L’ex giocatore del Boca ha commentato con parole dure la decisione di far giocare il Superclasico al Bernabeu: “In Argentina abbiamo poche cose tipiche, fra cui il Superclasico che ci hanno appena portato via. E’ come se Barcellona-Real Madrid si giocasse alla Bombonera”. Poi condanna gli scontri: “Non voglio che diventino la normalità”
Il conto alla rovescia è partito. Per la terza volta, dopo che lo scorso 24 novembre – e per tutto il giorno seguente - gli incidenti all’esterno dello stadio hanno impedito il regolare svolgimento della finale del secolo. River e Boca sono pronti a ritrovarsi gli uni contro gli altri. Lo faranno lontano dalla propria gente, lontano dall’Argentina. Il teatro del Superclasico più atteso di sempre sarà Madrid, con il Bernabeu pronto a riempirsi per la sfida. L’appuntamento è fissato per domenica 9, alle ore 20:30 locali (in patria saranno le 16:30). Anche se, probabilmente, la sfida è già iniziata. Almeno per i tifosi del Boca, che hanno voluto scortare il pullman della squadra all’aeroporto affollando le strade con tanto di tamburi, fumogeni e cori.
“Sarà l’amichevole più costosa della storia”
Certo, nessuno almeno in Argentina è felice della decisione presa dalla CONMEBOL. Uno su tutti, Juan Roman Riquelme. Una vita per il Boca, tanto agli inizi quanto alla fine. Più di 180 partite giocate, nove le sfide con il River. Insomma, sa bene tutto quello che questo match può significare. In campo e fuori: “Che dire, sarà l’amichevole più costosa della storia – ha commentato con parole dure ai microfoni di Radio Mitre – in Argentina ci sono poche cose tipiche. Abbiamo le grigliate, il dulce, il leche. Poi il Superclasico. Peccato che quest’ultimo ce l’abbiano portato via. Era la nostra partita, quella fra le squadre più importanti d’Argentina, quelle che hanno portato il nostro calcio in cima al mondo ed è triste che si giochi all’estero. È come se una finale fra Real Madrid e Barcellona si giocasse nello stadio del Boca o del River”. Un discorso quello dell’ex giocatore argentino che non si ferma al presente, ma che prova a vedere anche oltre: “Come ci comporteremo quando le due squadre dovranno affrontarsi nuovamente? Le faremo giocare ancora in un altro paese? Quando l’anno prossimo sarà tutto normale, allora ci chiederemo per quale motivo questa sfida non è stata giocata in Argentina”. Certo, Riquelme non dimentica comunque gli scontri che ci sono stati all’esterno del Monumental e che hanno costretto gli alti vertici del calcio a optare per la sospensione e il rinvio del match: “Quello che è successo è molto brutto – ha sentenziato - amo il mio paese e non voglio che i miei figli si abituino a certe cose. Non voglio che pensino sia normale che le persone lancino pietre o vogliano ferire un'altra persona. Non voglio diventi normale dire: ‘Ha sparato’”.