Il racconto della storia del pallone attraverso i profili di 50 protagonisti - giocatori, allenatori, arbitri - che hanno influenzato il calcio, scelti dal giornalista di Sky Sport e arricchiti dalle illustrazioni di Massimiliano Aurelio
"Ci sono tutti i migliori ma non sono i 50 migliori". Paolo Condò presenta così il suo nuovo libro, "La storia del calcio in 50 ritratti", edito da Centauria. Una selezione di uomini (giocatori, allenatori, arbitri) che in qualche modo hanno contribuito a scrivere o cambiare la storia del calcio: a ognuno di loro, il giornalista di Sky Sport ha dedicato un breve profilo attingendo anche dalle proprie esperienze o dai ricordi personali. Ad arricchire il volume, le illustrazioni di Massimiliano Aurelio. Eccone alcuni
ROBERTO BAGGIO. "Eravamo tutti buddhisti, in quell'estate del '94". Un Mondiale "lontano, assurdo, drammatico e ruggente", di cui "Baggino fu il pifferaio magico". Fino a 11 metri dalla gloria (credit: Massimiliano Aurelio)
DAVID BECKHAM. "Il calciatore più bello di sempre, o per lo meno il più bello fra quelli bravi". Basta come motivo per trovare spazio tra i 50?, si chiede Condò. Sì, "perché David era bravo sul serio, ma in fondo nessuno se n'è mai accorto perché l'esagerata bellezza finiva per inficiare il giudizio tecnico". E poi perché si tratta del primo giocatore "icona pop", che "segna la trasformazione del calciatore in idolo globale": il matrimonio con Victoria, le pubblicità, il gossip... (credit: Massimiliano Aurelio)
ZVONIMIR BOBAN. Icona del calcio croato, ma non solo. Uomo, oltre che giocatore, di intelligenza superiore. Curioso, colto: Condò ne traccia il profilo ricordando una notte a Zagabria in cui fece da "guida turistica" a un gruppetto di fortunati giornalisti al seguito della nazionale (credit: Massimiliano Aurelio)
JEAN-MARC BOSMAN. Ha cambiato la storia del calcio, eccome se l'ha cambiata, senza essere un campione. Con una legge che porta il suo nome e che ha reso milionaria la figura del calciatore moderno. Finendo, però, sul lastrico (credit: Massimiliano Aurelio)
CARLOS ALBERTO. Nella squadra più forte della storia del calcio, il Brasile del 1970 dei cinque numeri 10, lui era il terzino destro. E "c'è qualcosa di simbolico nel fatto che sia proprio lui a firmare il gol più bello di quella formazione infinita", quello del 4-1 all'Italia nella finale del Mondiale (credit: Massimiliano Aurelio)
BRIAN CLOUGH. Carattere impossibile, "ma gente così scrive la storia, e il modo in cui il tecnico assemblò il Nottingham descrive un genio artigiano". In poche parole, "il miglior allenatore inglese di sempre" (credit: Massimiliano Aurelio)
PIERLUIGI COLLINA. Non solo giocatori o allenatori, nella galleria di Condò. Perché anche un arbitro può contribuire a cambiare la storia del calcio: "nessuno come lui, nemmeno nell'interpretare il regolamento adattandolo al contesto" (credit: Massimiliano Aurelio)
CRISTIANO RONALDO. "Un fuoriclasse convinto che la sua curva ascensionale possa essere infinita, a patto di alimentarla con fatiche ogni giorno maggiori. Per lui il talento non è un tesoretto da farsi bastare, ma un punto di partenza" (credit: Massimiliano Aurelio)
JOHANN CRUYFF. Nella combinata tra meriti da giocatore e da allenatore, "il più influente uomo di calcio". Protagonista di due rivoluzioni, in Olanda prima e al Barcellona poi, da tecnico. Le sue idee continuano a influenzare il gioco del calcio ancora oggi (credit: Massimiliano Aurelio)
ALFREDO DI STEFANO. "Una volta ho stretto la mano ad Alfredo Di Stefano", racconta Condò. Successe nella tribuna d'onore del Santiago Bernabeu: "per noi uno stadio, per lui il presidente del suo Real. Un vecchio amico, insomma" (credit: Massimiliano Aurelio)
MARCO VAN BASTEN. "La storia dello sport è piena di ingiustizie ma ci si mette del tempo per rassegnarsi all'idea che Marco van Basten abbia giocato fino a 28 anni soltanto, come un James Dean del football" (credit: Massimiliano Aurelio)
DINO ZOFF. Capitano, leader morale, prolungamento in campo del "Vecio" Bearzot al Mundial 82. Non solo ha fermato il tempo, "l'ha fatto addirittura tornare indietro vincendo il Mondiale a 40 anni dopo averne perso un altro a 36 per errori connessi - vulgata popolare non priva di fondamento - all'età che avanza" (credit: Massimiliano Aurelio)
MARCO TARDELLI. Un urlo, il bacio di una coppia di innamorati. A raccontare l'aneddoto che innesca la penna di Condò è la figlia di Tardelli, Sara. Una delle tante storie italiane legate all'esultanza iconica per eccellenza (credit: Massimiliano Aurelio)
FRANCESCO TOTTI. Una bandiera capace di vestire una sola maglia in carriera, con la consapevolezza di rinunciare a titoli e vittorie che altrove avrebbe ottenuto con grande facilità. Oltre alla classe sconfinata, è il motivo con cui Condò inserisce Totti tra i suoi 50, vincendo il "ballottaggio" con Gigi Riva, il suo "cinquantunesimo" (credit: Massimiliano Aurelio)
GEORGE WEAH. Una corsa coast-to-coast che riaffiora alla memoria ogni volta che si pronuncia il suo nome. Per riuscire in una simile impresa occorrono 4 doti, le stesse che servono a un buon capo di Stato (credit: Massimiliano Aurelio)