Toro & Juve (Stabia). Se anche in B il derby è elettrizzante

Calcio
Torino in festa. Anche quella granata...
I giocatori del Torino festeggiano la vittoria allo stadio Luigi Ferraris di Genova al termine della partita di serie B contro tra Sampdoria, Genova, 30 settembre 2011. ANSA/LUCA ZENNARO

B COME BARONE. La voce della Bwin, il nostro Daniele Barone, fa il punto dopo il turno infrasettimanale. Se i granata comandano soli in vetta (come i bianconeri della A), la banda di Castellammare ha il fuoco dentro e ha iniziato una marcia trionfale

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di DANIELE BARONE

Il Toro è quello vero, quello giusto, quello che finalmente sembra capace di mettersi a correre senza farsi prendere più. Gianpiero Ventura lo ha cambiato da dentro: è arrivato, ha visto e si è messo a vincere. Anche in partite che sono così così, anche in serate in cui capisci che deve startene in apnea, pazientare, aspettare di sfruttare il momento buono, fosse anche l'unico, fosse anche un autogol. Come contro il Grosseto. La terza vittoria consecutiva dei granata vale il primo posto in beata solitudine. Un piccolo vantaggio sulla seconda (+ 3 sul Padova), appena più corposo sulle terze (quattro punti) ma comunque un grande segnale lanciato a tutto il campionato: il Torino è cambiato, il Torino è tornato. È pronto.

La Juve è quella di Castellammare di Stabia, ha pure lei una maglia a strisce con il blu e con il giallo ma adesso la vedi e ti sembra quella di Antonio Conte: con il fuoco dentro. Ha cominciato questo campionato e gli girava tutto storto: un punto solo nelle prime cinque partite, Braglia sconsolato, tifosi a faccia in giù. Poi ti capita di vincere una partita al 90esimo, quella con il Pescara, e quello è il momento in cui ti cambia la vita perchè poi le due trasferte "terribili" di Reggio Calabria e Nocera Inferiore diventano invece una marcia trionfale. Due gol al Granillo, tre nel derby, la Partita con la P maiuscola, la classifica si è rimessa a sorridere. Come le facce dei tifosi.

Sono due storie diverse e diverso sarà il loro campionato. Il Torino andrà lontano, fino in fondo, perchè questo è il progetto. Perchè questa è l'idea fissa e ostinata di Cairo e della gente granata che a queste latitudini ci sta stretta. E che, il derby con l'altra Juve, quella bianconera, se lo sogna di notte. Per poterlo vincere. Alla Juve Stabia basterà magari fermarsi qualche metro più in giù. Questo primo campionato di B dopo 60 anni passati a battagliare nelle retrovie del nostro calcio è già un traguardo ma adesso, con i gol di Danilevicius e i guizzi di Raimondi, è arrivata la consapevolezza che "le vespe" ci possono stare di lusso.

Il Toro e la Juve Stabia, un filo li lega: i campani giocano nello stadio intitolato a Romeo Menti, giocatore del grande Torino (fu proprio lui a segnare l'ultimo gol di quella squadra di fenomeni nell'amichevole di Lisbona, poche ore prima dello schianto sulla collina di Superga). Leggende del passato e  gol di oggi, quasi un gemellaggio, comunque una storia di passione.

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