Allegri al New York Times: "Il calcio è arte. Schemi e tattiche? Cavolate"

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L'ex allenatore della Juventus ha parlato in esclusiva al NY Times: "Come trascorro il tempo? Leggo molto e guardo tante partite. Mi piacciono Klopp, Guardiola, Gasperini e il Cagliari". Poi su schemi e tattica: "Sono cavolate. Dei giocatori devi vedere come muovono le gambe, come i cavalli"

Massimiliano Allegri, dopo i cinque anni di trionfi sulla panchina della Juventus, ha deciso di fermarsi. Sta osservando da lontano la lotta scudetto fra i bianconeri e l'Inter, marcati stretti anche da Lazio e Roma. Lui che, come scrive il New York Times, potrebbe avere qualunque lavoro ma che al momento non ne ha nemmeno uno: "Non mi sono preso un anno sabbatico. Solo una pausa". L'intervista dell'allenatore al quotidiano americano inizia così. Calcio e non solo, nella sua vita adesso c'è anche altro: "Sto leggendo molto, soprattutto Thriller. Ma anche un libro su Amedeo Modigliani. Sono andato a Londra per visitare una sua mostra". Le partite non le sta preparando sul campo, ma davanti alla tv: "Mi alleno guardando tantissimi match. Molti di più di quando sto in panchina, perché lì il tempo a disposizione è poco e mi posso permettere solo video che non durino più di cinque minuti. Cerco di capire cosa farei se mi trovassi in certe situazioni,  come risponderei all'allenatore avversario". L'ippica resta la sua seconda grande passione e se la porta sempre dietro: “Federico Tesio, il più grande allenatore della storia, spiegava che puoi capire come correrà un cavallo da come muove le gambe al mattino. Stessa cosa con i calciatori: per vedere se un giocatore è in forma bisogna guardargli le gambe in allenamento, non il computer". Allegri studia anche i suoi colleghi, li ammira. A partire da Klopp e il Liverpool: "Segnava con molta facilità anche al Borussia, ma ora ha pure solidità difensiva". Poi c'è Guardiola e il City, così come il suo vecchio Cagliari in zona Champions e l'Atalanta: "Con Gasperini è grande intrattenimento, gioca l'uno contro uno su tutto il campo". 

"Gli schemi una cavolata"

Per Allegri: "Il calcio è arte e gli artisti sono i grandi campioni. A loro non devi insegnare niente, ma solo ammirarli e metterli nelle condizioni di fare bene. L'allenatore è spettatore dello spettacolo che fa il giocatore". Lui, di grandi giocatori, ne ha avuti eccome: "Quando la palla arriva ai Ronaldo, ai Dybala, ai Ronaldinho, Seedorf o Pirlo io devo mettere in condizione gli altri di far arrivare la palla a questi, ma poi quando loro hanno la palla decidono loro cosa fare, qual è la scelta migliore". Continua dunque la sua crociata contro la complessità nel calcio: "Gli schemi e la tattica sono cavolate, così come l'idea che sia meglio per un tecnico assistere alla partita dalla tribuna per vedere i movimenti dei suoi giocatori dall'alto. L'allenatore deve stare in panchina, respirare la partita. Deve guardare i suoi ragazzi in faccia, capendo di cosa hanno bisogno. Se è il momento di cambiarli o di dire loro una parola di conforto. Dalla tribuna puoi solo ordinare un cambio con il cellulare, come un tifoso. In campo la percezione è diversa".