Un anno fa il crollo del Ponte Morandi. Porrà racconta Genova nell'Uomo della Domenica

Calcio

Genova, la mattina del 14 agosto 2018, si era svegliata sotto una pioggia pesante. Il boato che alle 11.36 ha squarciato la città ha cancellato tutto: il cedimento del Ponte Morandi ha sommerso il rumore dei tuoni, i clacson delle auto incolonnate nel traffico di Ferragosto, le mille voci della città. A un anno da quella disgrazia, Sky Sport ripropone oggi la puntata speciale dell’Uomo della Domenica di Giorgio Porrà dedicata al capoluogo ligure

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Al centro della puntata de "L'Uomo della Domenica" non c’è un campione dello sport, ma una città campionessa di orgoglio e resistenza umana. Segnato da innumerevoli recenti sciagure, il capoluogo ligure è il luogo dove batte il cuore dell’Italia, dove si misura la capacità del nostro paese di rialzarsi e ripartire. Genova e il suo calcio, che soprattutto nei giorni del derby diventa lo strumento più efficace per investigare attorno al sentimento di una città spezzata in due dal crollo del Morandi. E che anche attraverso il gioco vuole reimpadronirsi della sua bellezza sfregiata dall'inimmaginabile.     

Fabrizio De Andrè, incontenibile cuore genoano, e Paolo Villaggio, acceso supporter blucerchiato, sono i due protagonisti del raffinato storytelling di Giorgio Porrà, alla riscoperta dei nobili della tifoseria genovese. "Genova l'ami e la odi perché è il destino di chi è bella. Senza odio, l'amore non è tale” disse Gino Paoli, uno dei grandi figli di una città di poeti e cantautori, eternati in un piccolo museo situato in Via del Campo 29 rosso. Genova, città verticale, di pura vertigine. Genova e la sua “macaia, scimmia di luce e di follia” nei versi di Paolo Conte. Genova stretta tra monti ed acqua, con strade e quartieri ad aggrovigliarsi insieme.

Genova fragile e incrollabile, Genova e la genovesità che davanti alle tragedie compie miracoli. Come di fronte al collasso del ponte Morandi, il suo lacerante Ground Zero. Genova che nei giorni del suo derby non smette di accarezzare le vittime, curare i traumi degli scampati, sostenere gli sfollati, pretendere risposte da chi quelle risposte fatica a darne. Genova che prova, come sempre ha fatto, ad usare, interpretare il calcio come l'espressione più viva, più solare della sua straordinaria "normalità". Per descrivere la Genova poetica e calcistica sentiremo le voci del musicista Mauro Pagani, il più importante collaboratore di De Andrè e quella di Piero Villaggio, il figlio di Paolo, che con il ragionier Fantozzi ha cesellato anche la più formidabile macchietta di tifoso italico.

“Negli anni grandi della storia dei rossoblù, quando il Genoa vinceva con Osvaldo Bagnoli, con Tomas Skuhravy e Carlos Alberto Aguilera – racconta Pagani - Fabrizio non lo si teneva, era un tacchino, fiero e pettoruto, gli piaceva molto questa cosa e sfotteva i sampdoriani” come fece in un celebre concerto a Marassi nel 1991, l’anno dello scudetto blucerchiato. Di altro tenore il tifo di Villaggio per i “cugini”: “Impassibile su ogni gol fatto o subito, fingeva disinteresse racconta il figlio, Piero Villaggio - ma io conoscendolo lo vedevo che fremeva. Gianni Minà in quel 1991 fece un servizio con lui allo stadio e lì è stato l’unico momento, quando la Samp segnò contro il Lecce il gol che valeva il campionato, in cui gli ho visto quasi una lacrima, perché lui era veramente tifoso, anche se impassibile.”

“L'Uomo della Domenica, discorso su due piedi - Genova, un anno dal Ponte Morandi" in onda mercoledì 14 agosto alle 13 su Sky Sport Uno e alle 19 su Sky Sport Football.  Disponibile anche su Sky On Demand.