De Biasi: "Potevo diventare ct dell'Italia, ma..."
CalcioIl commissario tecnico dell'Albania racconta un retroscena sulla nomina di Ventura dopo l'addio di Conte. "Pensavo di essere il primo, poi è cambiato qualcosa: la Figc ha scelto lui. Tavecchio mi ha raccontato che una persona ha posto il suo veto. So chi è e farò il suo nome"
Un solo voto può cambiare la carriera di un allenatore. O di un Ct. Gianni De Biasi, Ct della Nazionale Albanese, nel 2016 è stato vicinissimo alla panchina azzurra ma alla fine, per un voto negativo, la Figc ha scelto Gian Piero Ventura per sostituire Antonio Conte. "Oggi potevo essere al suo posto - racconta De Biasi alla Gazzetta dello Sport -. O perlomeno questo avevo sperato, e molto, dopo aver incontrato un dirigente Figc: pensavo di essere il primo, poi improvvisamente è cambiato qualcosa e Ventura mi ha sorpassato. Cosa è cambiato l’ho saputo a novembre a Como, al Symposium dell’associazione europea allenatori: a cena Tavecchio mi ha raccontato che una persona, una sola, mi ha ostacolato ponendo il suo veto. Mi ha anche spiegato chi è, certo, ma è presto per rivelarlo. Lo dirò appena possibile, anzitutto all’interessato: magari non manca così tanto".
Nessuna invidia - Per De Biasi sarebbe stato un obiettivo importantissimo ma oggi non invidia Ventura. Piuttosto invidia la squadra che, secondo il Ct dell'Albania, è molto più forte di quella di Conte. "Detesto l’invidia e gli invidiosi: mi dà fastidio chi non scala una piramide cercando alibi, non chi ci riesce - racconta De Biasi -. Per questo, anche se la Nazionale sarebbe stato il coronamento di una carriera fatta quasi tutta in provincia con la picozza, non invidio Ventura. Semmai i suoi giocatori. Difesa solida, Belotti, Immobile e Insigne in stato di grazia, le molte alternative che ha: Conte aveva meno carte da giocarsi rispetto a lui".
Obiettivo Mondiale - Rimanere sulla panchina dell'Albania, però, è sempre una "sfida fresca" e, dopo cinque anni, l'obiettivo è sempre lo stesso: conquistare la qualificazione ai Mondiali. "Cinque anni fa non avrei mai detto che sarei rimasto su questa panchina per tanto tempo: a loro avevo risposto addirittura 'No, grazie'. Poi in un hotel di Milano furono così convincenti che a fine colloquio mi telefonò il Lecce e dissi no: avevo già stretto la mano. Ho bisogno di sfide sempre fresche: quella che mi propose l’Albania nel 2011 era freschissima, lo è pure sognare ancora il Mondiale, nonostante la ragione dica altre cose".