Sono tutti fuori e stanno bene i 12 ragazzini e l'allenatore che erano rimasti intrappolati nella grotta di Tham Luang il 23 giugno. "La notizia più bella dell'estate del calcio" scrive la Roma su twitter, il Manchester United li invita tutti allo stadio. La squadra dei Cinghiali non potrà però andare in Russia per la finale del Mondiale: i baby calciatori dovranno rimanere ancora in ospedale
Come un Mondiale. Perché da ogni parte del Globo sono arrivati mezzi, tecnologia e volontari. E perché ogni angolo della Terra per due settimane ha respirato la stessa angoscia. Tanto da trasformare una grotta nel nord della Thailandia nell'ombelico di un Mondo capace di specchiarsi nelle sue paure e di nutrirsi di quella solidale determinazione che rende possibili i miracoli. Ma perché la vicenda dei Cinghiali, la squadra di calcio di 12 ragazzini persi e ritrovati con il loro allenatore nelle viscere della terra, ha avuto una forza simbolica così globale? Probabilmente perché lì dentro c'è tutto, tutta la storia e l'essenza stessa dell'uomo.
C'è il vascello di giovani vite consegnate all'ancestrale paura del Minotauro, c'è il buio come dimensione sospesa tra il terrore e la rinascita (e che ha convinto il 14enne Powadek ad aspettare per giorni fuori dalla grotta il suo grande amico Nattawut solo per chiedergli se di quel buio avesse avuto davvero paura). C'è l'antro, tremendo portale che spalanca la dimensione degli inferi e che mette in comunicazione l'immanenza della realtà con la trascendenza della magia che domina la sorte. C'è la colpa che erode l'anima di un ragazzo di 25 anni che aveva perso tutto e che dedicandosi a quei bambini ha ritrovato il coraggio di vivere e insegnare, e c'è il perdono di quelle madri che lo liberano dal peso di una responsabilità che non abita in lui, ma nel destino. C'è l'eroismo di Saman, il sommozzatore volontario che ha perso la vita per salvare il mondo di sogni che animano quei ragazzi.
Ecco, i sogni. Quella materia affidata all'arte e dunque anche allo sport, perchè esorcizzi dolori e paure. Sogni a volte senza confini, a volte minimalisti. Per Chanin una bicicletta, per Prajac una carriera da professionista, per Sompong la Nazionale. Per tutti l'abbraccio di quegli affetti che sono legame indissolubile ma anche fragile diritto. Quella grotta, insomma, è la zona d'ombra dell'umanità, il perenne contrasto che rende transitoria la vita. L'insensatezza. Quella che secondo Wittgeinstein conduce alla corretta interpretazione del mondo. Ma che per una volta si scioglie in un'esultanza collettiva, come in un campo di calcio. Portando una risposta semplice a una domanda complessa. La filosofia da sempre si chiede cosa sia l'uomo: qualche volta, per saperlo, è sufficiente perdersi in un sorriso come questo.
Un membro dell'equipe di soccorso avrebbe dichiarato che sono sei i bambini messi in salvo e portati fuori dalla grotta. Fonti ufficiali Sky News confermano questo tipo di situazione.
I primi ragazzi portati fuori dalla grotta sono stati trasportati in elicottero all'ospedale di Chiang Rai, secondo un testimone.
"I due ragazzi sono usciti. Sono all'ospedale di campo vicino alla grotta" ha dichiarato Tossathep Boonthong, capo del dipartimento della salute di Chiang Rai. "Stiamo facendo test psicologici", ha aggiunto.
I due baby calciatori sono già diretti all'ospedale del campo.
Due dei ragazzi intrappolati si stanno avvicinando all'uscita della grotta di Tham Luang. Lo scrive il quotidiano Bangkok Post online e lo riporta l'ANSA.
Il capo della missione di salvataggio, Narongsak Osottanakorn, ha parlato ai giornalisti presenti. "Vista la complessità della grotta e le difficoltà dell'operazione, non possiamo dire quanto ci vorrà a prelevare dalla grotta il gruppo di baby calciatori". Il responsabile ha poi aggiunto che personale medico è presente nella grotta insieme all'equipe di soccorso per determinare lo stato di salute dei ragazzi e decidere l'ordine di uscita in base alla condizione fisica.
Butch Hendrick, sommozzatore esperto in salvataggi, presidente e fondatore di Lifeguard Systems, ha spiegato alla Cnn: “Le immersioni in una grotta sono incredibilmente pericolose e anche il migliore tra i migliori può morire”. Ha poi aggiunto: “Il problema dei passaggi stretti, e la poca visibilità, i salvataggi nelle grotte sono la cosa più pericolosa che possiamo fare”
L’operazione di salvataggio dei ragazzi e del loro coach è uno sforzo davvero globale con esperti arrivati direttamente dal Regno Unito, gli Stati Uniti d’America, la Cina, l’Australia, il Giappone, il Laos e il Myanmar. Altri stati hanno offerto supporto dando altro equipaggiamento.
16 giorni nella grotta
I 12 baby calciatori e il loro coach sono intrappolati nella grotta dal 23 giugno scorso. Si erano rifugiati all’interno a causa della pioggia. A bloccarli dentro il rigonfiamento di un torrente sotterraneo. L’allarme è stato lanciato da una delle mamme dei ragazzi preoccupata per il ritardo del figlio, che non era tornato a casa dopo l’allenamento. La macchina dei soccorsi, messa in piedi subito dopo, aveva permesso di trovare le bici e le scarpe da calcio dei giovani all'ingresso della cavità.
Il governatore: “I ragazzi sono motivati e decisi”
I ragazzi intrappolati nella grotta in Thailandia sono stati informati tutti dell'inizio delle operazioni di recupero e sono "molto determinati" e pronti a uscire. Sono estremamente "motivati" e decisi, come le loro famiglie. Lo ha assicurato in conferenza stampa il governatore della provincia di Chiang Rai, Narongsak Osatanakorn, citato dal Guardian. "Ci siamo esercitati tutto il giorno ieri. Vi assicuro che siamo molto preparati a questa missione", ha aggiunto.