Presentato l’ultimo modello in casa Apple, dove si festeggiano i 10 anni dello smartphone che ha cambiato le nostre vite. Un’evoluzione che è andata di pari passo con quella del nostro calcio
“Stiamo facendo la storia”, annunciava Steve Jobs nel lontano 2007 nel corso della conferenza di apertura del Macworld, mentre presentava il primo iPhone. Anche in quel caso, aveva ragione lui. Quattro giga di memoria, fotocamera da 2 megapixel, schermo di 11 centimetri per 6, pesava 140 grammi. Non registrava video e inviava al massimo sms, eppure veniva venduto a partire da 499 dollari.
Oggi, a dieci anni di distanza, proveremmo un misto di sdegno e di tenerezza, di fronte a un prodotto del genere: veramente riuscivamo a vedere bene su uno schermo tanto piccolo? E che razza di foto potevamo mai scattare con quella risoluzione? Di certo non un selfie, visto che per la fotocamera posteriore bisognerà attendere ancora un po’. Insomma, se a quei tempi ci fosse capitato di incrociare il nostro campione del cuore (magari un Inzaghi fresco di doppietta nella finale di Champions contro il Liverpool, un Totti alla sua sedicesima stagione in giallorosso o un Del Piero reduce dall’anno ad alta fedeltà in Serie B) probabilmente avremmo ancora tirato fuori il blocchetto e la penna per l’autografo, anziché il telefono.
Eppure, negli States, l’entusiasmo è alle stelle, tanto da indurre parecchie persone a mettersi in fila davanti agli Apple Store già dal 24 giugno, 5 giorni prima dell’uscita ufficiale. Non in Italia, dove il primo iPhone arriverà solo l’anno dopo: in quei giorni d’estate la nostra testa è tutta per il calciomercato che porta Rolando Bianchi in Premier dopo un super anno nella Reggina di Mazzarri, Cicinho alla Roma con accoglienza trionfale e Suazo nell’Inter campione in carica dopo un infinito derby di mercato con il Milan.
Nell’estate 2008, precisamente l’11 luglio, scatta l’ora dell’iPhone 3G, con il mercato che si allarga a 70 Paesi (compresa l’Italia). Pochi giorni prima, il 3 luglio, era scattata l’era Mou, con l’Italia che imparava a conoscere un allenatore che “non è un pirla”, gode quando sente “il rumore dei nemici”, incanta le platee ogni volta che apre bocca e si appresta a rivoluzionare il nostro calcio un po’ come l’iPhone ha rivoluzionato la nostra vita quotidiana. Si porta dietro Quaresma, ma d’altronde anche l’iPhone, all’inizio, aveva qualche difetto. La Juventus è allenata da Claudio Ranieri, “60 anni e due coppette” (ma il Leicester deve ancora venire…), il Milan è in mano ad Ancelotti. Mourinho li precede, in attesa di confezionare la sua stagione perfetta, quella dei tre tituli.
L’Inter mourinhana del secondo anno è ancora meglio di quella precedente, un po’ come l’iPhone, che nel giugno 2009 ha una “S” in più: 3GS, dove la S sta per speed, velocità. Come quella che aggiunge Eto’o all’Inter dopo l’addio di Ibrahimovic, che vuole a tutti i costi il Barcellona. A proposito: adesso gli arrivi in aeroporto dei nuovi acquisti possono anche essere filmati, grazie alla capacità di registrare video del nuovo gioiello Apple. Qualsiasi tifoso può diventare testimone e operatore con un semplice “tap” sullo schermo.
Giugno 2010, un’altra rivoluzione: esce l’iPhone 4. Doppia videocamera, fotocamera molto più potente, design rinnovato (più sottile e squadrato, con la banda metallica che lo avvolge), nella classica versione in nero o in quella in bianco. In Italia quei due colori ancora non vanno di moda, ma ci siamo quasi…
A ottobre 2011, infatti, mentre esce l’iPhone 4S, Conte ribalta la Juventus: parte con il 4-2-4, trova la quadra con il 3-5-2. Se chiedete a Siri, l’assistente vocale che risponde a ogni domanda, chi sia l’uomo che più di tutti sposta gli equilibri, probabilmente vi dirà Andrea Pirlo. Al Milan l’avevano dato per finito, pensando forse che fosse come la batteria del nuovo iPhone, che tende a scaricarsi più in fretta delle precedenti…
Nel settembre 2012 l’iPhone (5) si allunga e diventa ancora più veloce: il prodotto è sempre più difficile da migliorare, ma alla Apple ci provano comunque. Un lavoro simile lo fa Conte, chiamato alla conferma: missione compiuta e ripetuta un anno dopo, con il terzo titolo di fila, quello della stagione che inizia con la presentazione dell’iPhone 5C e 5S. E quando sembra impossibile migliorare il lavoro di Conte, ecco che Allegri porta tutti al ristorante da 100 euro centrando la finale di Champions.
L’iPhone procede di pari passo nella sua evoluzione diventando 6 (settembre 2014), 6s (settembre 2015), SE (marzo 2016), sempre più protagonista anche sui campi di calcio, vedi esultanza di Totti dopo il gol nel derby del gennaio 2015.
Il 7 settembre 2016 la Apple presenta l’iPhone 7: è appena trascorsa l’estate che ha portato il capocannoniere dei record Higuain alla Juventus, eppure il Napoli risponderà mettendo in mostra il calcio più bello e scoprendo che Mertens può sopperire alla mancanza del Pipita a suon di gol. Le milanesi, mezze cinesi, sono in crisi; la Roma vive l’ultima stagione di Totti; l’Atalanta parte malissimo ma sarà protagonista di un miracolo, simile a quello che fa, in fondo alla classifica, il Crotone.
Ed eccoci all’ultima tappa evolutiva: l’iPhone X esce mentre il campionato italiano (il primo con "videocamera integrata" nell'arbitro) si fa avvincente come non mai. La Juventus ha cambiato ancora ma non sembra intenzionata ad abdicare, il Milan ha vissuto un’estate rivoluzionaria con il picco del colpo Bonucci, il Napoli continua a incantare con il bel gioco ma adesso ci aggiunge anche quel pizzico di cinismo, la Roma e la Lazio ripartono dalle idee di allenatori giovani e italiani come Di Francesco e Inzaghi, l’Inter torna protagonista affidandosi a Spalletti e al suo bomber bello, social, stiloso e infallibile come un iPhone. Chiamatelo pure iCardi, se volete.