B come Barreto: senza di lui, il Bari è crollato
CalcioAlla ricerca delle ragioni che hanno trasformato la macchina perfetta della scorsa stagione nel fanalino di coda del campionato in corso: balza immediatamente all'occhio l'assenza prolungata del brasiliano, e dei suoi gol. Quest'anno solo 4, ma in 10 gare
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L'alfabeto del Bari, ormai è chiaro, non si fermerà alla A. Solo la matematica tiene in vita la squadra di Mutti, ma nessuno crede realmente nel miracolo. Tanto che si parla apertamente di retrocessione, andando alla ricerca dei motivi che hanno trasformato, nel giro di una stagione, quella che era la squadra rivelazione del campionato nel fanalino di coda incapace di vincere davanti al proprio pubblico.
"Dov'è finito il gioco di Ventura?", ci si chiedeva dopo i primi ko. Da nessuna parte. Anzi, il gioco era lo stesso dell'anno prima, e forse era proprio quello il problema. I tifosi iniziarono così a notare sui forum come il Bari non fosse più quell'imprevedibile gioiellino messo in piedi dal tecnico ligure, ma la sua brutta copia: "gioco scontato, fatto di passaggi al portiere e trame orizzontali che ormai hanno capito tutti", il principale rimprovero tecnico.
La differenza principale che balza immediatamente all'occhio confrontando la stagione dei miracoli con quella che si sta per concludere, però, è un'altra. L'anno scorso c'erano Barreto e i suoi gol. L'attaccante brasiliano, nonostante la pessima mira dal dischetto, concluse la sua prima stagione con il Bari in A a quota 14 gol, realizzati in 31 partite. Media leggermente inferiore quest'anno (4 reti in 10 presenze), ma tra un infortunio e l'altro sono più le volte che non lo si è visto in campo.
B come Bari, ma non B come Barreto. Perché lui, prontamente, nelle scorse settimane ha lanciato un messaggio tutto da decifrare: "Da quando sono qui non ho mai detto di volermene andare. Ma neanche di voler restare qui a vita". A buon intenditor...
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L'alfabeto del Bari, ormai è chiaro, non si fermerà alla A. Solo la matematica tiene in vita la squadra di Mutti, ma nessuno crede realmente nel miracolo. Tanto che si parla apertamente di retrocessione, andando alla ricerca dei motivi che hanno trasformato, nel giro di una stagione, quella che era la squadra rivelazione del campionato nel fanalino di coda incapace di vincere davanti al proprio pubblico.
"Dov'è finito il gioco di Ventura?", ci si chiedeva dopo i primi ko. Da nessuna parte. Anzi, il gioco era lo stesso dell'anno prima, e forse era proprio quello il problema. I tifosi iniziarono così a notare sui forum come il Bari non fosse più quell'imprevedibile gioiellino messo in piedi dal tecnico ligure, ma la sua brutta copia: "gioco scontato, fatto di passaggi al portiere e trame orizzontali che ormai hanno capito tutti", il principale rimprovero tecnico.
La differenza principale che balza immediatamente all'occhio confrontando la stagione dei miracoli con quella che si sta per concludere, però, è un'altra. L'anno scorso c'erano Barreto e i suoi gol. L'attaccante brasiliano, nonostante la pessima mira dal dischetto, concluse la sua prima stagione con il Bari in A a quota 14 gol, realizzati in 31 partite. Media leggermente inferiore quest'anno (4 reti in 10 presenze), ma tra un infortunio e l'altro sono più le volte che non lo si è visto in campo.
B come Bari, ma non B come Barreto. Perché lui, prontamente, nelle scorse settimane ha lanciato un messaggio tutto da decifrare: "Da quando sono qui non ho mai detto di volermene andare. Ma neanche di voler restare qui a vita". A buon intenditor...
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