Ronaldinho racconta il carcere: "Non è stato facile"

Calcio

Il brasiliano racconta l'esperienza in carcere: "Non è stato facile, ma ho provato a restare allegro giocando a calcio. Sono stati 60 giorni particolari, quest'esperienza complicata resterà per sempre in tutti noi. I domiciliari in hotel? Mi trattano bene, hanno trasformato la sala in un campo da calcio e giochiamo tutti i giorni. Spero che il coronavirus venga sconfitto presto e che tutto torni alla normalità"

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Classe ed eleganza in campo, simpatia contagiosa e sorriso sempre stampato in faccia fuori. Nei mesi scorsi l'allegria di Ronaldinho è stata però messa a dura prova da un'esperienza difficile, quella del carcere. Oggi l'ex fuoriclasse brasiliano è ancora ai domiciliari in un albergo di Asuncion, in Paraguay, dopo essere stato condannato per l'ingresso nel paese con un passaporto falso. Oltre la detenzione forzata in carcere, in Sudamerica c'è anche anche il lockdown per il coronavirus che sta allungando i tempi. Ronaldinho ha raccontato questi difficili momenti in un'intervista rilasciata a Mundo Deportivo: "Non è sempre stato facile, ma ho provato a restare allegro facendo quello che so fare meglio, giocare a calcio – le sue parole – Sono triste quando non posso rendere felici le persone, ma per fortuna ho avuto pochi infortuni in carriera. Qui in hotel mi trattano benissimo, sono tranquillo e cerco di affrontare con serenità la situazione. Ma sono stati 60 giorni particolari, la gente a casa può immaginare cosa significhi non poter fare quello a cui si è abituati. Credo che vivere quest'esperienza così complicata rimarrà per sempre in tutti noi".

"Il mio hotel trasformato in un campo da calcio"

L'unica costante è il pallone, che non manca mai. "Anche in hotel possiamo fare sport tutti i giorni, abbiamo una palestra dove possiamo lavorare e una sala che ci hanno adattato per giocare a calcio". In Sudamerica l'ondata del coronavirus è ancora forte, Ronaldinho è quindi costretto a un doppio lockdown: "Spero che tutto torni alla normalità e che riesca a tornare presto a casa. E, ovviamente, spero che tutto torni a essere come prima".

Il fenomeno brasiliano, con le manette ai polsi nascoste da un panno rosa, condotto nel Palazzo di Giustizia di Asuncion, in Paraguay, per l'udienza che ne ha stabilito la cauzione - ©Getty