"Se non avessi fatto il calciatore..." Tutte le vite parallele dei grandi (e non) del pallone. LE FOTO
“Se non fossi stato un cantante allora avrei fatto il calciatore… o il rivoluzionario” diceva Bob Marley. E se invece loro, fenomeni e non del pallone, non avessero dedicato la loro vita al calcio? Dove sarebbero ora? Chi un criminale e chi un narcotrafficante. Altri dottori e altri ancora avvocati. Ma nella lista ci sono anche un benzinaio, un parrucchiere e addirittura un porno attore…
L'aforisma più famoso? Del signore nel riquadro in alto a sinistra: "Se non fossi diventato un calciatore..." Già. Vite parallele, quelle sliding doors della propria esistenza che cambiano per sempre la storia. Tra contadini, tennisti e baristi.
Peter CROUCH - Dal 2011 nello Stoke, dopo un passato nel Liverpool e nel Tottenham. Famosa la sua robot dance dopo i gol, e famosa è anche quella sua citazione...
"Non fossi stato un calciatore? Sarei vergine". Schietto quanto ironico. In foto lo splendido bivio che ha preso la sua vita: la moglie Abbey Clancy.
Antonio CASSANO - Da pochi giorni è ufficiale (ma per davvero?) il suo ennesimo addio al calcio. Genio e sregolatezza per definizione, Totti lo ha definito "il più forte con cui abbia mai giocato".
E senza calcio? Molto diretto Fantantonio quando disse: "Il ladro". Ma anche “il bagnino, per il mare e per le donne" - dichiarato qualche giorno fa a ‘Le Iene’.
Giorgio CHIELLINI - Difensore dalle mille battaglie. E ora anche capitano della Juve. Quante volte l’abbiamo visto con quella fascia mezza sanguinante in testa?
...Tantissime. Eppure, non avesse fatto il calciatore, Giorgio Chiellini non sarebbe certo entrato nella lista dei "bad boys” mancati. “Cosa farei? Il dottore, come papà”. Nel 2017 lo diventerà poi per davvero, ma in Business Administration presentando una tesi sul "modello di business della Juventus”.
Christian KAREMBEU - Campione di tutto con la Francia e col Real, e passato anche dall'Italia nella Samp.
Nel 2015 disse a ‘Marca’: "Senza calcio? Sarei potuto diventare un porno attore".
Marek HAMSIK - Capitano e simbolo del suo Napoli. Una grande passione per il calcio ma anche per lo sport in generale.
"Mi sarebbe piaciuto molto giocare a tennis. Il mio idolo è Nadal" - disse nello scorso raduno estivo di Dimaro.
Hristo STOICKOV - Autentica leggenda del calcio bulgaro, ha vinto tutto col Barcellona passando anche dall'Italia e da Parma.
Una vita non certo facile la sua, come detto anche recentemente alla stampa internazionale: "Avevo due opzioni: essere un bandito che rubava e commetteva crimini o diventare un calciatore. Ho scelto il pallone". Buon per tutti.
Federico FAZIO - Dal 2016 nella Roma arrivato dal Siviglia, nella capitale guida la difesa insieme a Manolas.
Oggi lo chiamano "Comandante", ma nella vita parallela? "Finita la scuola avrei iniziato la carriera di medicina. Forse sarei diventato un bravo dottore” - detto in un'intervista sul profilo social dei giallorossi.
Aleksandar MITROVIC - Crescere a Smederevo, sulla sponda est del Danubio, non deve essere stato troppo facile per lui. Oggi gioca e segna (a valanga) col Fulham in Premier, ma ieri...
...certamente grandi difficoltà nella vita. "Mio padre me lo ha sempre detto: se non fossi diventato un calciatore sarei ora un criminale, o un lottatore. Forse qualcosa in cui io potessi sfogare tutta la mia adrenalina, il pugilato per esempio”.
Zlatan IBRAHIMOVIC - Presentazioni? Superflue per uno come Ibra. Nella sua autobiografia tanti gli aneddoti e gli aforismi sulla sua vita nel ghetto di Rosengård.
Ciononostante la sua "vita parallela" forse sarebbe stata comunque lontana dal malaffare: “Quando ero ragazzo, giocavo al calcio tutto il tempo, nel giardino della casa dove vivevamo. Potevo scegliere se fare l’avvocato o il calciatore. Ho scelto di fare il calciatore” - confessò un giorno a un tifoso dello United.
Alessandro FLORENZI - Dopo Totti De Rossi, e dopo De Rossi toccherà a lui. Simbolo della Roma e con Roma nel cuore.
Legato a quei colori come fossero famiglia, e così come alla sua di famiglia. Famoso e bellissimo l'abbraccio con la nonna in tribuna dopo un suo gol. Senza calcio? Sempre coi suoi cari: "Avrei lavorato al bar con mamma e papà”.
Francesco TOTTI - Altro fenomeno del pallone senza bisogno di presentazioni. Anche nella sua autobiografia “Un capitano” rispunta quell’aneddoto sul Francesco ragazzino.
"Non avessi fatto il calciatore? - pensava in quegli anni da sbarbato in cui esordì tra i grandi del pallone -, avrei fatto il benzinaio. Andavo matto per l'odore della benzina. Poi al distributore vedevo quei tizi con il portafogli pieno di soldi..."
Gary MEDEL - Soprannominato "Pitbull" non per sbaglio. All'Inter tra il 2014 e il 2017.
Altro passato difficile il suo. La conferma quando dichiarò a Inter Channel: "L'ho già detto una volta: senza calcio sarei potuto diventare un narcotrafficante, o un ladro".
Alessandro MAROTTA - Un passato nel Bari e il presente a Catania per l'attaccante classe '86 nato a Napoli.
Una grande passione per il gol e anche per Bob Marley, come quando a 'La Sicilia' disse: "Senza calcio sarei andato a vivere in una capanna in Giamaica".
Stephan EL SHAARAWY - Milan e poi Roma, senza mai la consacrazione definitiva dopo la grande esplosione nel 2012.
Famoso per le sue giocate non meno che per la sua cresta, che un giorno anche il Papa decise di accarezzare. Passione ma anche lavoro: “Non ci ho mai pensato troppo, sono appassionato di biliardo, ma se non fossi diventato calciatore forse avrei fatto il parrucchiere".
Mario BALOTELLI - "Why always me?" come stile di vita. Come Cassano sempre in perenne bilico tra genio e follia.
"Senza il pallone? Avrei voluto combattere in UFC" - tirando calci come nella foto, anche se non a un palo...
Denis GODEAS - Attaccante classe '75, ha lasciato il suo più grande ricordo nella Triestina.
A 'gianlucadimarzio.com' la rivelazione di una vita profondamente diversa non ci fosse stato il calcio: "Io? Avrei fatto il contadino".
Simone VERDI - Cresciuto nelle giovanili del Milan, in estate è arrivato finalmente il suo grande salto nel Napoli, per cui ha segnato il primo gol contro il Torino.
La sua "vita parallela" l'aveva però già dichiarata ai tempi del Bologna: "Sarei stato uno psicologo".
Jérémy MENEZ - Meteora del calcio italiano con Roma e Milan, oggi il francese ex anche del Psg gioca nel Club América in Messico.
Fuori dalle righe sia in campo che fuori, disse qualche anno fa alla Gazzetta: "Se non avessi avuto il calcio sarei finito in galera. Del resto, ci sono finiti un sacco di miei amici: furti, droga, quelle cose lì, ci caschi se sei giovane: vorresti tutto ma i soldi sono pochi".
Godfred DONSAH - Verona, Cagliari e dal 2015 Bologna, dove lo scorso anno si è affermato tra i titolari.
Ospite al programma 'Che tempo che fa' rivelò il suo infelice presente alternativo: "Se non fossi un calciatore lavorerei nelle piantagioni di cacao come i miei genitori. Sono cresciuto in Ghana nella povertà più assoluta, almeno fino a 15 anni".
Felipe MELO - In campo meglio non incontrarlo. Fuori? Anche...
"Se non avessi fatto il calciatore sarei potuto diventare un assassino - disse al sito 'Infobae' -. Sono cresciuto in una delle più pericolose Favelas di Rio fra armi, droga e trafficanti. Sarebbe stato difficile uscire dalla strada".
Daniele DE ROSSI - Alla fine dell'elenco c'è lui. Capitan futuro diventato capitano a tutti gli effetti. Uno la cui vita senza il professionismo sarebbe stata diversa ma per certi versi anche molto simile...
Lo disse nell'intervista alla pagina Facebook 'Ginnika': "Se non fossi stato calciatore? L’ultras, avrei fatto viaggi di dieci o più ore di automobile per seguire la squadra anche in trasferta”. Insomma, campo o curva la sua vita sarebbe comunque stata la Roma.