Mauro Bellugi è morto a 71 anni: lutto nel calcio per la scomparsa dell'ex difensore

1950-2021
IPA/Fotogramma

È morto all'età di 71 anni l'ex difensore di Inter, Bologna, Napoli, Pistoiese e della Nazionale italiana. A inizio novembre 2020 era stato ricoverato dopo la positività al Covid-19. A causa di alcune complicanze, aveva subito l'amputazione di entrambe le gambe. Per Inter e Bologna lutto al braccio, un minuto di silenzio in Serie A. Marotta: "Mauro era l'eroe di un calcio romantico che non c'è più"

VIDEO. IL RICORDO DI MATTEO MARANI

Il mondo del calcio piange Mauro Bellugi. Ex difensore di Inter, Bologna, Napoli, Pistoiese e della Nazionale italiana. Trentadue le presenze in azzurro per lui. E un campionato italiano in bacheca vinto con l'Inter nella stagione 1970-71. Proprio coi nerazzurri aveva iniziato la sua carriera nel mondo del calcio, partendo dalle giovanili fino alla prima squadra. L'unica rete in carriera fu segnata contro il Borussia Mönchengladbach, match di Coppa dei Campioni disputato a San Siro il 3 novembre 1971 (vinto dall’Inter per 4-2). Poi a Bologna tra il 1971 e il 1979. Chiuse la carriera con Napoli e Pistoiese. Con la Nazionale italiana giocò il Mondiale del 1978. 

La positività al Covid e l'amputazione delle gambe

A inizio novembre 2020 Bellugi era stato ricoverato dopo la positività al Covid-19. A causa di alcune complicanze, aveva subito l'amputazione di entrambe le gambe a dicembre. Era stato lo stesso Bellugi a raccontare la vicenda in una videochiamata con Luca Serafini, trascritta sul sito altropensiero.net. "Mi ha tolto anche la gamba con cui feci gol al Borussia Mönchengladbach" - aveva detto lui, riferendosi proprio al match di Coppa dei Campioni disputato a San Siro il 3 novembre 1971 e vinto dall’Inter per 4-2.

I messaggi di Inter e Bologna

"Oggi ci lascia un grande uomo, un grande calciatore, un grande Interista: ciao Mauro" - ha scritto il club nerazzurro sui social, in ricordo di Bellugi. "Se il calcio è così amato è perché quando le storie del campo diventano storie di vita i calciatori non sono solo campioni ma degli esempi. Mauro Bellugi per il calcio e per l'Inter è stato questo: un combattente, un compagno di squadra fedele, un avversario stimato", continua il ricordo dell'Inter sul proprio sito con cui il club nerazzurro ha reso omaggio all'ex difensore scomparso oggi. "Il suo spirito da guerriero l'ha accompagnato sempre, dalle battaglie per diventare 'grande' a quelle più difficili che hanno caratterizzato l'ultimo periodo della sua vita - prosegue il club -. Aveva compiuto 71 anni il 7 febbraio e fino all'ultimo ha voluto lasciare al mondo un messaggio di forza e di speranza, ha raccontato il bello del calcio e della vita, quella per cui vale la pena lottare ed è stato ripagato dall'abbraccio di tutti, dei suoi tifosi, dei compagni, degli avversari e delle persone che hanno riconosciuto in lui quell'esempio di vita che oggi più che mai diventa prezioso". "Nella sua storia c'è forza, determinazione, allegria, amore e speranza. Ciao Mauro", conclude l'Inter nel suo omaggio a Bellugi. "Ciao Mauro, sarai sempre con noi" - è il ricordo del club rossoblù. Entrambe giocheranno con il lutto al braccio. 

Gravina: "Protagonista importante della nostra storia comune"

In memoria di Mauro Bellugi, il presidente della Figc Gabriele Gravina ha disposto l'effettuazione di un minuto di raccoglimento su tutti i campi. "È un grande dolore per il calcio italiano - commenta Gravina -. Mauro è stato un protagonista importante della nostra storia comune. Oltre alle capacità in campo, ne ho apprezzato le qualità umane e la sua straordinaria forza d'animo, soprattutto in questo periodo di sofferenza". 

Marotta: "Bellugi eroe di un calcio romantico che non c'è più"

"Mauro era l'eroe di un calcio romantico che non c'è più" - è invece il ricordo di Beppe Marotta. "Ringrazio la Lega - ha detto all'Ansa - che ci ha consentito di ricordarlo nell'unico modo possibile, nella partita che è stata tante volte cruciale nella sua carriera e che da lassù gli spiacerà non poter seguire da vicino. Giocheremo col lutto al braccio e sarà osservato un minuto di silenzio prima della gara". Marotta ricorda Bellugi come simbolo di "un calcio romantico, oramai passato: era fatto di grande passione e senso di appartenenza da una parte, di mecenatismo e di proprietà familiari dall'altra. C'è il famoso episodio della villa regalatagli da Moratti come grande per riconoscimento al suo attaccamento. I calciatori - prosegue Marotta - erano molto legati alla maglia e alle famiglie proprietarie, il senso di appartenenza nasceva dal legame con compagni, c'erano meno trasferimenti". Marotta svela poi un particolare su Bellugi, che il 22 dicembre scorso aveva con coraggio raccontato di esser stato costretto all'amputazione della gambe. "Ho avuto modo di sentirlo la settimana scorsa - racconta -, pur avendo perso gli arti inferiori aveva un entusiasmo eccezionale e una grande voglia di essere ancora protagonista. Tant'è che gli avevamo dato l'incarico di osservatore, 'guarda per noi più partite possibili', gli avevo raccomandato. Lui però - conclude Marotta - mi aveva confessato la sua tristezza dietro quell'infinito coraggio. 'Sai - aveva detto - per un calciatore perdere le gambe e' come per un pianista perdere le mani".