Paraguay, nuovo fermo per Ronaldinho: "Passaporti falsi"

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L'ex giocatore brasiliano fermato per la seconda volta nell'arco di 72 ore insieme al fratello ad Asuncion per aver utilizzato passaporti falsi. Richiesta la detenzione preventiva

Non hanno fine le disavventure di Ronaldinho con la giustizia paraguaiana. L'ex giocatore di Barcellona e Milan è stato arrestato venerdì ad Asuncion per la seconda volta in 48 ore con l'accusa di essere entrato nel Paese con un passaporto falso. Dopo essere stato protagonista di un episodio dalla risonanza mondiale nella giornata di mercoledì, quando era stato fermato in stato di arresto ad Asuncion in compagnia del fratello Roberto de Assis con l'accusa di possesso di passaporti falsi per poi essere rimesso in libertà dopo 24 ore, ora Dinho - in Paraguay per presentare il suo libro "Genius of Life" e partecipare ad iniziative benefiche - è nuovamente in stato di fermo. "Il procuratore generale ha ordinato la rettifica della posizione presentata dall'unità per i crimini organizzati - si legge nella nota ufficiale emessa dal Fisco paraguaiano - l'ufficio del procuratore generale ha emesso un mandato di arresto e ha accusato il giocatore Ronaldinho di utilizzare un documento di identità falso. Ha richiesto la sua detenzione preventiva". Il caso sarà affidato al procuratore Omar Legal e lo stato di fermo riguarda anche Roberto de Assis, fratello di Ronaldinho. A fornire all'ex fuoriclasse brasiliano e suo fratello i documenti sarebbe stato un imprenditore brasiliano, Wilmondes Sousa Lira, pure lui sotto custodia. 

Dal sospiro di sollievo al nuovo arresto

Nell'arco di 24 ore le prospettive per Ronaldinho in Paraguay sono notevolmente cambiate. Nella serata di giovedì il pubblico ministero Federico Delfino aveva spiegato che l'ex stella brasiliana e suo fratello erano "stati ingannati in buona fede". Secondo le autorità locali, i due avevano ammesso l’errore ed erano stati dispensati da un eventuale processo in base al "criterio di opportunità", di una misura prevista dal Codice penale del Paraguay, usata quando i sospetti ammettono di aver commesso un reato e di non avere precedenti penali sul suolo paraguaiano. Il pm aveva anche sottolineato il contributo rilevante fornito da Ronaldinho alle indagini. Le autorità avevano comunque deciso di procedere contro tre persone: uno è l’uomo d’affari Wilmondes Sousa Lira, che per la difesa dell'ex milanista è responsabile di un traffico di passaporti del Paraguay falsi. Per lui il pm ha già disposto l’arresto. Rimangono agli arresti anche le due donne, Maria Isabel Galloso ed Esperanza Caballero, che avrebbero fornito i loro dati per clonare i documenti poi usati dall’ex fuoriclasse e dal fratello.