Pirma chiamata in Nazionale per Nicolò Cambiaghi e Hans Nicolussi Caviglia. Tanta emozione per i due: il centrocampista della Fiorentina ha paragonato il suo percorso a un film e ha parlato anche del suo amico e compagno di squadra Kean. Cambiaghi ha ricordato la sua trasferta da bambino a Berlino per la finale del 2006 e ha ringraziato Italiano per averlo aspettato durante l'infortunio.
Nicolussi Caviglia e il cinema
Da appassionato di cinema, il centrocampista della Fiorentina ha paragonato il suo percorso da giocatore a un film: "'2001: Odissea nello spazio'. Si passano anche momenti più difficili e si cerca all’interno di se stessi lo spiraglio per andare avanti". Le parole di Gattuso, che lo ha definito "l’orgoglio della Valle d’Aosta", le ha commentate così: "È un orgoglio enorme venire da una regione così piccola e riuscire ad arrivare fin qui. Lo ringrazio, è un onore. Provo tanto senso di responsabilità. Il sale della vita sono la curiosità e la volontà. Il mister ha messo il primo, io metterò il secondo".
Il rapporto con Kean
I due giocatori si sono ritrovati alla Fiorentina quest'estate ma si conoscono da quando sono piccoli, e Nicolussi-Caviglia è convinto che il compagno possa fare un ulteriore salto di qualità: “Abbiamo un rapporto unico, l’ho visto crescere. I giocatori non sono macchine, ci sono periodi differenti. Ognuno deve dare sempre il massimo. Moise può tirare fuori le sue qualità al meglio, ha tutto per fare il passo verso la leadership”.
L'azzurro nel cuore: il ricordo di Berlino 2006
Nicolò Cambiaghi ha cominciato la stagione in maniera ottima con un gol e due assist in sei partite, ed è stato premiato da Gattuso con la prima convocazione in Nazionale. L’esterno del Bologna non dimentica l’anno scorso, condizionato da un infortunio importante (la rottura del legamento crociato), che gli ha fatto saltare 28 partite: "Da febbraio sono entrato in maniera positiva, la squadra è stata al mio fianco. Ora mi sento bene", racconta. Nel suo bagaglio di ricordi c’è un tesoro prezioso: la trasferta di Berlino per la finale del 2006 da bambino, con il nonno e il padre al suo fianco. "È un ricordo che porterò sempre con me. Quella foto con mio padre allo stadio ogni tanto la guardo, era una delle prime partite che ho visto dal vivo. Ricordi vaghi ma che rimarranno sempre nel mio cuore".
Cambiaghi: "Grazie a Vincenzo Italiano"
L'attaccante deve molto all'allenatore del Bologna: "Mi ha voluto fortemente ed è stato molto paziente nell’aspettarmi. Sto riuscendo a mettere in campo le mie qualità con le sue idee innovative, adatte a giocatori di gamba". E dell’affetto dei tifosi azzurri ha parlato così: “Sono convinto che ci sarà sempre, mi auguro sia così perché abbiamo bisogno della loro spinta per raggiungere i nostri obiettivi".