Robinho: "Ibra arrogante e vincente. Al City gli inglesi uscivano più di me, ma venivo beccato sempre io"

Calcio
Robinho (Getty)

Robinho a 360 gradi sulla sua esperienza in Europa: "Ibra? Arrogante e vincente, tutto quello che un attaccante deve essere. Io festaiolo? Al City gli inglesi uscivano sempre, ma venivo beccato sempre io. Russia 2018? Sarei al settimo cielo"

AMARCORD ROBINHO. TALENTO, ERRORI E ORRORI IN ROSSONERO

Robinho si lascia andare in una lunga intervista al Daily Mail. Il brasiliano ripercorre senza peli sulla lunga tanti passaggi della sua carriera: dal Santos al Real Madrid, dal City al Milan di Ibrahimovic. Sbarca in Europa all’età di 21 anni, quando eredita la maglia numero 10 del Real Madrid, quella indossata da Luis Figo. Il brasiliano è stato comprato per 30 milioni di Euro dal Santos. Nel 2005-2006, sua prima stagione in Spagna, chiude con 51 presenze e 12 gol. L’anno successivo Fabio Capello non lo utilizza con continuità, complice la presenza di tanti campioni, ma risulta comunque decisivo per arrivare al titolo in Liga. 

Dopo il Real arriva il trasferimento al City, nel 2008. Qui conosce il proprietario Mansour: "Ho parlato un paio di volte con lui. Mi disse che voleva fare di tutto per portare da noi Messi e Kakà. Kakà è stato molto vicino, ma Messi era inarrivabile, io credevo nel progetto comunque. Lui voleva fare la formazione migliore del mondo e guardiamoli ora: possono giocarsela con tutte, hanno anche Guardiola che è il migliore di tutti”. Un altro passaggio della sua intervista è dedicato a quel periodo e a quella fama di "festaiolo" che si era conquistato in Inghilterra. Robinho non nega, anzi: "Manchester mi è piaciuta: la squadra, i ristoranti…ma non dimentichiamo le discoteche. Avevo la fama di uno che fa sempre festa. In realtà gli inglesi uscivano più di noi brasiliani. Hart, Richards e Wright-Phillips uscivano sempre, solo che quando uscivamo noi brasiliani ci beccavano sempre".

Poi, nel gennaio 2010 passa in prestito al Santos e in sei mesi vince tutto: Coppa del Brasile e Campionato Paulista, con un totale di 11 gol in 23 presenze. Torna in Inghilterra in cerca di una nuova squadra e all'ultimo giorno di mercato ecco l'occasione: la chiamata del Milan. Robinho, inoltre, svela un particolare interessante su quel trasferimento: "Ibra diceva che era stato lui a convincere i dirigenti del Milan a prendermi. Mi diceva: ‘Sei qui per merito mio’. Sì, lui è arrogante, ma in senso buono. È solo fiducia e fiducia nel suo talento. Per me è tutto quello che un attaccante deve essere: uno showman e un vincente". E il brasiliano racconta anche un episodio riguardo Zlatan Ibrahimovic avvenuto a Milanello: "Una volta ha sfidato Gattuso in un incontro di ju-jitsu. Chi ha vinto? Ibra, Ibra vince sempre".

Robinho non ha perso le speraze per Russia 2018, anche se sa quanto sia difficile ottenere una convocazione: "Se Tite mi chiamasse sarei al settimo cielo. Dobbiamo rimettere le cose in ordine, il 7-1 con la Germania è stata la peggior sconfitta della storia del Brasile". Con i verdeoro Robinho ha vinto due Confederations Cup (2005 e 2009) e una Coppa America (2007). Robinho è tornato in nazionale nel 2017, ma per una sola occasione: l'amichevole con la Colombia giocata a Rio De Janeiro a gennaio. Prima di quella gara, la convocazione mancava dall'estate 2015. Una tiepida speranza rimane...