
L'addio dei ribelli: Maradona morto il 25 novembre come Fidel Castro e Best
Alcuni la chiameranno coincidenza, altri la interpreteranno come un segno del destino. Diego Armando Maradona è morto il 25 novembre, lo stesso giorno in cui venne a mancare nel 2016 Fidel Castro, leader cubano e suo grande amico. Due animi rivoluzionari e ribelli, come George Best, anche lui scomparso il 25 novembre del 2005: una data che è destinata a fare la storia

L'INCONTRO TRA DIEGO E FIDEL. Ad accomunare Maradona e Fidel Castro non c'è solo una spiacevole data e lo spirito rivoluzionario, ma una lunga amicizia che è diventata sempre più solida nel corso degli anni. All'inizio tanti scambi epistolari e scambi di regali, poi il primo incontro ufficiale nel 1987. Tra i due c'era tanta stima ed entrambi avevano già segnato un'epoca, con una comunanza di obiettivi e desideri che li avrebbe avvicinati più che mai
FUTBOL Y PASION. Lo spirito latinoamericano di entrambi si rifletteva anche nella loro passione per il calcio e lo sport in generale, nella forma più poetica e anticonformista. In uno dei loro tanti incontri Castro regalò all'argentino un paio di guantoni da boxe appartenuti a Teofilo Stevenson, ex pugile tre volte campione olimpico. L'amicizia con Maradona contribuì, allo stesso tempo, ad accrescere il suo amore per il calcio, ammaliato dal genio di Diego. "Tu sei il Che Guevara del calcio" gli disse una volta
AFFINITÀ. Tra Maradona e Fidel Castro ci fu in particolare, un'amicizia basata sulla condivisione di idee politiche, tema principale del loro primo incontro: dall'ordine sociale all'opposizione all'imperialismo americano. Un sentimento avverso agli yankees che si acuì al Mondiale 1994, quando un controllo antidoping (che definì «una trappola») lo estromise dalla competizione. L'ennesima immagine di un ribelle fermato dal sistema, secondo i pensieri del Diez
GLI ECCESSI DI DIEGO. La figura di ribelle di Maradona è diventata un culto negli anni in particolare perché, al cospetto di prodezze sul rettangolo di gioco, c'erano tanti eccessi ad accompagnare la sua vita. Genio e sregolatezza, appunto. Dalla foto a casa di un boss della camorra che attirò l'attenzione dei media ai suoi problemi con la cocaina. Vizi oltre misura che lo misero fuori forma e lo costrinsero a chiedere aiuto...
RIABILITAZIONE A CUBA. Fu la generosità di Fidel Castro a permettergli di guarire. Maradona operò una fase di disintossicazione e una cura dimagrante, nel 2000, proprio a Cuba: "Mi ha aperto le porte quando in Argentina molte cliniche non mi volevano - raccontò anni dopo per sottolineare il gesto del suo amico -. Gli ho parlato della mia malattia e mi ha aiutato tantissimo"
L'OMAGGIO A FIDEL. La generosità di Castro verso Maradona commosse El Pibe. A tal punto da ringraziarlo per l'aiuto con un tatuaggio (sul braccio aveva anche quello di Che Guevara) del volto del leader cubano sulla gamba sinistra
LA NOCHE DEL DIEZ. Nel 2005 i due trovarono modo di incontrarsi davanti al pubblico. Maradona conduceva il programma 'La Noche del Diez' e invitò come ospite il suo grande amico. Come prevedibile, si parlò tanto di politica e poco di calcio, ma entrambi non persero occasione per sottolineare il loro animo da ribelli e la stima reciproca
LA LETTERA DI CASTRO A MARADONA. Nel gennaio 2015 andò in scena un altro episodio che testimoniò il profondo legame tra i due. Negli ultimi giorni si era sparsa la voce che il leader cubano fosse morto, ma fu proprio Maradona a negare la veridicità della notizia. Il Diez ricevette, infatti, una lettera proprio da Fidel Castro (di cui non fu rivelato il contenuto) che confermò di essere ancora vivo
LA MORTE DI CASTRO. Il 25 novembre del 2016 la notizia, invece, fu confermata da tutti. Il leader cubano morì a 90 anni, lasciando un grande vuoto per il suo compagno di ribellione Maradona che lo considerava un dio. "Per me è stato un secondo padre - disse l'argentino -. Ho avuto con lui un rapporto di amicizia unico che non credo abbiano avuto altri"
L'ALTRO "RIBELLE", GEORGE BEST. Il 25 novembre segna la morte anche di un altro straordinario personaggio fuori dalle regole, probabilmente il primo vero e proprio ad aver dato una presenza concreta all'immagine di 'ribelle'. Nord irlandese classe 1946, si ritagliò col suo genio e la sua sregolatezza il ruolo di 'maledetto del calcio', figura che sarebbe appartenuta a Maradona a causa di tante magie e qualche eccesso
CAMPIONE RED DEVILS. A rendere famoso George Best fu, innanzitutto, il suo genio. Soprannominato il quinto Beatle per via della sua capigliatura a caschetto, giocò la parte principale della sua carriera con il Manchester United, con la quale realizzò 117 gol e vinse 6 trofei, tra cui una Coppa Campioni, oltre al Pallone d'Oro nel 1968
GLI ECCESSI DI BEST. Anche in questo caso, tuttavia, la sapienza calcistica fu accompagnata da una vita sregolata fuori dal campo. A incidere, soprattutto, sul suo declino fu l'abuso di alcool che ne pregiudicò le prestazioni fin dagli ultimi anni con i Red Devils, sebbene poi la tecnica lo rendesse comunque uno dei giocatori migliori al mondo. Soldi, donne e alcool furono la sua condanna professionale
GENIO E SREGOLATEZZA. Lo spirito ribelle di George Best è rappresentato da una delle tante frasi che hanno caratterizzato la sua carriera e la sua leggenda tra gli appassionati. "Ho speso gran parte dei miei soldi per alcool, donne e macchine veloci: il resto l'ho sperperato"
BEST FUORI DAL CAMPO. L'abuso di alcool non gli provocò solo problemi di salute, ma anche guai con la legge. Nel 1984, infatti, il nordirlandese dovette scontare una pena di quattro mesi per guida in stato di ebbrezza e resistenza a pubblico ufficiale. Uno dei tanti eccessi di un talento sempre fuori dai limiti
LA MORTE DI BEST. La sua dipendenza continuò a costringerlo ad altri ricoveri e a un trapianto di fegato, ma neanche quello bastò a salvarlo. Un'infezione epatica gli tolse la vita il 25 novembre del 2005, a 59 anni, quasi la stessa età di Maradona. Ma non furono solo le magie, gli eccessi, lo spirito ribelle ad accomunarli, ma una frase divenuta celebre per sottolineare il talento del nordirlandse: "Maradona good, Pelé better, George Best"