Il tribunale di Bangkok ha ordinato la scarcerazione del calciatore del Bahrain. Il suo Paese ha ritirato la domanda di estradizione e Hakeem ha potuto fare ritorno in Australia dove aveva già ottenuto asilo politico
È terminato l'incubo di Hakeem Al-Araibi. Il calciatore del Bahrain è stato rilasciato dalla prigione thailandese ed è subito partito alla volta di Melbourne, dove ad accoglierlo all'aeroporto c'erano amici, familiari - visibilmente commossi - e tanti tifosi che si sono affezionati alla sua storia. Al-Araibi era stato arrestato lo scorso novembre a Bangkok, dove si trovava in vacanza, dopo essere stato per lungo tempo in Australia, Paese nel quale aveva ricevuto asilo politico. L'accusa che pendeva sul 26enne e che ha fatto scattare l'ordine di cattura internazionale, eseguito poi dall'Interpol, era di aver partecipato al rogo appiccato a una stazione di polizia nel 2014, in occasioni delle manifestazioni antigovernative durante la Primavera araba, sebbene in quel momento il giocatore fosse impegnato sul campo e ben visibile in diretta televisiva. Dopo quasi tre mesi di detenzione, il Bahrain ha ritirato la domanda di estradizione e il tribunale thailandese, come reso noto dal portavoce Suriyan Hongvilai, ha ordinato il rilascio immediato di Hakeem. "Vogliamo ringraziare il governo thailandese per la decisione presa - ha dichiarato il primo Ministro australiano, Scott Morrison -. Durante il processo sono state ascoltate le nostre perplessità e di coloro che hanno preso a cuore questa vicenda". In tanti, infatti, si erano mobilitati affinché fosse liberato. Le immagini di lui in catene avevano fatto il giro del mondo e impressionato più di qualcuno, tra cui Giorgio Chiellini che si era esposto in prima persona, facendo appello per un suo immediato ritorno a casa. Per Hakeem è arrivato l'epilogo migliore di una brutta storia, da lasciarsi al più presto alle spalle.