
Dovevano affrontarsi prima della tragedia aerea in cui persero la vita 71 persone, tra cui la squadra brasiliana e la sua delegazione. Si sono ritrovate per l'andata del trofeo che mette di fronte i vincitori della Libertadores e quelli della Copa Sudamericana. E' finita 2-1 per i brasiliani, con grande sportività e amicizia sugli spalti

E' il momento più toccante dell'andata della Recopa sudamericana. I quattro sopravvissuti alla tragedia aerea costata la vita a 71 persone, tra cui molti giocatori e l'intera delegazione della società brasiliana, si trovano a parlare davanti a uno stadio pieno -
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Perché più che la "finale che non c'è mai stata", quella dell'Arena Condà è stata soprattutto la gara del ricordo e della ripartenza. Con un'ovazione per gli eroi di Medellin scattata al 71' (nell'incidente persero la vita 71 persone) -
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I sopravvissuti Neto, Rushel, Follman e il giornalista Henzel mano nella mano si dirigono al centro del campo. Sono loro soprattutto a tramandare ai nuovi la memoria della vecchia Chapecoense -
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Inevitabile l'applauso per chi vuol tornare in campo e chi lavora duro per ripartire dalle Paralimpiadi -
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In un'atmosfera da brividi, Jackson Follman ha consegnato un messaggio in un monumento dedicato a chi non c'è più -
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19mila persone, fuochi d'artificio e un'atmosfera da brivido -
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Sugli spalti un'atmosfera di pace e amicizia. I tifosi brasiliani hanno alzato la bandiera colombiana per ricordare le vittime di Mocoa -
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La Chapecoense va in vantaggio con un gol su calcio di rigore trasformato da Reinaldo al 24' -
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Fino a che Macnelly Torres dell'Atletico Nacional non pareggia al 59' -
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Dopo i cori #VamosChape e gli applausi del pubblico al 71', la decide Otavio -
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E la nuova Chapecoense potrà alzare al cielo un altro trofeo -
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