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Basta donne e basta alcol, ora l'ex Inter van der Meyde fa lo YouTuber

Calcio

Ecco la nuova vita dell'olandese, tra il suo marchio di abbigliamento e i video sul proprio canale YouTube. Oltre 60 filmati caricati, 52mila utenti iscritti e tanto calcio nella sua testa. La sua storia è un percorso di auto distruzione che ha portato al ritiro a 32 anni. Tra donne, alcol, qualche droga e le scommesse

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L’istantanea più bella rimarrà quella di Highbury, e in uno stadio così non può che nascerne una storia di nostalgia. Il cross dalla sinistra è di Kily Gonzales, e sul secondo pallo arriva Andy van der Meyde: staffilata al volo, gol! E poi l’arciere, in un giorno di settembre che lasciava molte speranze ai tifosi nell’Inter per quell’esterno olandese uscito dal vivaio dell’Ajax, finite tutte però in delusioni. Perché quel gol nello 0-3 rifilato a domicilio all’Arsenal rimarrà il primo di appena quattro di van der Meyde in nerazzurro, salvo poi incamminarsi lentamente verso il sentiero dell’autodistruzione che ne porterà al ritiro ad appena 32 anni. Ma cosa fa oggi l’olandese ex anche di Everton e Psv? Lo YouTuber, e pubblicizza il proprio brand di abbigliamento il cui logo, manco a dirlo, è la sua celebre esultanza, sfoggiata in realtà appena 29 volte in quindici anni di carriera.

Professione YouTuber

Il suo canale sulla più famosa piattaforma di video al mondo raccoglie oltre 52mila iscritti, e 61 video caricati. I suoi temi? Famiglia e amici, calcio e macchine, non si scappa. I video meno cliccati (tutti intorno alle 5mila visualizzazioni l’uno) sono anche quelli più brevi, dove immortala dei momenti passati con moglie e figli, oltre a qualche video selfie in cui parla di calcio. Il clou del canale sono però le sue interviste in auto con calciatori olandesi in attività, quindici minuti di media registrati in macchina, con fino a 500mila visualizzazioni. I nomi sono quelli di Ziyech, El Ghazi, Locadia, Zivkovic, El Hamdaoui, insomma, tutti quei giovani talenti del calcio oranje che potranno imparare anche da lui su come non gettare al vento le proprie possibilità tra i professionisti.

Ecco il video più visto del canale YouTube di Andy van der Meyde: 507mila visualizzazioni nell'intervista con El Ghazi, esterno ex Ajax ora nel Lille

Alcol e strip club

Gettarle al vento: come mai? Perché lo stesso van der Meyde non si è mai nascosto dietro le proprie debolezze, causa scatenante di una carriera breve, spentasi come una candela al vento. Anni fa ai microfoni della BBC - come riporta un reportage del Sun - parlò del suo periodo milanese (due anni in tutto): “Uscivo e mi ubriacavo ogni sera, avevo smesso di pensare al calcio. Ero depresso e non giocavo più, così nel tempo diventai anche uno scommettitore accanito“. La svolta sarà poi quella dell’Everton - ma ancora più in negativo - fino a toccare il fondo. In Premier l’olandese gioca 23 partite in quattro stagioni, ma in compenso frequenta assiduamente locali e strip club della città. “Comprai una Ferrari, e la prima fermata era sempre al News Bar. Dopo qualche ora di alcol mi dirigevo allo strip club più vicino, ubriacarsi nel centro di Liverpool non era una mossa molto intelligente - disse proprio al Sun nel 2012 - ma avevo un forte desiderio di vedere delle donne nude”. Dunque il tradimento della moglie con - parole di van der Meyde - “una spogliarellista mora molto focosa”. Lisa, la consorte, lo fece spiare da un investigatore: “Ma io continuai a negare tutto anche dopo essere stato beccato”.

Quelle gonne troppo corte

In Inghilterra negli anni la situazione peggiorò allora sempre di più per van der Meyde: “A causa dei continui litigi con Lisa, della malattia di mia figlia e di quello che combinavo nei club cominciai ad avere problemi a dormire. Solo le pillole mi davano sollievo, e per due anni le rubai dagli uffici dei dottori presenti nei club, così da mixarle con del Bacardi e bottiglie di vino per riuscire a riposare”. Quindi lo stop. Pausa, e riflessione di coscienza, con il desiderio di evadere dai propri vizi e uscire da un tunnel distruttivo: “Non riuscivo più a pensare al calcio, fare festa era l’unica cosa in cui consistesse la mia vita al tempo: realizzai così che Liverpool mi stava uccidendo, la cocaina e le ragazze britanniche con le loro gonne corte erano tentazioni troppo forti per un ragazzo come me”. Quindi? Il ritorno in Olanda: zero presenze nel Psv nel 2010 e appena sei nel WKE nelle serie inferiori. Dunque il ritiro. Oggi c’è il suo brand a tenergli compagnia, la palestra, ma soprattutto ci sono i suoi video su YouTube dove il calcio è al centro di ogni suo pensiero. Lui, che del calcio ne è però un enorme rimpianto.