"Amo il calcio perché unisce". Totti condivide la storia di Abubacarr Konta, dal Gambia all'Italia
CalcioHa attraversato l'Africa in mare con il sogno di diventare un giocatore. Una storia che ha emozionato anche Francesco Totti che su Twitter ha scritto: "Condivido il suo pensiero. Amo il calcio perché unisce"
"Il calcio unisce le persone. Questo è quello che amo di questo gioco". Sono le bellissime parole con cui Abubacarr Konta chiude la sua lettera, pubblicata dall'Uefa, in cui racconta il suo viaggio dall'Africa all'Italia con il sogno di diventare un giocatore professionista. Una narrazione che ha emozionato anche Francesco Totti. L'ex capitano della Roma ha infatti pubblicato la storia sul proprio profilo Twitter aggiungendo poche, ma significative parole: "Condivido in pieno le parole di Abubacarr e gli auguro il meglio per il futuro".
"Il giorno della mia partenza dal Gambia ho pianto - racconta Abubacarr mentre osserva il mare, luogo di speranza ma anche di tragedia -. Ho sacrificato molto per entrare in Europa e non pensavo che ce l'avrei fatta. Molte persone hanno provato ad attraversare il mare prima e dopo di noi, ma la maggior parte di loro è morta". In Italia Abubacarr ha avuto la possibilità di rifarsi una vita: "Sono grato alla gente della Sicilia - continua -. Quando sono arrivato in Italia non avevo neanche le scarpe; le persone qui mi hanno dato vestiti e mi hanno dato un aiuto che non avrei ottenuto in Gambia". Il giovane ragazzo del Gambia racconta poi il suo rapporto con il calcio: "Mi sento felice quando gioco - spiega -. All'inizio non conoscevo nessuno, ma giocare a calcio mi ha aiutato a incontrare persone. Siamo come una famiglia e ci siamo uno per l'altro. I miei genitori sono morti ed erano loro che provvedevano ai miei bisogni. Ora voglio lavorare sodo e prendermi cura della mia famiglia. Quando sto giocando una partita la mia testa è concentrata solo sul calcio. Sono giovane e ho un futuro luminoso" conclude Abubacarr con il sorriso stampato in faccia, quello che era convinto di aver perso per sempre prima di intraprendere quel lungo viaggio in mare.