LA FOTOGALLERY. Cambiare l'allenatore è spesso la soluzione più semplice quando si rischia la retrocessione. Abbiamo analizzato i casi degli ultimi 5 campionati: il 50% delle volte l'esonero non risolve i problemi. Tra le storie a lieto fine, il dietro-front del Sassuolo con Di Francesco nel 2014
Rischio retrocessione? La soluzione più comoda, quasi sempre, è l’esonero del tecnico. Ma in quanti casi si rivela una mossa vincente? Abbiamo analizzato, dal 2010 a oggi, le squadre che, invischiate nella lotta salvezza, hanno optato per il cambio di allenatore. Una scelta che, nella stagione in corso, hanno fatto Carpi, Bologna, Sampdoria, Verona, Palermo e Udinese -
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Per le stagioni passate, il nostro studio ha preso in considerazione i cambi di allenatore avvenuti nel girone di ritorno, quando la classifica comincia ad essere indicativa. Nel campionato 2010-2011 sono ben 6 le squadre che, temendo la retrocessione, ricorrono all’esonero, con risultati diversi. Inizia il Catania, salutando Giampaolo e chiamando un Simeone alla prima esperienza in Europa da allenatore. Il Cholo dà la scossa alla squadra, che alla fine si salva con 10 punti di vantaggio sulla zona rossa -
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Un Brescia in crisi si affida al classico “doppio cambio con ritorno”. Inizia la stagione Iachini, esonerato per Beretta e richiamato alla 23.a giornata. Niente da fare: il Brescia di Eder e Caracciolo chiude penultimo e scende in B -
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Ultimo, quell’anno, è il Bari, che alla 25.a chiama Mutti al posto di Ventura: il nuovo tecnico raccoglie due vittorie e 4 pareggi in 14 gare -
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Poteva forse mancare all’appello il Palermo di Zamparini? Rossi-Cosmi-Rossi, con il clamoroso 7-0 subìto dall’Udinese che costa la panchina al primo, poi richiamato viste le tre sconfitte in 4 partite del suo successore (che paga il derby perso 4-0 con il Catania). Alla fine, comunque, il Palermo chiude ottavo, a due punti dalla Juventus -
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Alla 28.a giornata anche in casa Samp suona un campanello d’allarme: l’incubo retrocessione diventa giornata dopo giornata sempre più concreto, e allora via Di Carlo per Cavasin. Che colleziona 7 sconfitte, 2 pareggi e una vittoria. Un tracollo che per la Sampdoria significa Serie B -
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Infine il Parma, guidato fino alla 31.a giornata da Marino e in piena lotta salvezza quando gli subentra Colomba. Il nuovo allenatore mette insieme 4 vittorie, 2 pareggi e una sconfitta nel finale di stagione, portando la squadra alla salvezza con due giornate di anticipo -
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Anche la stagione 2011-12 conferma la regola: non esistono regole. Quattro squadre coinvolte nella lotta salvezza cambiano allenatore (tra la 21.a e la 35.a giornata): due si salvano, due no. Tra queste ultime c’è il Novara di Tesser, esonerato e richiamato dopo le 6 partite (con 5 punti) di Mondonico -
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Con il Novara scende in B anche il Cesena, ultimo in classifica, che prova addirittura tre tecnici (Giampaolo, Arrigoni e Beretta) senza riuscire a dare la svolta a una stagione storta -
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Cambi che funzionano: il Cagliari parte con Ficcadenti, lo sostituisce con Ballardini e lo richiama per il gran finale, con 12 punti in 11 giornate che bastano per la salvezza a +7 sulla zona rossa -
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Rischia, ma si salva all’ultima giornata (chiudendo quart’ultimo), un Genoa in totale confusione. Malesani chiamato e richiamato, Marino e De Canio i due che lo sostituiscono. I fatti danno ragione a Preziosi, che resta in A, ma difficilmente i tifosi rossoblù scorderanno quel finale di stagione all’ultimo respiro -
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Nella stagione successiva (2012-13) Preziosi è sempre protagonista: De Canio-Delneri-Ballardini alternati in panchina per ottenere ancora una volta un quart’ultimo posto che significa salvezza per un pelo -
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In B, nonostante il cambio di allenatore, scende il Pescara di Stroppa-Bergodi-Bucchi -
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Tra gli esperimenti di Zamparini c’è anche l’esonero palindromo: sulla panchina del Palermo, quell’anno, si alternano Sannino, Gasperini, Malesani, Gasperini, Sannino. Per i tifosi di quest’ultimo ritratti nella foto, alla fine, si è materializzato lo spettro del parrucchiere, visto che il Palermo ha chiuso al terz’ultimo posto -
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Stagione 2013-14: chiude ultimo il Livorno, con Spinelli che le prova tutte per rianimare la squadra. Parte con Nicola, lo sostituisce con Perotti per una giornata prima di chiamare Di Carlo e, per le ultime 4, di nuovo Nicola -
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Il ripensamento è invece determinante nel caso del Sassuolo. Di Francesco, alla guida di una neopromossa al debutto in A, paga con l’esonero un girone d’andata non all’altezza delle aspettative. Dopo le sconfitte con Torino e Livorno, lo sostituisce Malesani. Il nuovo tecnico infila una sfortunata striscia di 5 sconfitte in 5 partite, e allora viene richiamato Di Francesco. Un gran finale di stagione vale la salvezza con un turno di anticipo e 2 punti di vantaggio sulla terz’ultima, il Catania -
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E proprio il Catania è protagonista di un gran movimento sulla propria panchina: Maran, De Canio, di nuovo Maran, Pellegrini. Tutto inutile, la squadra scende in B -
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Il Cagliari, invece, cambia alla 33.a: da Lopez a Pulga, che fa 7 punti nelle ultime 6 giornate. Sufficienti per chiudere a +7 dalla B -
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Due i casi nella stagione 2014-15: l’Atalanta, delusa da Colantuono, chiama Reja dalla 26.a. Si salva per 3 punti, ma si salva -
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A farne le spese è il Cagliari, che rinnega Zeman dopo 16 giornate e tenta la carta Zola (2 vittorie, 2 pareggi, 6 sconfitte); poi richiama Zeman (un pareggio, 4 sconfitte) e finisce con Festa. Ma non in festa -
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Ricapitolando: in 5 anni, 19 squadre hanno cambiato l'allenatore per scongiurare la retrocessione. Dieci volte non è servito a nulla, in 9 occasioni è arrivata la salvezza. Quasi come giocare a testa o croce... -
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