PAOK Salonicco, il presidente Savvidis chiede scusa. L'ECA sospende il club

Calcio
Il presidente del PAOK Salonicco, Ivan Savvidis

Il numero uno del club bianconero - sceso in campo con la pistola per minacciare l’arbitro - è tornato a parlare attraverso i canali del club: "Mi scuso, il mio unico obiettivo era quello di difendere i nostri tifosi. Non avevo intenzione di attaccare l’arbitro. Continueremo a combattere". Nonostante ciò, però, la Uefa ha deciso di estromettere la squadra greca dalla ECA, l'organismo che rappresenta le società calcistiche a livello europeo

Un episodio che ha fatto molto discutere in tutto il mondo e che ha portato il Ministro dello sport greco a sospendere il campionato. Due giorni dopo l’entrata in campo con una pistola in seguito a una decisione non gradita da parte dell’arbitro, il presidente del PAOK Salonicco, Ivan Savvidis, torna a parlare per chiedere pubblicamente scusa: "La mia reazione emotiva è stata causata dagli eventi", ha dichiarato il numero uno del club di Salonicco. Di qui le scuse meno di 24 ore dopo gli avvenimenti accaduto durante la partita tra il suo club e l’AEK Atene. La scintilla è scattata quando l’arbitro Kominis ha annullato un gol ai padroni di casa nei minuti di recupero. Se la rete di Fernando Valera fosse stata convalidata, i bianconeri sarebbero arrivati in testa alla classifica superando proprio gli avversari di giornata. La decisione però è stata presa e mal digerita da Savvidis. Così il presidente è sceso in campo con una pistola nella fondina, come si vede nelle immagini che hanno fatto il giro del mondo. Il presidente del PAOK avrebbe poi rivolto frasi minacciose e molto chiare all’indirizzo del direttore di gara che come "tu oggi hai finito la tua carriera da arbitro".

"Continueremo a combattere pe difenderci"

Tutto sospeso, la gara non è stata conclusa e nelle ore successive sono arrivate anche le prime reazioni, come quella di fermare il campionato. Non è la prima volta che in Grecia il calcio viene scosso da episodi simili, ora si attendono novità per quanto riguarda la ripresa dei giochi e le sanzioni a cui inevitabilmente andrà incontro il PAOK. Con un comunicato stampa diffuso dai canali ufficiali della società greca, Savvidis ha così chiesto scusa: "Signore e signori, voglio scusarmi con tutti sostenitori del PAOK, con i tifosi greci e con il calcio mondiale per quello che è successo. Chiaramente non avevo diritto di scendere in campo in quel modo, la mia reazione è stata causata dagli eventi che hanno avuto luogo nel finale della gara contro l’AEK Atene, in particolare dal gol annullato. Il mio unico obiettivo era quello di difendere i nostri tifosi ma non avevo intenzione di attaccare i nostri avversari o l’arbitro in campo. Continueremo a combattere nonostante gli attacchi che stiamo subendo a tutti livelli, per un calcio più giusto e per arbitraggi onesti. Mi scuso ancora".

PAOK "perseguitato"

Nel comunicato vengono quindi ribadite in un certo senso le parole diffuse subito dopo l’accaduto in un’altra nota, in cui si sosteneva che il presidente doveva mettendo in atto "tutte le misure necessarie per proteggere la squadra e lo staff dalle ingiustizie di cui sono oggetto". Un clima difficile da gestire dal momento che il PAOK si ritiene perseguitato dagli organi della Federazione greca da quando gli è stata assegnata la sconfitta a tavolino per 3-0 dopo il match contro l’Olympiakos a causa della ferita rimediata dall’allenatore della squadra del Pireo colpito da un oggetto lanciato dagli spalti.

L’ECA sospende il PAOK

Nel frattempo è arrivata anche la sanzione dell’ECA – Associazione Europea dei Club – che, dopo l’irruzione armata del presidente del PAOK Salonicco in campo, ha deciso di sospendere con effetto immediato la società greca. "L'ECA condanna fermamente il comportamento del presidente del PAOK FC, Ivan Savvidis – si legge in una nota ufficiale emanata dalla stessa Associazione -, che ha invaso il campo di gioco armato di arma da fuoco durante la partita della Super League greca tra PAOK FC e AEK Atene domenica 11 marzo. Alla luce di ciò, e in conformità con lo statuto della Corte dei conti, il consiglio di amministrazione della Corte dei conti ha deciso all'unanimità di sospendere, con effetto immediato, il PAOK FC come membro della European Club Association. La Corte dei conti esiste per proteggere l'integrità e la regolarità delle competizioni e delle partite, nonché i valori e i principi sportivi su cui si basa il calcio europeo. La sospensione rimane valida fino a nuovo avviso e sarà segnalata all'Assemblea Generale della Corte a Roma il 27 marzo 2018".

La risposta delle istituzioni

"Questa sospensione del campionato non giova a nessuno. Anzi, direi che si sta creando una situazione pericolosa e minaccia tutto lo sport per le conseguenze, anche finanziarie, che provochera'". Al presidente della lega calcio greca Giorgio Stratos la decisione governativa di fermare il calcio non e' piaciuta, lo fa presente ma deve adattarsi, pur essendo gia' al lavoro affinche' l'attivita' possa riprendere nel week end del 24 e 25 marzo. E' probabile che non ci riesca, perche' quello della violenza legata alle partite e' un problema che va risolto una volta per tutte. Al punto che il Premier Alexis Tsipras ha fatto ricorso al mito: "Dobbiamo decidere di tagliare il nodo gordiano, anche con azioni collettive e ignorando le conseguenze politiche. Intanto la sospensione dell'attivita' e' a tempo indeterminato".

Mentre Fifa e Uefa appoggiano le iniziative anti-violenza, ma auspicano che il campionato riprenda a breve, si e' mossa la magistratura ordinaria. Un pubblico ministero del tribunale di Salonicco ha infatti aperto un'inchiesta sull'accaduto, e anche sul motivo per cui il presidente del Paok Ivan Savvidis, che ha 'invaso' il campo con tanto di pistola nella fondina, non sia stato fermato dalle forze dell'ordine come la legge avrebbe loro consentito. L'imprenditore russo-ellenico si e' poi scusato spiegando di aver avuto "una reazione emotiva" e di aver voluto "soltanto proteggere dalle provocazioni migliaia di tifosi del Paok". E' stato comunque denunciato, e dovra' fornire adeguate spiegazioni.

Tutto cio' senza dimenticare che appena dieci giorni fa una corte penale ateniese aveva condannato 58 fra ex dirigenti delle federcalcio greca, manager e giocatori coinvolti in uno scandalo a base di partite truccate e scommesse, anche se poi a molti era stato accordato il beneficio della sospensione condizionale della pena. Ma il danno d'immagine rimane, cosi' come la 'foto' di Savvidis con la pistola nella fondina: ridare un'immagine positiva al calcio greco, oppresso da violenza e corruzione, piu' che un'impresa appare una fatica degna di Ercole