La “Maledetta" di Pirlo raccontata da Fabio Caressa: ecco come è nata

Calcio

Fabio Caressa

La prima Maledetta targata Pirlo. Un “brevetto” che il centrocampista di Brescia ha ereditato da Juninho Pernambucano, anche se l’imparabilità di questo tipo di punizione ha una spiegazione scientifica: è l’effetto Magnus

PIRLO, LA NOTTE DEL MAESTRO: LO SPECIALE

Ricordo perfettamente la prima volta che ho definito una punizione di Pirlo, Maledetta: era il 29 ottobre 2005, Milan-Juventus. Minuto 45, Pirlo batte la punizione quando i rossoneri erano già avanti per 2 a 0 (gol di Seedorf e Kakà). La Juventus, dopo dieci giornate, era già in testa al campionato, ma con Chimenti in porta, perché Gigi Buffon si era infortunato in estate durante il Trofeo Berlusconi. E anche Abbiati, che lo doveva sostituire (in prestito proprio dal Milan), si era infortunato. Pirlo si appresta a calciare la punizione, mette il pallone in posizione, tira e la sfera prende una traiettoria stranissima, facendo fare una bruttissima figura a Chimenti. Ecco la Maledetta:  un portiere pensa di arrivare a pararla, ma non è così… Da quel gesto ho voluto iniziare a studiare per capire come Pirlo riuscisse a battere le punizioni in quel modo. Lui dice che si è ispirato al centrocampista brasiliano Juninho Pernambucano, ma in realtà c’è una ragione fisica che spiega perché la palla scende in quella maniera: è l’effetto Magnus. Pirlo colpisce la palla facendogli prendere una rotazione in avanti, come succede in autostrada quando si frena e la macchina va verso il basso. Lo stesso accade al pallone, che frena per la rotazione e piano piano va verso il basso. Per il portiere diventa così un tiro imprevedibile, trasformandosi così in Maledetta.

La notte del Maestro

Lunedì 21 maggio Pirlo darà l'addio al calcio giocato con la sua "Notte del Maestro", allo stadio di San Siro. Diretta dalle 20 su Sky Sport 1 e Sky Supercalcio. In live streaming su skysport.it.