Pirlo, e ora? Enologo, bancario, stilista... 10 idee per un futuro da Maestro

Calcio

Francesco Giambertone

Dopo ventidue anni finisce la carriera di un calciatore straordinario dalle caratteristiche quasi introvabili. Mettendole insieme abbiamo immaginato cos'altro potrebbe fare nella vita. Con risultati più o meno credibili, dai set cinematografici alle enoteche. Pirlo sarà in diretta da New York sia nel pre-partita che nel post di Svezia-Italia venerdì dalle 20.00 su Sky Sport 24

Per Andrea Pirlo comincia oggi una nuova vita. Sì, ma quale? Lui un piano ce l'ha già: sappiamo che rientrerà in Italia a fine dicembre, vivrà a Torino e frequenterà il corso per allenatori di Coverciano. Un percorso classico. Però sul suo "curriculum" da fuoriclasse abbiamo trovato le qualità per almeno 10 carriere alternative (semiserie) da cui potrebbe ripartire. Aspettiamo solo che si apra una di queste posizioni...

Sosia di Chuck Norris

La gamma di espressioni di cui è capace non è delle più ampie, ma potrebbe avere successo come controfigura di un paio di personaggi: “Walker Texas Ranger” su tutti, un altro che, come Andrea, rimane “not impressed” in qualunque situazione. E c'è chi lo vedrebbe bene nei panni del protagonista di un famoso musical: Jesus Christ Superstar.

Professore di fisica

Facile immaginarla: una classe di adolescenti in silenzio, bocche spalancate e occhi fissi sulla lavagna, mentre il prof Pirlo prova a spiegare il terzo principio della dinamica con la metafora della “maledetta”. “Per ogni forza che il mio piede esercita sul pallone, ne esiste istantaneamente un'altra uguale in modulo e direzione, ma opposta in verso, causata dal pallone che agisce sul mio piede... e insomma, alla fine è gol”.

Enologo

La passione per i vini è una tradizione di famiglia. Con la sua, Andrea (detto anche “Bollicine”) nel 2007 ha rilevato un'azienda vinicola in provincia di Brescia, vicino alla casa dove nacque suo padre. Appese le scarpe al chiodo, potrà finalmente bere tutto il Trebbiano che gli pare senza rimorsi. Cin cin.

Pittore

Ci perdonerà il rinascimentale Alessandro Bonvicino, detto il Moretto da Brescia, se gli preferiamo le pennellate del concittadino Andrea, che sui campi da calcio ha disegnato opere d'arte uniche, roba da sindrome di Stendhal. Sapeva fare tutto: dai tocchi leggeri di Van Gogh agli squarci netti di Lucio Fontana. Patrimonio dell'umanità.

Un post condiviso da fabrizio (@pupazzaro) in data:

Ministro degli Interni

Gli affari interni (al centrocampo) sono stati il suo pane per anni. Con tutti i problemi che abbiamo in Italia, signora mia, ci vorrebbe uno come lui a occuparsene. Calmo, sicuro di sé, e anche diplomatico: è uno dei pochissimi ad aver giocato con Inter, Milan e Juventus, ricevendo sempre molti più applausi che fischi quando è tornato nei suoi vecchi stadi. Vi pare poco?

Direttore di banca

Consegnare la palla tra i suoi piedi era come metterla in un caveau di massima sicurezza. Ha avuto una carriera incredibile nonostante il fisico “da impiegato”, a confronto con i tori che arano i campi da calcio al giorno d'oggi. Le skills di base ci sono. E in vita sua ha pure visto qualche bonifico importante...

Un post condiviso da Andrea Pirlo Official (@andreapirlo21) in data:

Regista

Dal campo al set, per Pirlo sarebbe la naturale continuazione di un lavoro che ha sempre svolto. Qualche titolo possibile per la sua filmografia: "Milano città aperta", “Cucchiaio all'inglese”, “Andiamo a Berlino”, “Gran Torino 2 – La mia seconda vita” e “Tramonto a New York”.

Direttore d'orchestra

Pirlo ha saputo dettare i tempi ai dieci calciatori che lo circondavano come pochi al mondo, spesso senza nemmeno parlare. Per anni ha scandito gli attacchi di alcuni tra i cori meglio riusciti del calcio contemporaneo. Claudio Abbado e Riccardo Muti gli avrebbero ceduto volentieri la bacchetta: tra le dita di Andrea sarebbe diventata magica.

Un post condiviso da Giulio Sorbo (@hulio82) in data:

Stilista

Andrea Pirlo è stato l'eleganza fatta calciatore. Cresciuto in una generazione di giocatori senza social, tatuaggi e treccine, il ragazzo di Brescia dalla incrollabile chioma – scopertosi persino sex symbol dietro una barba da intellettuale - potrebbe creare una linea di abiti semplici e bellissimi come i lanci a cui ha dato il proprio nome. Niente tamarrate. Solo roba di classe.

Maestro

Oltre vent'anni passati a insegnare calcio a compagni e avversari in tutto il mondo. Ora lo vedremmo bene in una scuola elementare a spiegare con pazienza i suoi principi: umiltà, fantasia, generosità (86 assist in carriera) e disciplina (una sola espulsione in 22 anni). Guai a chi sgarra: il maestro Andrea è un esperto di punizioni e ci tiene al rigore. Ma alzi la mano chi non pagherebbe per ricevere un'ultima, meravigliosa lezione.

Un post condiviso da Andrea Pirlo Official (@andreapirlo21) in data: