Non solo Santi Cazorla, ecco i 10 recuperi più lunghi nella storia del calcio dopo un infortunio

Calcio
L'infortunio di Ronaldo nella finale d'andata della Coppa Italia 2000 contro la Lazio (foto LaPresse)

Il calciatore dell'Arsenal non è l'unico a patire una serie interminabile di problemi fisici: dal "Fenomeno" Ronaldo ai più recenti Thiago Alcantara e Giuseppe Rossi, da Redondo e Roberto Baggio fino a Van Basten. È c'è anche chi non ce l'ha fatta a recuperare e ha dovuto ritirarsi...

L'INFORTUNIO DI SANTI CAZORLA

Santi Cazorla sta vivendo un vero e proprio incubo. Lo spagnolo non vede il campo dal 19 ottobre 2016 dopo un Arsenal-Ludogorets di Champions League (finito 6-0 per i Gunners) ed è ancora in cura a Salamanca per tentare di ritornare a giocare dopo Natale. Il calvario però inizia molto prima, precisamente 4 anni fa, quando dopo un colpo ricevuto durante l’amichevole tra Spagna e Cile esce infortunato per la botta alla caviglia che gli continua a procurare dolore anche negli anni successivi. Nel 2015, poi, Cazorla viene sottoposto a un intervento chirurgico per la rottura del legamento esterno del ginocchio destro e un anno dopo, nel dicembre 2016, arriva la prima di 8 operazioni alla caviglia destra. A maggio scorso, infine, un'altra operazione che provoca addirittura un’infezione con il rischio di amputazione del piede. In un'intervista a Marca il calciatore spagnolo spiega: "È una gravissima operazione, mi aveva praticamente 'mangiato' 8 centimetri del tendine d'Achille. Il dottore mi disse che era già tanto se fossi ritornato a camminare in giardino con mio figlio". Il destino è così: beffardo. Una serie di infortuni che possono comprometterti la carriera e farti cadere nel baratro più profondo proprio quando il tuo percorso è ai massimi livelli. Ma la disavventura di Cazorla non è l'unica. Ecco 10 storie analoghe di calciatori che hanno vissuto mesi o addirittura anni da dimenticare e, in alcuni casi, hanno dovuto dire addio per sempre al calcio giocato.

Thiago Alcantara e il ginocchio destro maledetto

Classe da vendere, ma una carriera costellata da infortuni. Lo spagnolo del Bayern Monaco subisce la rottura parziale del legamento collaterale del ginocchio destro contro l'Hoffenheim il 29 marzo 2014 ed è costretto a operarsi. A maggio dello stesso anno ha nuova ricaduta e deve ritornare sotto i ferri. L'intervento gli fa saltare i Mondiali in Brasile. Vicino al rientro in campo nell'ottobre dello stesso anno, Alcantara si infortuna di nuovo, sempre al ginocchio destro: lesione parziale del legamento crociato mediale e nuova operazione. "Cosa posso dire? - aveva dichiarato lo spagnolo - In questo momento sono profondamente deluso e non posso che pensare 'Perché sempre io?'. In ogni caso non voglio rinunciare al calcio, mi batterò di nuovo". Oggi l'ex Barça è di nuovo in campo e, nonostante qualche infortunio di lieve entità, sembra aver superato il momento più buio della sua carriera.

Giuseppe Rossi, un talento 'troppo' fragile

26 ottobre 2011. Nel corso del match Liga giocato insieme al suo Villarreal contro il Real Madrid di Mourinho, Giuseppe Rossi subisce la rottura del crociato del ginocchio destro. Viene operato immediatamente e la prognosi è di sei mesi. Tutto sembra andare secondo i tempi, poi un'altra tegola: nell'aprile successivo il ginocchio fa di nuovo crack in allenamento e c'è bisogno di un nuovo intervento. Ad ottobre addirittura una terza operazione e i tempi si allungano sempre di più. Intanto il Villarreal passa dalle grandi platee della Champions League alla retrocessione in Segunda División. "Pepito" torna in campo il 19 maggio 2013 e intanto lascia il Villarreal per la Fiorentina, ma la sfortuna lo perseguita: il 5 gennaio 2014 subisce una nuova lesione legamentosa al ginocchio destro che lo tiene ai box fino al 30 aprile. In estate, quando sembra pronto a rientrare, si deve sottoporre a un nuovo intervento di pulizia cartilaginea per problemi di sovraccarico articolare e ritorna soltanto nel 2015. Rossi non trova più spazio tra i 'Viola' e torna di nuovo in Spagna al Celta Vigo. Lo scorso anno, però, l'ennesimo episodio nero della sua carriera: al 35' del match contro l'Eibar, "Pepito" deve uscire per un problema al ginocchio sinistro, che ha subito una torsione innaturale. Dai primi accertamenti purtroppo un'altra brutta notizia: rottura del crociato del ginocchio sinistro e nuova operazione. Oggi, a 30 anni, è ancora svincolato e in cerca di una squadra. La speranza è che, almeno negli ultimi anni della sua carriera costellata da infortuni, i conti con la sfortuna siano esauriti.

Daniele Galloppa, quattro infortuni seri in cinque anni

Il centrocampista ex Parma si infortuna per la prima volta nel 2010 durante un'amichevole nel precampionato contro lo Shakhtar Donetsk, un trauma distorsivo al ginocchio sinistro che lo costringe a restare lontano dai campi fino al gennaio 2011. Dopo qualche mese senza problemi, arriva il secondo stop il 21 ottobre 2012 durante Parma-Sampdoria. Questa volta l'infortunio è più grave: lesione allo stesso legamento crociato del ginocchio sinistro. E non è l'ultima nota negativa. Galloppa torna in squadra nell'estate del 2013, quando riprende la preparazione insieme a tutto il gruppo ma a luglio, in amichevole contro l'Olympique Marsiglia, il centrocampista si fa male nuovamente, stavolta all'altro ginocchio, quello destro, con il legamento crociato anteriore che cede all'improvviso. Galloppa salta tutta la stagione 2013-2014, ma non molla: rientra la stagione seguente, quella maledetta, perché marchiata dal fallimento del Parma che chiude la sua esperienza in gialloblù. Il centrocampista romano passa al Modena, ma contro il Cesena si rompe di nuovo il ginocchio destro. È il quarto infortunio in 5 anni di una carriera che gli ha dato anche soddisfazioni portandolo ad essere convocato in Nazionale da Marcello Lippi per ben due volte. Ora il centrocampista è alla Cremonese e vuole rimanere aggrappato al calcio professionistico. Galloppa, scuola Inter, non ha mai negato di sognare di giocare in nerazzurro: "Sarebbe stato il massimo andare all'Inter. Avevo avuto contatti con loro, però dopo la prima operazione al ginocchio sinistro, la mia carriera ha preso un'altra strada".

Owen Hargreaves e l'addio ai campi da calcio

L'ex centrocampista arriva al Manchester United nel 2007 dal Bayern Monaco. La sua carriera è in continua crescita: Hargraves è spesso titolare nei Red Devils e viene convocato nella Nazionale inglese dall'allora tecnico Fabio Capello. Nel 2008-09, dopo sole tre partite ufficiali con lo United, finisce ai box per problemi tendinei cronici a entrambe le ginocchia. Da qui inizia l'incubo: nonostante i numerosi tentativi di recupero e le operazioni sostenute in America, salta tutto il resto della stagione, viene costretto a una sola apparizione con la squadra delle riserve nell’anno successivo e gioca una sola partita (9 minuti in tutto) nel 2010-11. Nella stagione seguente si trasferisce all'altra sponda di Manchester, quella celeste del City, ma i problemi alle ginocchia continuano ad affliggerlo. Gioca una manciata di minuti in 4 partite (157’) nella stagione 2011-2012. Poi arriva la decisione: Hargreaves si ritira nel 2012 a 'soli' 31 anni.

Fernando Redondo, l'ex Blancos che non riuscì a stupire al Milan

Il centrocampista argentino è uno degli acquisti più importanti dell'estate rossonera del 2000. Dopo pochi mesi dal suo arrivo al Milan, il 19 agosto l'ex stella del Real Madrid si infortuna al legamento crociato anteriore del ginocchio destro in allenamento. Un trauma che lo costringe a sottoporsi a tre operazioni chirurgiche: la prima il 2 ottobre 2001 (con asportazione parziale del tendine rotuleo), la seconda nel gennaio 2002 a Buenos Aires (ricostruzione del tendine rotuleo affetto da tenosinovite cronica) e la terza, seppur dopo il suo ritiro, nel giugno 2011 a Madrid (pulizia del tendine rotuleo). Indossa per la prima volta la maglia del Milan in una partita ufficiale dopo due anni e mezzo di stop nella stagione 2002-2003 ma nel 2004 annuncia il ritiro dopo una ricaduta, l'ennesima, al ginocchio.

Il "Fenomeno" Ronaldo Luís Nazário de Lima

Due Palloni D'oro, tre FIFA World Player e nella classifica FIFA dei migliori calciatori viventi. Riconoscimenti importanti di una carriera che parla da sola. Ronaldo, il "Fenomeno", è uno spettacolo quando scende in campo: salta gli avversari con finte incredibili, segna gol bellissimi e incanta gli stadi. Il 21 novembre 1999, all’inizio della sua terza stagione all’Inter, inizia però il suo periodo negativo. L'attaccante brasiliano si procura una lesione al tendine rotuleo del ginocchio destro e rientra solo il 12 aprile 2000. È la partita di andata della finale di Coppa Italia contro la Lazio. Il "Fenomeno" dopo appena 6 minuti di gioco si infortuna nuovamente, piange in campo, e questa volta il tendine rotuleo colpito in precedenza si rompe del tutto. Viene operato a Parigi dal professor Gerard Saillant e rimane ai box per più di un anno. Otto anni dopo (13 febbraio 2008) un altro grave infortunio. Sbarcato al Milan, subisce la rottura del tendine rotuleo del ginocchio sinistro in un Milan-Livorno di campionato e finisce nuovamente sotto i ferri di Saillant. A fine stagione scade il contratto con i rossoneri e prosegue il recupero con il Flamengo, tornando in campo dopo 13 mesi di assenza (4 marzo 2009) con la maglia del Corinthians.

Sebastian Deisler, una carriera conclusa a 27 anni

Nel 1999, appena diciannovenne e in rampa di lancio per entrare nel mondo del professionismo tra Borussia Moechengladbach e Hertha Berlino, il centrocampista tedesco soffre la rottura del legamento crociato del ginocchio destro. Poco dopo essere rientrato, viene fermato da un nuovo infortunio nell’ottobre del 2001 (rottura della membrana sinoviale del ginocchio destro) e deve saltare l’intera stagione. A maggio si sottopone a una seconda operazione prima del trasferimento al Bayern Monaco. Quella che si prospetta come l’opportunità della vita e della carriera si trasforma però in un lungo calvario. Deisler gioca solamente 62 partite di campionato in quattro stagioni e mezza con i bavaresi, soffrendo continui problemi alle ginocchia e una nuova rottura della membrana sinoviale nel marzo del 2006. Lontano dai campi di gioco e piombato nella depressione più profonda, lascia il calcio nel 2007 ancora giovane, a soli 27 anni.

Pierluigi Casiraghi e l'esperienza inglese da dimenticare

Una carriera ad alti livelli con Juve prima e Lazio poi, prima del passaggio in Inghilterra. 'Gigi' Casiraghi ricorderà a lungo l'8 novembre 1998: poco dopo aver lasciato la Lazio per trasferirsi al Chelsea, durante uno scontro con il portiere del West Ham, l'attaccante subisce la frattura del ginocchio destro. Casiraghi si sottopone a 10 interventi chirurgici ma, nonostante le cure degli ortopedici più importanti del mondo, non riesce a recuperare e deve annunciare l’addio al calcio professionistico nell’estate del 2000, a soli 31 anni.

Marco Van Basten e i continui problemi alla caviglia

Tre Palloni D'oro, un FIFA World Player nel 1992 e in 9^ posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata da World Soccer. Il "Cigno" di Ultrecht è uno dei giocatori più forti di fine anni '80 e inizo anni '90, leader dell'attacco dell'Olanda e del Milan di Sacchi insieme a Rijkaard e Gullit. Quando era ancora all'Ajax nel dicembre del 1986, però, si infortuna alla caviglia destra dopo un contrasto con un avversario: si fa operare in Svizzera e resta ai box per tre mesi. Nel 1987, quando è già rossonero, Van Basten inizia a soffrire per problemi alla cartilagine della caviglia sinistra e si deve fermare per altri 6 mesi. All’inizio della stagione 1989-90 è invece il ginocchio a dargli problemi e viene operato al menisco e costretto a uno stop di due mesi. Nel dicembre del 1992 è poi di nuovo il turno della caviglia e l'attaccante si opera nuovamente in Svizzera: resta fermo 4 mesi, allungando i tempi di recupero di alcune settimane rispetto a quanto previsto. I conti con la caviglia non sono però terminati e nel giugno 1993 torna sotto i ferri per un quarto intervento. Van Basten cerca di recuperare invano per due anni, poi annuncia il ritiro a soli 30 anni nel 1995.

Il calvario di Roberto Baggio

Il Pallone D'Oro 1993 si infortuna gravemente al ginocchio destro il 5 maggio 1985 (appena 18enne) durante la sua esperienza a Vicenza, subendo la rottura del menisco e del legamento del crociato anteriore. Rimane ai box fino al febbraio del 1986, quando torna in campo al Torneo di Viareggio dopo essere passato alla Fiorentina. Il 28 settembre 1986, a una settimana dall’esordio in Serie A, soffre un’altra lesione al menisco del ginocchio destro che lo costringe a una nuova operazione e a rimanere fermo quasi fino al termine della stagione. Passato alla Juventus, il 27 novembre 1994, Baggio subisce una lesione tendinea al ginocchio destro e rientra dopo 5 mesi di stop, l'8 marzo 1995. Con il Brescia, a inizio 2002, l'attaccante si procura la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro con lesione del menisco contro il Parma. Riesce miracolosamente a tornare in campo dopo soli 77 giorni dall'operazione, effettuata il 4 febbraio 2002, appena in tempo per salvare il Brescia dalla retrocessione. È disponibile per essere convocato ai Mondiali di Corea del Sud e Giappone, ma Trapattoni non lo convoca. Una delusione grande per Baggio, che si ritira nel 2004 tra mille problemi fisici. "Durante la mia esperienza nel Brescia, finita la partita, per due giorni faticavo a camminare - raccontò in un'intervista -. Quando tornavo a casa non riuscivo a scendere dall’auto, dovevo prima far uscire una gamba, appoggiarmi alla portiera e poi tirarmi su. E la domenica successiva giocavo. Imbottito di Aulin, ma giocavo".