A tutto Ibra: l'attaccante svedese nel corso di una lunga intervista concessa a GQ ha raccontato i motivi degli scontri con Materazzi: "Era cattivo, aspettavo di stenderlo da 4 anni per un'entrata assassina che mi fece quando ero alla Juve". Poi ha svelato un curioso desiderio per il futuro: "Vorrei recitare con The Rock in un film di Tarantino, che è la storia del cinema come io lo sono del calcio"
Dalle scintille con Marco Materazzi all’ammirazione per Quentin Tarantino, fino a un sogno nel cassetto molto particolare. Non solo il possibile ritorno in Italia, sono tanti gli argomenti trattati da Zlatan Ibrahimovic nella lunga intervista rilasciata a GQ. Mai banale Ibra, che innanzitutto ha voluto chiarire proprio il motivo dello scontro con l’ex difensore ed ex compagno di squadra all’Inter (la cui risposta non si è fatta attendere) nel derby della stagione 2010/11, quando lui vestiva la maglia del Milan. "Quando giocavo con la Juventus – ha raccontato lo svedese – Materazzi mi fece un’entrata assassina e mi fece molto male. Lui era un calciatore cattivo, uno che voleva farti male veramente. Nel derby del 2010 ci siamo ritrovati contro. Nel secondo tempo mi fece una carica e a quel punto io gli feci una mossa di Taekwondo, mandandolo in ospedale. Stankovic venne a chiedermi perché lo avessi fatto. Io risposi che aspettavo quel momento da quattro anni".
Tarantino, Alì e… il film con The Rock
Ibra – come di consueto - si è poi lasciato andare ad un paragone che ha messo in risalto la smisurata considerazione che ha di sé: "Penso che Quentin Tarantino sia la storia del cinema – ha aggiunto l’ormai ex Los Angeles Galaxy -, così come io sono la storia del calcio. Lui è innamorato del cinema allo stesso modo in cui io sono innamorato del calcio. Ha passione, si vede. È un genio un po’ matto, si vede che ama ciò che fa e vuole trasmetterlo al pubblico. Un po' come Muhammad Alì, che è un altro mito sia come persona che come atleta". E proprio in un film di Tarantino lo svedese vorrebbe recitare una volta terminata la carriera da calciatore: "Non so ancora cosa farò, intanto giocherò ancora. Però mi piacerebbe recitare in un film d’azione di Tarantino, magari con Dwayne Johnson, "The Rock". Lui è un attore che rispetto molto perché rappresenta il vero American Dream. Ma io vorrei fare la parte del cattivo e spaccargli la faccia".
L’importanza della famiglia e il calcio negli USA
In chiusura un Ibra inedito ha parlato anche dell’importanza della sua famiglia, su tutti della moglie Helena: "È la prima persona che devo ringraziare, con me ha avuto tanta pazienza. Non sono una persona facile e starmi dietro, cambiando tanti Paesi, non è semplice. Ma grazie a lei e ai miei due figli sono cambiato. Quando mia moglie non c’è e Maximilian e Vincent hanno fame io cucino, ma non sono bravo. Faccio sempre qualcosa di semplice, degli spaghetti con il parmigiano o con il burro. Loro però dicono sempre che preferiscono la consegna a domicilio, giustificandosi con il fatto che in America si usa così. Sono furbi…". E sul modo di vivere lo sport negli Stati Uniti il campione svedese ha parecchio da ridire: "Negli USA lo sport è molto costoso e io, ad esempio, per far giocare i miei figli in una buona squadra devo pagare 3.500 dollari per ogni bambino. Non mi infastidisce la cifra, ma il concetto. Non tutti hanno i soldi necessari e lo sport deve essere per tutti perché unisce le razze e i popoli. Questa cosa mi dispiace, il calcio è lo sport più bello del mondo. Pelé giocava con una palla di stracci ed è diventato un campione con niente. Ma in America i padroni delle squadre non hanno passione, per loro si tratta soltanto di business. Non come per Moratti, un grande tifoso che aveva cuore e faceva il presidente per vincere".