Antonio Conte racconta il Trap: "Un secondo padre"

Calcio

L'ex juventino, allenatore, ed ex Ct dell'Italia deve molto al Trap che lo ha accudito quando era un "giovane di belle speranze" . Un rapporto speciale lega i due e Conte lo racconta in questa intervista esclusiva a Sky Sport24 per celebrare gli 80 anni di Trapattoni

L'ALFABETO DEL TRAP - TRAP AL TEMPO DELLA TRAP

L’UOMO DELLA DOMENICA: TRAPATTONI, UN FISCHIO UNA LEGGENDA

Dal Lecce il grande salto alla Juventus, per volere di Trapattoni. Correva l’anno 1991. Oggi Conte, dopo una carriera in bianconero, è allenatore( e uomo) migliore anche grazie agli insegnamenti di quello che l’ex Ct della Nazionale definisce “un padre”.

"Trapattoni ha lasciato una grande eredità, sicuramente è uno degli allenatori più importanti della storia del calcio italiano. Io ho avuto la fortuna di conoscerlo bene ed imparare da lui. Ancora ricordo il mio primo anno a Torino, un po’ difficile per me, ma alla fine di ogni allenamento, il Trap ed il suo assistente Sergio Brio, si fermavano a darmi ripetizioni tecnico-tattiche: per un ragazzo appena arrivato da Lecce era qualcosa di fantastico. Il fatto che una persona che aveva vinto così tanto si fermasse con un giovane di belle speranze mi responsabilizzava e mi rendeva orgoglioso. Ecco, anche questo è Trapattoni.

Cosa mi manca del mister? Il suo essere padre, l’affetto che dava ai giocatori, ti trasferiva fiducia. Quello che oggi inizia un po’ a mancare nel rapporto che c’è tra allenatori e calciatori.

Se nel Conte allenatore c’è qualcosa di Trap? “Sì, penso che ci sia nella gestione e nel dire le cose sempre in maniera diretta, con grande schiettezza. Anche Trap preferiva dire una brutta verità piuttosto che una bella bugia. Io appartengo a quel tipo di allenatori: non mi piace prendere in giro i giocatori anche perché era la cosa che più odiavo quado ero giocatore. Ho sempre preferito un rapporto schietto, diretto".

E allora, ecco l'augurio speciale di Conte per i "primi" 80 anni del Trap. "Auguri mister, e grazie per quello che mi ha dato, dal punto di vista umano e tecnico, non smetterò mai di ringraziarla. L’ho sempre considerato un secondo padre e lo sarà sempre".

Il fischio del Trap? Lo riconoscevi anche da lontano. Io? Mai riuscito a farlo".