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Anzhi, da Eto'o al rischio fallimento. Khabib si mobilita: "Mantenete vivo il sogno dei bambini"

Calcio

I daghestani rischiano il crack finanziario: i giocatori non vengono pagati, trasferte in aereo abolite e spazio al pullman perché costa meno. Khabib è sceso in campo in prima persona, dando il calcio d'inizio prima della sfida contro il Cska. Un gesto simbolico: "Questo club non può finire così". Appena 5 anni fa l'Anzhi spendeva 25 milioni per Eto'o e Roberto Carlos...

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Domandina per i fanatici del football made in Est Europa: “Ve lo ricordare l’Anzhi di Eto’o e Roberto Carlos?”. Qualche nostalgico avrà sorriso, i più curiosi si saranno documentati in rete. Dici Anzhi e pensi ai milioni di rubli di Kerimov, a Samuel Eto’o e Yury Zhirkov. All’Europa League contro l’Udinese e pure a Willian, oggi stella del Chelsea. Talenti e milioni. Ricordate, no? Bene, scordatevi tutto. Perché oggi, cinque anni dopo quel sogno infranto, l’Anzhi rischia di sparire dalla Russian Premier League. Forse neanche Khabib lo può salvare, ma ci arriveremo dopo. 

Situazione disastrosa, ai limiti del possibile, con giocatori senza stipendio da più di 6 mesi e un dissesto finanziario alle porte. Un esempio: l’Anzhi ha chiesto alla Federazione Russa di poter evitare le trasferte in modo tale da poter sostenere i costi di gestione. Richiesta respinta, nessuno sconto. Il suo portiere titolare – Yuri Dyupin – non viene pagato da 8 mesi e ormai si è abituato a viaggiare in autobus: 4 ore per andare a Khabarovsk, altre tre per Novosibirsk, ormai l'Anzhi si muove così. L’aereo è un lusso che non si possono permettere. Non sa come pagare il mutuo, non sa come mantenere la sua famiglia, tornando indietro - ovviamente - direbbe di no.

Khabib in prima fila per l'Anzhi

Dici Anzhi e pensi al Daghestan, regione complessa con una forte identità. Un posto in cui le bandiere del Daghestan vengono prima di quelle Russe, come nel Tatarstan e in Cecenia. L'Anzhi è l'estensione dei suoi tifosi. Non può sparire, tant'è che a suo favore si è mobilitato uno sportivo d'èlite: Khabib Nurmagomedov, campione in carica di arti marziali per la categoria pesi leggeri. Il protagonista della mega-rissa contro McGregor e il suo staff. Khabib, daghestano doc, legatissimo alla sua terra, è sceso in campo in prima persona per aiutare la squadra: "Il nostro team ha bisogno del nostro sostegno come mai prima d'ora. L'Anzhi non è un club, ma un sogno per tantissimi ragazzi". Come per Khabib, che a 12 anni girava intorno allo stadio alla ricerca di un biglietto. L'ha raccontato lui stesso in un post su Instagram: "Nel 2001 non avevo soldi, ma volevo entrare! Ci sono riuscito grazie ad un amico ma non c'erano posti a sedere, sono stato per 90 minuti in piedi. E cantavo!". Nell'ultima gara contro il Cska Mosca Khabib era allo stadio, ha dato il calcio d'inizio prima della sfida (poi persa 2-0). Il debito di 4,5 milioni grava sulla società: "L'accademia del club dà la possibilità a centinaia di bambini di costruire la loro carriera e di avere successo nello sport - ha detto Khabib - so quanto sia importante avere un esempio".  

Khabib in campo per l'Anzhi

La parabola dell'Anzhi, da Eto'o al rischio fallimento

C'era una volta un club che acquistava Eto'o per 25 milioni. Si chiamava Anzhi, aveva un patron pieno di soldi (tra i 150 uomini più ricchi del mondo) e un sogno: quello di regalare a una regione problematica una squadra di livello. C'era una volta e ora non c'è più, perché l'Anzhi sta per alzare bandiera bianca di fronte ai debiti. Niente più fondi e niente più campioni, come già accaduto a fine 2013: il club arriva terzo e non decolla, Kerimov decide di dire basta anche a causa di problemi di salute: "Troppo stress". Il tutto unito a uno spogliatoio pieno di crepe. Igor Denisov - al tempo capitano della Russia - accusa i tanti stranieri della squadra di essere lì soltanto per i soldi. Nascono un litigio, alcuni insulti razzisti e tanto rumore. E' la goccia che fa traboccare il vaso. Nel 2014 - dopo nessun trofeo e tanti malumori - Kerimov chiude i rubinetti: "Il budget verrà ridotto. I giocatori più costosi lasceranno il club quanto prima, venderemmo le stelle"Lassana Diarra, Diego Tardelli, Jucilei, Zhirkov, Roberto Carlos, lo stesso Eto'o e anche Kokorin, la cui permanenza all'Anzhi durò appena un mese. Il club viene ridimensionato e non ingrana, nel 2014 retrocede in Serie B. La minaccia di Kerimov non servì a nulla: "Se dovessimo andare in Serie B, costruirò un acquapark al posto dello stadio". Cosa mai fatta. Oggi l'impianto è ancora lì, mentre il patron ha lasciato la presidenza nel 2016 abbandonando il club al suo destino. Senza campioni, senza stelle, senza futuro e senza soldi. Ma soprattutto senza sogni. Forse la cosa che fa più male.

Eto'o ai tempi dell'Anzhi