L'ex centrocampista della Roma ha raccontato il cambio di ruolo scelto dal suo allenatore ai tempi in giallorosso: "'E Francesco?' Gli risposi così, ma mi spiegò che Totti avrebbe fatto la punta. Non ero convinto, ma aveva ragione lui"
Quasi 600 partite da professionista e 58 gol con le maglie di Reggina, Juventus, Bari, Chievo e Roma: basta questo per descrivere la straordinaria carriera di Simone Perrotta. I 9 anni in giallorosso sono sicuramente quelli della sua maturazione e affermazione a grandi livelli, con due Coppe Italia e una Supercoppa conquistate ad aggiungersi ovviamente al Mondiale del 2006 conquistato da titolare con la Nazionale di Marcello Lippi. La svolta nella carriera di Perrotta ha però un momento ben preciso, come ha raccontato lo stesso ex calciatore a Casa Sky Sport. Spalletti decide di avanzarlo nel ruolo di trequartista, una scelta che non lo convinceva ma che alla fine è stata decisiva per tutta la sua carriera: "Mi ricordo perfettamente quando mi spiegò il cambio di modulo. Appena mi disse che avrei fatto il trequartista gli risposi: 'E Francesco?'. Mi disse che Totti avrebbe giocato da attaccante e io subito dietro di lui. Quella scelta nacque per un'esigenza e io non ero molto convinto, ma Spalletti ebbe ragione. Fu una genialata".
"Il Mondiale 2006 e il matrimonio di mio fratello..."
Se il miglior Simone Perrotta si è visto probabilmente con la maglia della Roma, quello più vincente è stato sicuramente in maglia azzurra. Un campionato europeo under 21 nel 2000, prima dello straordinario Mondiale conquistato in Germania nel 2006. Una spedizione alla quale Perrotta non pensava nemmeno di dover partecipare: "Mio fratello decise di sposarsi nell'estate del 2006 e un anno e mezzo prima mi chiese quale data avrebbe potuto scegliere. Gli dissi di non farsi troppi problemi perchè sicuramente non sarei andato al Mondiale. Lui per scrupolo scelse l'11 luglio, due giorni dopo la finale. In qualche modo aveva previsto la mia partecipazione e la vittoria della Coppa del Mondo. Ebbe ragione lui, visto che giocai 7 partite in quel Mondiale".
"Rigiocherei Roma-Sampdoria del 2010, quello scudetto è l'unico rammarico"
Un percorso, quello di Perrotta nel mondo del calcio e soprattutto con la maglia della Roma, che è però privo della ciliegina sulla torta chiamata Scudetto. Un campionato che ha sfiorato in due circostanze in giallorosso: nel 2008 con Spalletti in panchina e nel 2010 con Ranieri. Perrotta non ha dubbi nel scegliere la mancata vittoria che lo ha fatto soffrire di più: "Sicuramente ho rosicato di più nel 2010, eravamo a un passo da un sogno. Abbiamo fatto una cavalcata incredibile e c'erano tutti i segnali che facevano pensare che quello era l'anno buono per noi. Se potessi tornare indietro, l'unica partita che rigiocherei è quel Roma-Sampdoria che ci fece perdere il primo posto. Mi rimane questo rammarico, anche se quando fai una rincorsa del genere può capitare che le energie mentali vengano meno".
"Quando vado all'estero e dico Roma, mi rispondono Francesco Totti"
Dopo aver ricordato la sua Roma, Perrotta ha parlato anche della squadra attuale. Una società però priva di Francesco Totti. Un'assenza che lascia stranito anche l'ex centrocampista: "Quando vado all'estero e dico Roma, le persone mi rispondono Totti ancora prima del Papa. Fa strano vederlo fuori, mi auguro che quell'amore che c'è stato in passato possa tornare. Chi rappresenta al meglio la Roma di oggi? A detta di mio figlio è Zaniolo". Perrotta ha fatto poi un quadro generale con le differenze principali tra il calcio moderno e quello vissuto da lui: "E' cambiato soprattutto il rapporto nello spogliatoio. Ai miei tempi il cellulare era bandito e quelle ore passate con i compagni davano la possibilità di condividere tutto, anche insicurezze e problemi. I social ti negano una conoscenza profonda dei compagni di squadra".