Pirlo: "Sto studiando e mi piacerebbe allenare all'estero"

l'intervista

L'ex allenatore della Juve torna a parlare: "Sono cresciuto molto e mi sento pronto per qualsiasi avventura, mi piacerebbe andare all'estero. Guardo partite e studio altri allenatori, oggi il calcio sta andando in una direzione diversa ed è impensabile vincere senza controllare il gioco. Certo, puoi perdere anche col 90% di possesso palla, ma preferisco questo piuttosto che vincere difendendomi. Juve? Stagione difficile, ma sono migliorato"

Andrea Pirlo si gode le vacanze, in attesa di ripartire dopo la stagione vissuta sulla panchina della Juventus. L'ex allenatore bianconero si sente pronto per una nuova avventura, magari lontano dall'Italia: "Potrei fare di più e quando non si ottengono dei risultati, il primo responsabile è l'allenatore. devo lavorare per fare meglio – le sue parole al The Athletic - Ma l'ultimo è stato un anno in cui ho avuto una crescita personale. Ora mi piacerebbe andare all'estero, ho trascorso tre anni negli Stati Uniti, quindi non ho problemi con l'inglese e parlo anche il francese. Sento di poter andare ovunque. Guardo tante partite e osservo altri allenatori, si può imparare da chiunque. Vedo molti allenamenti online, quando sarà più facile viaggiare, andrò a vederne alcuni di persona. Ho incontrato Mauricio Pochettino in vacanza a Ibiza e mi ha chiesto di passare a Parigi. Se posso, mi piacerebbe andare anche a Manchester a vedere Guardiola. Ma sono pronto a imbarcarmi per un nuova avventura".

"Juve, stagione difficile. Ma ho imparato molto"

Pirlo torna poi sulla sua prima stagione da allenatore alla Juventus, conclusa con il quarto posto in campionato e la vittoria della Coppa Italia: "Ho imparato molto, era la mia prima esperienza da allenatore ma è stata molto intensa perché abbiamo iniziato la stagione con una sola amichevole. È andato tutto molto velocemente. Abbiamo giocato ogni tre giorni, senza tifosi, senza poter recuperare e senza potersi allenare e prepararsi per la prossima partita. Era difficile provare qualcosa di nuovo. Il recupero è stato più importante".

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"Preferisco perdere giocando che vincere difendendomi"

Sulla sua idea: "Il calcio non cambia, bisogna sempre difendere e attaccare – prosegue Pirlo - Ma il modo in cui giochi sì, il modo di interpretare le partite, come si muovono i giocatori, ecco cosa è cambiato. Oggi hai bisogno di giocatori veloci che siano tecnicamente bravi quando si gioca a ritmo, ottimi negli uno contro uno. In passato era un po' diverso. Ogni anno può succedere qualcosa che può cambiare il modo in cui si gioca a calcio. Ci sono tanti allenatori giovani che vogliono proporre qualcosa di diverso. Per me, il calcio sta andando in quella direzione. Guardiola lo ha dimostrato negli ultimi anni. Se non controlli il gioco, è difficile pensare che vincerai. Certo, potrebbero esserci momenti in cui hai il 90% di possesso palla e perdi sull'unico tiro in porta subito, ma io preferisco perdere in quel modo piuttosto che passare l'intera partita a difendere la mia stessa area di rigore, cercando di segnare in contropiede. Non cambierò mai questa mia idea per i risultati. Questo è quello che penso: giocare da dietro, cercando di tenere la palla, riprenderne il possesso il prima possibile. Molto dipende dai giocatori che hai a disposizione e cosa ti permettono di fare. I giocatori sono molto più importanti degli allenatori, che a loro volta devono adattarsi".

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