti". I VIDEO E LE FOTO

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(nel video d'apertura il pronostico di Nicola Berti sul derby di Milano. Sarà stata una previsione giusta? Lo scopriremo dopo il 2 aprile...)

di ALFREDO ALBERICO
da San Nicolò (Piacenza)

Dieci anni d'amore consumati sul campo, dal 1988 al 1998. Tante sono le stagioni passate con la maglia dell'Inter da Nicola Berti, ex centrocampista oggi 44enne, di Salsomaggiore ma che ha messo le radici a Piacenza. Ancora idolo della tifoseria nerazzurra, è stato tra i protagonisti dell'ultima grande Inter del secolo scorso, quella dello scudetto '89 e delle 3 Coppe UEFA vinte tra il '91 e il '98. Quella stessa Inter che di lì a poco sarebbe piombata nel buio prima di tornare a splendere sotto la guida tecnica di Roberto Mancini e soprattutto di José Mourinho.

Una vita da interista e un rapporto tutto speciale con il Derby della Madonnina. Arrivato a Milano dalla Fiorentina nell'estate '88, la prima partita con la maglia nerazzurra Berti la giocò proprio contro i cugini: "Mi dovetti calare subito nella realtà di questa magica sfida, anche se si trattò di un'amichevole pre campionato. Amichevole si fa per dire, di sicuro un bel ricordo". 

Il prossimo Milan-Inter, quello del 2 aprile, lo vivrà invece nella tranquillità della campagna di San Nicolò, nel Piacentino, dove lo abbiamo incontrato e dove, ironia della sorte, è cresciuto il milanista Filippo Inzaghi: "Seguirò la partita in questo agriturismo (luogo dell'intervista, ndr). E' di un'amica, spesso mi rifugio qui. Da tifoso nerazzurro per me quella contro il Milan è una partita esaltante. Mi ha sempre conquistato e io l'ho conquistata. Lo dicono gli altri, lo dice la storia più o meno recente e lo dice pure l'ad rossonero Galliani. Fa sempre il mio nome quando gli chiedono chi è stato l'interista più 'fastidioso' nelle stracittadine". 

La squadra favorita per questo derby?
"L'Inter, ovvio, perché è in rimonta. Sta recuperando giocatori e punti. Loro sono invece in difficoltà. Se non credete a me, che sono di parte, chiedete pure agli esperti...
Sarà un grande spettacolo, ma non deciderà nulla per lo scudetto. L'assenza di Ibrahimovic nel Milan per noi è un bene. Spero però che l'Inter possa contare su Ranocchia. Il suo infortunio rischia di essere determinante, perché non è solo un grande giocatore, ma un campione. Sarà un pilastro della difesa nerazzurra per i prossimi dieci anni".  

Com'è cambiata l'Inter da quando lei non gioca più?

"E' totalmente diversa. E' davvero 'Internazionale', anche se da quello che sento in giro c'è la volontà di renderla più italiana già dalla prossima stagione. Penso sia un bene e che siano sulla buona strada. Anche se è complicato ripetere la fantastica stagione del Triplete".

Più italiani, ma con un obiettivo brasiliano nel mirino. Cosa ne pensa di Ganso?
"Molto forte. Non lo conosco benissimo, ma è evidente che il ragazzo ha grandi qualità. Non è un caso che le milanesi se lo stiano contentendo".

Leonardo dopo Mourinho. Vede analogie tra il nuovo e l'ex tecnico dell'Inter?
"No, non ce ne sono. Mourinho è quello che ha costruito la squadra, Leonardo quello che ne ha tratto i maggiori benefici. Il portoghese in due anni ha trasformato tutto, in parte anche la società. C'è tanto di lui nella nascita di questa superpotenza del pallone. La bravura del successore, invece, sta nel suo perfetto inserimento negli ingranaggi del club. Mica facile dopo i problemi di spogliatoio che hanno condannato Benitez. Povero Rafa, ha delle colpe, ma ogni settimana perdeva un giocatore per infortunio...".

E poi la Champions. Dove arriverà l'Inter?
"Prospettive positive. Si è aperta una grande opportunità pescando lo Schalke come prossimo avversario. Dando per scontato che lo batteremo, mi auguro di poter incontrare il Manchester United. Così, tanto per vendicare l'eliminazione del 2009. Inter in finale, Barcellona o Real Madrid l'avversario".

Cosa fa oggi Nicola Berti, che molti considerano ancora una bandiera dell’Inter?
"Io una bandiera? No, quella vera è il presidente Massimo Moratti. Berti , invece, cura le sue cose. E soprattutto fa il papà. Ho due bambini, Leonardo di 5 anni e Lorenzo di 3. Un grande ma piacevole impegno. Con il calcio mi sono preso un anno di pausa. Ero commentatore tv, ma potrei tornare presto. Chissà, magari con Sky...".

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