Il vice della squadra cinese in cui giocava il 30enne ivoriano a Radio Marca racconta gli attimi fatali vissuti a Pechino: "Non faceva particolarmente caldo, l'allenamento era leggero. Il Ramadan? non c'entra"
Due giorni dopo la morte di Cheick Tioté, il vice allenatore del Bejing Enterprises (la squadra della Serie B cinese in cui militava il giocatore ivoriano) Pablo Franco racconta a Radio Marca il tragico evento. "Stavamo facendo una sessione di recupero molto leggera, non faceva tanto caldo rispetto alle settimane precedenti. Abbiamo dato i fratini e un attimo dopo Cheick è svenuto", ricorda Franco, "I compagni hanno iniziato a gridare, in un primo momento si è ripreso da solo e si è rialzato. Ha barcollato un attimo e poi è di nuovo caduto al suolo. Abbiamo praticato immediatamente il protocollo di rianimazione cercando in ogni modo di salvargli la vita, ma non ce l'abbiamo fatta".
"Cheick era molto religioso e stava osservando il ramadan, ma mio avviso la cosa non ha avuto niente a che fare con la sua morte. Pare che le cause del decesso siano diverse, ma non sono ancora state confermate. Per me è un colpo tremendo, perché da quando era arrivato si era avvicinato molto a me: gli mancava il calcio europeo, per lui rappresentavo un legame col mondo che aveva appena lasciato. Nello spogliatoio lo chiamavano ‘the boss’, era un tipo simpatico, con grande carisma. Ci mancherà tantissimo".