Giovinco: "Io al Barça? Sarei stato raccattapalle"

Calcio
Sebastian Giovinco, attaccante del Toronto (Getty)

L'ex attaccante della Juventus ha parlato nel giorno del suo compleanno affrontando numerosi temi: dalle voci che lo vorrebbero in Cina alla sua vita in Canada, fino ad una improbabile convocazione con la Nazionale: "Probabilmente quello che sto facendo non basta"

Trent'anni compiuti lontano dall’Italia, festeggiati con la maglia del Toronto con cui gioca da due stagioni. Sebastian Giovinco compie gli anni e in attesa di tornare in campo con la sua squadra racconta ai microfoni di Sky Sport la sua vita dopo la fine dell'avventura in Serie A e le ambizioni per il futuro, senza tralasciare qualche episodio del passato.

Sulla sconfitta in finale di MLS -
"Il primo che mi ha fatto gli auguri è stato mio fratello - ha detto il calciatore classe 1987 - ha aspettato fino a mezzanotte sveglio e poi ci siamo sentiti. Quello dei trent'anni è un passaggio in cui si fanno buoni propositi ma se devo essere sincero mi sento ancora più giovane, tipo sui 27 anni più o meno, anche fisicamente non sembra che io abbia trent’anni, quindi va bene così. Mi brucia ancora un po' aver perso l'ultima finale in MLS con il Toronto è stato un dispiacere grosso perché la città e tutto il Canada non erano mai arrivati fino a quel punto e per questo è stato un peccato. Comunque io i miei compagni ci riproveremo e faremo di tutto per vincere".

Sulle voci di mercato -
"Un interessamento per me dalla Cina? Mi hanno riferito che ci sono state delle voci che parlavano di questo, si vedrà. Adesso parleremo io e il mio agente con la mia attuale società perché io comunque sto bene dove sono e vedremo loro che cosa vorranno fare; ho avuto modo di parlare con il mio procuratore ma non mi ha nemmeno fatto il nome della squadra che sta pensando a me, non so se sia quella di Cannavaro o qualcun altra. Per il momento non c’è la voglia di tornare in Italia, in Canada sto bene e quindi per adesso non ho nessuna intenzione di tornare ad essere sincero. Se dovessi immaginarmi in una squadra italiana dove mi vedrei bene? Da quando sono andato via dalla Juventus (che credo sia ancora oggi la più forte) non ho mai pensato ad un'altra squadra in cui sarei potuto andare in futuro, non mi è mai passata per la testa l'idea di vestire un'altra maglia in Serie A. Forse potrei essere utile a qualche squadra però sto davvero bene così e tutto va bene".

Sull'interesse del Barcellona in passato -
E ancora: "E’ vero, in passato c'è stato un interesse del Barcellona per me ma in mezzo a quei fenomeni io avrei fatto solo il raccattapalle. Volevo giocare e basta, per cui ho dovuto dire di no ma solo perché non volevo passare la carriera in panchina. Bisogna guardare in faccia la realtà, lì ci sono giocatori che possono giocare anche solo con una gamba. Io ero reduce da un periodo in cui il campo lo vedevo poco e volevo che le cose cambiassero".

Sul presente e sulla Nazionale -
"In Canada il calcio italiano non è particolarmente seguito, si guarda la Premier League soprattutto, forse si dà giusto un occhio alle grandi partite della A. Qui anche quando si gioca si è più rilassati e tutto si vive meglio. La Nazionale? Non ho mai sentito Ventura e sinceramente non mi aspetto che mi chiami, mi dispiace non fare più parte di quella squadra ma accetto le decisioni del ct. Probabilmente quello che sto facendo e ho fatto non basta ma va bene così. Che regalo vorrei? La vittoria in una finale di MLS per vendicare l’ultima sconfitta", ha concluso Giovinco.