Siamo andati a Stoccolma a parlare di Svezia-Italia con chi conosce bene entrambe le realtà: Tomas Brolin, che oggi gira il mondo giocando a poker, ma è stato un protagonista del Parma negli anni 90'. Chi meglio di lui può raccontarci quali sono i pericoli della squadra del Ct Jan Andersson? Ecco l'intervista realizzata da Francesco Cosatti
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STOCCOLMA - Incontriamo Tomas Brolin nella sede della federazione svedese di calcio. Dalla finestra si vede vicino, vicinissimo il nuovo stadio di Stoccolma. La Friends Arena, dove si giocherà Svezia-Italia. In realtà siamo a Solna, periferia della città. E’ stato lo stesso Brolin a darci appuntamento qua. Conosce gli addetti e il palazzo. Qua si muove come a casa. Son le 4 di pomeriggio e il sole, già bassissimo, e praticamente inizia a fare già buio. “Non il periodo migliore per vedere Stoccolma” ci racconta, lui che ha la sua base qua, ma vive in giro per il mondo. Brolin gioca ancora a poker. Ha cambiato da poco la sua scuderia e si sposta per un torneo e l’altro. Senza dimenticare il calcio e l’Italia che gli è rimasta nel cuore. Quando torna due o tre volte all’anno, si divide tra Parma, Roma e la Toscana. Venerdì sarà in tribuna a seguire la partita. Ma prima passerà nell’hotel della nazionale azzurra. Ha tanti amici da salutare.
Tomas, ti aspettavi questo cammino dalla Svezia?
"Nel girone di qualificazioni mondiali questa squadra ci ha fatto sorprendere: il nuovo ct Jan Andersson ha gestito una nazionale senza Zlatan e persino noi che seguiamo il calcio svedese ci eravamo un po' rassegnati. Avevamo pensato: 'Lasciamo stare, giocheranno per arrivare pronti agli Europei 2020...' invece hanno fatto belle cose nel girone, dimostrando di essere un vero gruppo: corrono tanto e si vede anche che giocano con allegria, che è molto importante per ottenere risultati".
C’è un giocatore della Svezia che ti assomiglia o che ti ricorda come movimenti?
"Ce n'è uno che mi piace tanto: Emil Forsberg, il centrocampista: lui vede il gioco molto bene, tecnicamente è fortissimo e ha una bella storia che mi vede coinvolto perché suo padre ed io giocavamo insieme in Serie A nell’87’. L’ho visto crescere e lui sta facendo bene in Nazionale".
Ma secondo te sarà la Svezia ad andare ai Mondiali?
"L’Italia è favorita, però credo che questa Svezia può fare un po’ di paura agli azzurri: loro sono veloci e pericolosi, tecnicamente sono forti, abbiamo una bella difesa con Lindelof e Granqvist: il primo è abbastanza veloce, Granqvist un po’ meno, ma ha una grande esperienza e sa dove mettersi".
In porta c’è Gigi Buffon, che tu conosci avendoci giocato insieme...
"Lui ha fatto una grande carriera, è ancora in gamba, una settimana fa ha ricevuto il premio per il miglior portiere del mondo e adesso viene a Stoccolma cercando di fare una bella figura. Mi piacerebbe incontrarlo, cercherò di andare a trovarlo all’hotel… ma spero che la Svezia possa fargli qualche gol!".
Con Buffon hai condiviso la stagione della Coppa Uefa 1994/95...
"Eravamo giovani e curiosi, ricordo con grande piacere quel bel tempo della storia del calcio del Parma, quando siamo andati a Wembley... I tifosi gialloblù meritano di rivivere quelle emozioni, hanno vinto in Serie D, in C e ora sono in B. Tutti sperano che vengano promossi subito, ma se non dovesse succedere sarà per il prossimo anno. Sono lì, in alto… io mi auguro che già in questa stagione riescano a salire in Serie A".
Tornando su Svezia-Italia, come vedi la partita di Stoccolma?
"La Svezia deve fare uno-due gol in casa, però è anche importante che l’Italia non faccia gol: uno 0-0 può andare bene, ma non credo che il ct Andersson si difenda in casa. A Stoccolma la Svezia vorrà fare la partita".