Gianluca Vialli, la storia e la carriera dell'ex giocatore
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Gli esordi con la Cremonese, poi le magiche stagioni alla Sampdoria, dove in coppia con Mancini fa sognare un popolo e porta uno scudetto. Con la Juventus vince quella Champions sfumata in blucerchiato a Wembley, al Chelsea da "apripista", finendo per collezionare trofei anche come allenatore. A Sky Sport si riscopre "talent" ironico e dalla raffinata capacità di analisi, prima di tornare in Nazionale, da dirigente, vincendo ancora insieme all'amico Mancio
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- L'ex attaccante è morto oggi, 6 gennaio 2023, all'età di 58 anni. Nel 2017 gli era stato diagnosticato un tumore al pancreas. Ecco la storia di uno degli attaccanti più forti degli anni Ottanta e Novanta
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- Gianluca Vialli nasce a Cremona, il 9 luglio 1964. Qui cresce e inizia a giocare a pallone nell’oratorio vicino casa, per poi entrare a far parte del vivaio del Pizzighettone e, più tardi, della Cremonese. È proprio il club grigiorosso a lanciarlo nel grande calcio, con le prime presenze in Serie C a 16 anni e il debutto in B nel 1981.
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- Gli mette gli occhi addosso la Sampdoria, e nell’estate 1984 veste il blucerchiato. Sarà l’inizio di una lunga storia d’amore. Con la Samp esordisce in A e trova i primi gol nel massimo campionato: ancora pochi (9), nelle prime due stagioni, con Bersellini che non lo vede come centravanti e lo schiera spesso largo.
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- Nel 1986 sarà Vujadin Boskov a vedere in lui un centravanti implacabile in area di rigore, creando con Roberto Mancini una delle coppie più iconiche del calcio italiano. Il 9 e il 10: Mancio inventava, Vialli finalizzava. I due si intendono a meraviglia in campo e sono grandi amici anche fuori. Un’amicizia che custodiranno e coltiveranno negli anni
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- Tutto quel gruppo, quella “magica” Sampdoria costruita dal presidente Mantovani e affidata al carisma di Boskov, è in realtà un gruppo di amici. Il sentimento che unisce quei giocatori permetterà loro di scrivere pagine di storia indimenticabili per i tifosi blucerchiati
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- Trascinata da suoi “gemelli del gol”, la Sampdoria vince la Coppa Italia nel 1985, nel 1988 e nel 1989. In quest’ultima edizione Vialli è capocannoniere del torneo con 13 gol in 14 partite, ma sono in genere anni in cui “Stradivialli” (così l’aveva ribattezzato Brera) va sempre in doppia cifra in campionato. Ci riesce per 6 stagioni di fila, con il culmine dei 19 gol (capocannoniere del campionato) nel 1990/91, l’anno dello scudetto
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- Prima di quello, però, Vialli regala alla Sampdoria la Coppa delle Coppe nel 1990, da capocannoniere del torneo. Ormai i blucerchiati sono pronti a imporsi anche in Serie A
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- Quello del 1991 è uno scudetto frutto di un “patto” nello spogliatoio tra tutti i campioni della squadra, che si erano impegnati l’un l’altro a non lasciare la Sampdoria finché non fosse arrivato quel titolo che appariva alla portata. Le offerte, anche per Vialli, non mancano: tentato dal Milan di Silvio Berlusconi dice ‘no, grazie’. E nel 1991 il sogno si avvera: lo scudetto finisce sulle maglie blucerchiate
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- Che giocatore era Vialli? Un centravanti vero, tra i migliori visti tra gli Anni Ottanta e Novanta, di quelli che vivono per il gol. Con una capacità innata di trovarlo in qualsiasi maniera: con tiri al volo e di testa, di opportunismo e di potenza. Da cartolina certe sue acrobazie, con la rovesciata che rappresenta una delle sue specialità
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- Nel frattempo Vialli è diventato una colonna della Nazionale: Azeglio Vicini, che lo ha avuto e valorizzato nell’Under 21, porta in Nazionale maggiore il blocco dei suoi ragazzi. Con Vialli ci sono anche i suoi amici Mancini e Zenga, ma la sua esperienza in Azzurro, da giocatore, non porta i trofei sperati.
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- Quello che doveva essere il “suo” Mondiale, Italia ’90, vede esplodere la stella di Schillaci (di fatto la riserva di Vialli), e anche nell’Europeo del 1988 non era andata meglio. Avrà modo di rifarsi in altre vesti, in Nazionale…
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- La sua esperienza da giocatore in Azzurro si chiude dopo un Malta-Italia (1-2 con un gol di Vialli), giocata il 19 dicembre del 1992, 30 anni fa. Gara di qualificazioni al Mondiale di Usa ’94, dove Sacchi non lo porterà: le incomprensioni tra i due portano all’esclusione del centravanti, che chiude il suo bilancio in Azzurro con 16 gol in 59 presenze
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- Intanto, però, Vialli domina in Italia in quello che è il campionato più bello del mondo: a cavallo tra gli Anni Ottanta e Novanta è una Serie A affollata dai campioni, e la Juventus nell’estate 1992 fa le cose in grande portando Vialli a Torino, dove farà coppia con un altro grandissimo 10 del calcio italiano: Roberto Baggio
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- Vialli lascia così la sua amata Sampdoria dopo 8 stagioni, con 141 gol in 328 partite: l’ultima è la più amara di tutte, la finale di Coppa dei Campioni persa ai supplementari contro il Barcellona, dopo aver sognato di regalare al popolo blucerchiato anche il trono d’Europa
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- Dal 1991/92, Vialli diventa il centravanti di una Juventus che in attacco può schierare anche Baggio e Ravanelli, con l’emergente Del Piero che si prenderà la scena. Con Trapattoni allenatore, Vialli vince la Coppa Uefa nel 1993, ma è dalla stagione 94/95 che i bianconeri si esaltano
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- Lippi inventa un tridente in cui i suoi attaccanti non si risparmiano: Vialli segna (28 gol in due stagioni), si sacrifica, diventa leader della squadra e da capitano alza al cielo la Champions il 22 maggio 1996, coronando un’esperienza in bianconero in cui vince anche scudetto, Coppa Italia e Supercoppa (1995).
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- Questa volta lascia (dopo 4 anni, con 53 gol in 145 gare) con una vittoria nel torneo più importante, e dopo la Champions conquistata a Roma (in finale contro l’Ajax) si getta in una nuova avventura
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- Arriveranno poi anche Coppa di Lega (1998), Coppa delle Coppe (1998, la seconda per Vialli) e Supercoppa europea (1998), con Vialli che nel frattempo ha assunto il ruolo di giocatore-allenatore al posto di Gullit e, dal 1999, unicamente di allenatore
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- Il suo “bottino” da allenatore è di tutto rispetto: FA Cup, Coppa di lega, Charity Shield, Coppa delle Coppe e Supercoppa europea. La sua esperienza al Chelsea si chiude però con l’esonero nel settembre del 2000; a maggio del 2001 accetta la panchina del Watford, ma dopo una sola stagione, senza successi, abbandona la carriera da allenatore
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- È come se non avesse fatto altro prima di allora: le sue analisi sono sempre lucide e puntuali, la sua vena ironica emerge quando è il momento di sdrammatizzare, in coppia con l’amico Paolo Rossi forma un tandem unico su cui si fondano le fortune di tante produzioni Sky
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- Da “Attenti a quei due” agli studi di Champions, dai Mondiali del 2006 alle serate con la squadra di “talent” di Sky: Vialli diventa un compagno di viaggio per tanti italiani, impegnandosi nel frattempo anche nel sociale, con la “Fondazione Vialli-Mauro” ad esempio, con cui raccoglie fondi per la ricerca
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- Nel 2017 la scoperta della malattia, un tumore al pancreas che affronta con coraggio e serenità, definendolo anche in diverse interviste come un "compagno di viaggio". “La malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, essere anche un'opportunità. Non dico al punto di essere grato nei confronti del cancro, eh”, dice, raccontando la sua battaglia anche nel libro “Goals”, scritto nel 2018
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- Col Mancio si ricostruisce un gruppo di amici, con tanti ex sampdoriani nel “team”, e ancora una volta quel sentimento è l’ingrediente magico per la costruzione di un successo inaspettato. L’Italia trionfa all’Europeo nell’estate 2021, vincendo la finale contro l’Inghilterra a Wembley. Dopo la delusione di Wembley del 1992, con la Coppa dei Campioni sfumata, Vialli&Mancini possono abbracciarsi e piangere di nuovo insieme, ma questa volta di gioia
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- Il 14 dicembre l'annuncio della decisione di sospendere il suo impegno con la Nazionale: "L'obiettivo è quello di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia"