In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Superlega? Vendicarsi sarebbe da stupidi

l'opinione

Matteo Marani

L'opinione di Matteo Marani sulla nascita e il tramonto in 48 ore del progetto Superlega: "È stato un atto di debolezza più che un atto di forza. I club non hanno capito cosa rappresenta il calcio per le persone. Ma ora sarebbe stupido vendicarsi. Serve unità perché nessuno è onnipotente, né i club né le istituzioni"

Condividi:

La Superlega sembra naufragata ma il principale artefice, Florentino Perez, la vede solo “in stand-by”. ll presidente del Real Madrid è un Napoleone spagnolo. Non può percepire che il resto del mondo non la pensi come lui. Secondo me gli manca il confronto con la realtà, ma non è il solo. Molti protagonisti di questa vicenda non hanno il percepito della vita normale. E credo siano rimasti molto stupiti dalla reazione popolare. Non hanno capito cosa rappresenta il calcio per le persone. Non clienti, ma persone normali. Che hanno una passione per lo sport. Soprattutto in Europa. In questi giorni hanno parlato tifosi, giocatori, allenatori, governi: come puoi non prendere atto di tutto questo? Come puoi fare la vittima? Ma il problema nasce a monte ed è di vecchia data. La Superlega non è il primo atto, ma è l’atto finale di una situazione che ha perso il controllo negli ultimi anni, nel silenzio generale. Si è comprato, speso. Tanto. Troppo. E questo è il conto. Parliamo delle società più indebitate del mondo del calcio. Si è fatta finanza creativa, con plusvalenze che sono triplicate. Finzioni di bilancio, spesso passate sotto silenzio, che hanno prodotto questo. Di fronte alla Champions riformata, hanno capito che non ce l’avrebbero fatta. La Superlega non è un atto di forza, è un atto di debolezza. Di disperazione. Non è la rivoluzione dei ricchi, ma quella dei poveri. Perché chi ha debiti è povero.

Ceferin in questo momento deve avere un tono di riconciliazione e unità. Nessuno è onnipotente, né i club né le istituzioni. Anche Uefa e Fifa non sono anime candide. E' necessario ridimensionarsi: se un giocatore non puoi permettertelo perché vale da solo un ottavo del tuo bilancio, non lo compri. E se qualcuno ti dice che non va comprato, va ascoltato, non mandato via.