Razzismo in Italia, il report dell'Associazione Italiana Calciatori sul fenomeno
L'Associazione Italiana Calciatori ha analizzato gli episodi di razzismo ai danni dei giocatori, focus che attraverso i numeri prende in considerazione tutti i campionati e le aree geografiche in Italia. Allarmante l'aumento del fenomeno nei tornei giovanili. Ecco i dati emersi nello studio "Calciatori sotto tiro"
"L’Italia non è un Paese razzista, ma in Italia c’è un problema legato al razzismo". Le parole di Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, introducono il focus relativo alla stagione 2018/19 sulle discriminazioni nel mondo del calcio. Una piaga analizzata attraverso tutti gli episodi dalle aree geografiche ai campionati professionistici e dilettantistici fino ai tornei giovanili, dove il fenomeno registra un aumento preoccupante. Ecco quanto emerso da "Calciatori sotto tiro", il report dell’AIC
La Serie A contro il razzismo, la lettera dei 20 club
Secondo i dati dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Calciatori, che fanno riferimento alla scorsa stagione sportiva, il 66% degli episodi di razzismo si verifica allo stadio ovvero all’interno delle strutture degli impianti di gioco. Il restante 34% avviene invece sul campo dove, principalmente, i protagonisti risultano i calciatori stranieri insultati o minacciati
Balotelli e i cori razzisti, la lettera da Crotone
Per quanto riguarda gli episodi di razzismo nello stadio e in campo, rispettivamente con il 42% e il 57% dei casi la maggior parte si verifica nel Nord Italia. Valori significativi anche al Centro (37% dei casi censiti all’interno degli stadi), percentuali inferiori al Sud dove il dato risponde al 21% in entrambe le categorie. Lo studio dell’AIC tiene in considerazione che, in regioni come Lombardia e Lazio, si concentrano il maggior numero di partite e pertanto il dato più elevato in materia di episodi di discriminazione
Fa il verso della scimmia a Fred: arrestato e licenziato
Se a livello di area geografica è il Nord Italia ad accumulare il maggior numero di episodi di razzismo dentro gli stadi, il Lazio è la regione in cui sono censiti il numero più alto di casi (21%, 1 caso su 5). Segue la Lombardia con il 19% degli episodi davanti alla Toscana (12%). Le percentuali inferiori (2%) spettano a Emilia-Romagna, Campania e Molise tra le regioni che ne hanno registrato almeno uno. Per quanto riguardo le province, Roma (14%) occupa la posizione più alta in questa categoria: a seguire Milano (9%), Padova e Torino (7% a testa), oltre a Bergamo (5%) come tre province del Centro Italia (Frosinone, Perugia e Prato)
Cori razzisti a Lukaku, Uefa non aprirà inchiesta
Il fenomeno del "razzismo nello stadio" coinvolge tutte le categorie da quelle professionistiche alle dilettantistiche e giovanili. Sono soprattutto i calciatori di Serie A ad essere vittime di episodi di discriminazione, giocatori prevalentemente provenienti dal continente africano o dall’Est Europa. L’AIC riporta come tra le società più interessate nei tornei professionistici vi siano Bologna, Foggia, Genoa, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli, Roma, Ternana e Torino. A preoccupare per la percentuale (16% dietro solo alla Serie A con il 32%) sono i campionati giovanili (Primavera, Allievi, Esordienti e Giovanissimi)
Lascia il campo dopo cori razzisti: squalificato
Spostandoci nella categoria "razzismo sul campo", il fenomeno emerge esclusivamente nei campionati dilettantistici con particolare rilevanza in quelli giovanili. Secondo i dati dell’AIC, invece, pare assente tra i tornei professionisti. Ne fanno parte gli episodi nei quali i calciatori, allenatori o altri presenti sul campo da gioco, minacciano o colpiscono i giocatori della propria squadra o di quella avversaria. Se alcune regioni non fanno registrare episodi in questa categoria, il 22% dei casi censiti si verifica in Lombardia: seguono con il 13% Toscana e Veneto davanti a Piemonte, Sardegna e Calabria (tutte al 9%)
Taison squalificato: aveva reagito a cori razzisti
Il "razzismo sul campo" sembra essere un fenomeno quasi esclusivamente limitato alla realtà giovanile: davvero impressionante il 70% dei casi censiti, circoscritti proprio ai campionati disputati dai più giovani. I protagonisti indicati dall’AIC non sono solo i giocatori ma anche allenatori, genitori e tifoserie. Considerando i campionati dilettantistici, invece, dati significativi si registrano nei tornei di Terza Categoria e Promozione oltre alla Serie D ma sono ancora più preoccupanti la Prima e la Seconda Categoria (9% degli episodi stimati in entrambe). Numeri che fanno riflettere come sostiene Damiano Tommasi: "Questo report ci dà lo spunto per far suonare qualche campanello d’allarme"
Le news di Sky Sport su Facebook Messenger: iscriviti