Social Football Summit, Gravina: "Fuorigioco semiautomatico? Spero dal 4 gennaio”

L'INTERVENTO

Ultimo ospite dell'edizione 2022 del Social Football Summit, il Presidente della Figc ha toccato diversi temi caldi. Sulle riforme Gravina ha spiegato di voler inserire controlli intermedi durante la stagione per tenere in ordine i conti dei club e di voler riformare le liste dei 25. Un cenno anche alla sperimentazione sul fuorigioco semi automatico: “Spero dal 4 gennaio” le parole di Gravina, che ha anche chiesto sostegno al nuovo governo per la candidatura italiana ai campionati europei 

Per favorire la crescita dei calciatori italiani in Serie A, si interverrà sulle liste dei 25. Lo ha detto il presidente Figc Gabriele Gravina, intervenendo al Social Football Summit 2022: “Possiamo individuare il talento ma se non ha possibilità di essere utilizzato non serve. Il 67 % dei calciatori in A sono tutti stranieri. Nelle prime di campionato, alcune società che storicamente erano votate a valorizzare il talento, hanno registrato l’89,7 % di minutaggio di stranieri. Così facciamo fatica. Da qui l’intervento della Federazione sulla lista dei 25, che prevede 4 giocatori formati in Italia + 4 formati nel vivaio. Cominciamo a parlare di 6+6, poi di 7+7, quindi di 8+8. Incidiamo con regole che valorizzino i nostri ragazzi. Non è possibile un campionato giovanile con il 100% di stranieri. Non ho nulla contro l’apertura in un momento di dominante globalizzazione ma dopo due mondiali mancati, per il 2026 ci dobbiamo preparare. Le tempistiche della riforma delle liste? Devono essere immediate, la stagione 2023/34. Dobbiamo cominciare a dare risposte altrimenti continuiamo con la politica del rinvio e non è più accettabile”.

“Fuorigioco semiautomatico? Spero dal 4 gennaio”

“Siamo fuori strada se pensiamo che con il fuorigioco semiautomatico non ci saranno più errori”: queste le parole di Gravina a proposito della sperimentazione in arrivo in Serie A. “Stiamo creando aspettative che potrebbero non centrare il tema: la sperimentazione parte il giorno in cui la tecnologia sarà completata con le telecamere sui campi, quando gli operatori saranno formati e quando saremo pronti. Faremo in modo che tutto parta 4 gennaio, quando saranno chiusi i mondiali. Questo è il piano

Un nuovo "fair play finanziario" italiano

Dal palco il presidente federale ha anche parlato di una sorta di “fair play finanziario italiano”, cioè una serie di misure per tenere sotto controllo i conti dei club: “Serve una politica attenta su controllo e gestione per il futuro. Non possiamo pensare di mantenere livelli di rapporto tra ricavi e costo del lavoro pari al 90%. Un’azienda che supera il 40/50% normalmente è già in condizioni di pre-fallibilità. Dobbiamo mettere sotto controllo i costi, mettendo in campo tre pilastri: la solvibilità (dimostrare di aver assolto impegni tramite pagamenti reali), la stabilità o sostenibilità e infine il contenimento dei costi. Quest’ultima richiede una politica di sostegno e supporto con controlli intermedi. Oggi c’è solo un controllo a fine stagione in sede di pre ammissione ai campionato. Inseriremo qualche altro controllo durante la stagione”.

La candidatura italiana per il campionato Europeo

“Al governo italiano chiediamo impegno per sostenere la nostra candidatura nell’organizzazione del campionato europeo -ha spiegato Gravina- Chiamare la Meloni? No, io non chiamo nessuno. Ci sarà confronto come è stato con il governo Draghi ma il 15 novembre dobbiamo presentare la documentazione. La nostra candidatura per il 2032 sta ricevendo diffuso consenso e mi fa bene sperare”

Il Mondiale mancato

"La ferita della mancata qualificazione al Mondiale è ancora aperta, viva. Diventa lacerante in riferimento ai giovani e alla mancata opportunità di vivere un evento come il Mondiale". Così Gravina sulla Nazionale: “Dobbiamo mantenere lucidità, dobbiamo credere nel progetto su cui abbiamo impiegato energia e idee. Serve coerenza sulla strada che viene percorsa, dimostrando di avere rispetto per tutti coloro che hanno dato un messaggio al paese intero. Il progetto è ancora vivo, abbiamo avuto coraggio e la capacità di saper coltivare. Il vaso si è rotto quando abbiamo sbagliato i rigori con la Svizzera o nel gol con la Macedonia. Non abbiamo avuto paura di manifestare le nostre paure, abbiamo dimostrato coraggio e di voler mettere insieme i cocci senza mascherare nulla rendendo più bello quel vaso. Lo abbiamo fatto scegliendo la strada del rilancio. Il progetto deve aggregare i giovani, deve coinvolgerli”.