Processo Bergamini, in aula verità e tensione

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Silvia Vallini

L'aula del tribunale di Cosenza torna a riempirsi di tensione tra la parte civile e la difesa di Isabella Internò, unica imputata per la morte del calciatore del Cosenza nel 1989. Nel corso dell’udienza sono poi emersi altri elementi che smentiscono l’ipotesi che la morte del calciatore argentano si sia verificata in un contesto di calcioscommesse o droga

PROCESSO BERGAMINI, OGGI LA SENTENZA. DIRETTA

Si compone udienza dopo udienza il quadro sulla morte di Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza ucciso nel 1989, ma mentre 33 anni dopo emergono dalle falle e dagli errori del passato elementi rilevanti, l’aula del tribunale di Cosenza torna a riempirsi di tensione tra la parte civile e la difesa di Isabella Internò, unica imputata per concorso in omicidio volontario pluriaggravato.

"Il calciatore suicidato"

Giuseppe Maltese, il massaggiatore del Cosenza di allora, ha affermato in aula che l’autore del libro “Il Calciatore suicidato” Carlo Petrini, morto nel 2012, “ne ha combinate tante” travisando gran parte delle sue parole quando lo intervistò. In particolare, ha negato di aver mai detto che il ragazzo fumasse spinelli, essendo peraltro “allergico a molte sostanze”, ma soprattutto essendo “un ragazzo per bene”. Un professionista esemplare è stato descritto da tutti i testimoni ascoltati finora. Ha poi negato categoricamente che facesse uso di droghe. Ha anche risposto in merito a quanto a lui attribuito sulla figura di Michele Padovano, dicendo di non averlo mai visto sniffare cocaina, di non aver mai saputo da terzi in quel periodo che sniffasse, di aver solo saputo che Michele fumava spinelli e per questo faceva in modo di far risultare pulite le urine. Maltese ha anche negato che i compagni di Denis lo prendessero in giro in quanto ingenuo e ha precisato di non aver querelato l’autore del libro, perché sapeva che era già stato operato al cervello, che stava male e non voleva pertanto infierire. In pratica è stato sgomberato il campo dalle ombre che il libro gettava su Denis Bergamini, ma il fatto stesso che questi aspetti siano stati rievocati, ha fatto scattare la reazione dell’avvocato Anselmo, indignato per il fatto stesso che quel libro fosse ammesso essendo denigratorio nei confronti del ragazzo e inerente a vicende che nulla hanno a che fare con l’omicidio. La preoccupazione espressa sul fatto che così veniva infangata la memoria di Denis, ha fatto scattare la rabbia dell’avvocato Pugliese, difensore della Internò che stava conducendo l’interrogatorio di Maltese. Avvertendo un’accusa nei suoi confronti, ha urlato picchiando i pugni sul tavolo in riferimento al collega di parte civile: “Se succede qualcosa a me o alla collega Cribari, il responsabile è lui”. Invano è stato chiesto all’uscita un commento all’avvocato Pugliese. “Posso fare io a voi una domanda? – ci ha detto l’avvocato Anselmo - Quanto ancora dobbiamo sopportare?”

La nota dei nipoti di Bergamini

Nelle ultime ore è arrivata anche una nota da parte di nipoti di Denis Bergamini: “Quel che ben sappiamo del libro di Petrini è che ha arrecato tanto dolore a nonno Domizio e a nostra madre. Fango costruito ad arte mescolando cose vere ad altre assolutamente false”. E lo stesso Maltese, il quale avrebbe detto che “se ne andò da Cosenza, perché la verità non interessava a nessuno, giocatori e tifosi compresi” viene definito in questa nota “un mitomane”. Una presa di posizione molto dura da parte di Andrea, Alice e Denis Bergamini Dalle Vacche, che arrivano a chiedersi “se sia il caso di abbandonare questo processo che ora si sta svolgendo in questo modo”

Le telefonate dell’ultimo giorno di Denis

Tornando all’udienza, nulla è emerso in merito al calcioscommesse, pista percorsa anche in fase di indagine. Anche le intercettazioni fatte ascoltate in aula non hanno portato di fatto a nulla. Su due telefonate si è invece concentrata l’attenzione. Denis ne ricevette una al Motel Agip alla vigilia della partita contro il Messina. Maltese verso le 16 lo trovò alla finestra, serio, con lo sguardo perso nel vuoto. Così gli apparve anche lungo il viaggio in auto verso il cinema Garden: “Era insolitamente serio, duro” e anche il suo modo di guidare era diverso dal solito. Al cinema Denis chiese a lui dove fosse il bagno, nonostante la squadra andasse lì ad ogni vigilia delle partite casalinghe. A Maltese sembrò strano. “Forse voleva dirmi qualcosa”. Nessuno della squadra da quel momento rivide più Denis.

 

Ma arrivarono due telefonate all’ora di cena da parte di Isabella Internò. Una per l’allenatore Simoni, una per Marino: “Non ho mai capito perché chiamò me” – ha detto l’ex compagno di Bergamini in aula. Quella mattina del 18 novembre i due si erano incontrati casualmente e la ragazza gli aveva confidato che stava cercando di dimenticare Denis e di rifarsi una vita. Marino ha testimoniato che in quella chiamata, in cui lei gli diceva che Denis, il suo ex fidanzato, si era suicidato buttandosi sotto un camion come ci si tuffa in piscina, la Internò non tradiva agitazione, non piangeva, raccontava semplicemente. Marino non ricorda altro, a quel punto lo shock si era impadronito di lui. Mario Infantino, padrone del ristorante da cui la ragazza fece le telefonate, in fase di indagine ha detto di averla sentita chiedere allo stesso Marino se “prima di lasciare Cosenza, Denis gli avesse confidato qualcosa”. Infantino è inserito nella lista testi, che è ancora lunga.