Vietato sbandierare: la crisi dei guardalinee nell’era dei Var

Calcio

Lorenzo Fontani

Roldán, l'arbitro della partita inaugurale della Confederations Cup fra Russia e Nuova Zelanda (Getty)

La Var è uno strumento utile a correggere gli errori evidenti nel corso di una partita, ma rischia di inibire le capacità dei guardalinee, come accaduto nella partita di Confederations fra Russia e Nuova Zelanda

Metaforicamente potremmo chiamarla bandierina bianca. In segno di resa. Arrendetevi alla Var. Sono gli assistenti, guardalinee se preferite, la prima vittima del nuovo feticcio del calcio mondiale. Prendete il gol annullato al Portogallo contro il Messico: siete proprio sicuri che l'assistente non avesse visto questo fuorigioco poi sancito dal collega in cabina? Magari ci aveva preso, ma è stato indotto a non fidarsi del proprio occhio dall'input inesorabile che sta arrivando in questi giorni: sbandierate solo quando siete strasicuri, perché il gol si fa sempre in tempo ad annullarlo, mentre l'azione una volta fermata non possiamo riprenderla.

I dubbi in Russia-Nuova Zelanda

Praticamente, quasi un invito a inibire la propria abilità, costruita in anni di allenamenti ed esercitazioni. E se la bandierina va su, a non fidarsi magari è l'arbitro: guardate queste immagini da Russia-Nuova Zelanda, la partita inaugurale della Confederations Cup. Per due volte l'assistente alza, segnala, si ferma, i difensori rallentano, ma l'arbitro - seguitelo - aspetta a fischiare: hai visto mai che era tutto buono?

Guardalinee in crisi

Insomma, i guardalinee della generazione Var vivono una crisi esistenziale: vedere per credere il comportamento del povero sloveno sul secondo gol del Cile contro il Camerun: prima, probabilmente incerto, lascia giocare, poi quando arriva il gol, regolare, alza. Lasciando il dubbio di aver visto un inesistente fuorigioco al momento del tiro di Sanchez. Alla fine la revisione aggiusta tutto: tranne il morale degli assistenti, scavalcati - e un po' umiliati - dai nuovi protagonisti: i video assistenti.