Da Lotito a Sensi, ora De Laurentiis: i "proprietari multipli" nascono alla fine degli anni '90

Calcio

Il Bari ripartirà da Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli: le proprietà multiple, negli anni, hanno portato sempre buoni risultati

BARI: DE LAURENTIIS E' IL NUOVO PROPRIETARIO

Cambiando l'ordine, economico e societario, del proprietario, i risultati possono cambiare. E' quello che sperano i tifosi del Bari col nuovo corso De Laurentiis: tornare, dopo anni di chiaroscuri sportivi e fallimenti, ai fasti dell'era Matarrese. Poco importa se il nuovo patron ha già un'altra società, in serie A per giunta. Nell'operazione binaria fra due squadre, la somma di investimenti, organizzazione dirigenziale e prestiti di giocatori dalla società di categoria superiore, possono migliorare i risultati di quella nelle categorie inferiori.

Claudio Lotito (Lazio e Salernitana)

Per il nuovo proprietario del Bari, un modello riuscito da cui trarre ispirazione potrebbe essere quello di Claudio Lotito. Dal 2004 saldamente alla guida della Lazio, nel 2011 salva anche la Salernitana, precipitata i dilettanti. In appena 4 anni la nuova proprietà riesce a riportare i granata in Serie B.

Luciano Gaucci (Perugia, Viterbese, Sambenedettese e Catania)

La storia delle multiproprietà nel calcio italiano ha origine fra la fine degli anni '90 ed il nuovo millennio. In principio fu Luciano Gaucci, patron del Perugia a lanciarsi nell'acquisizione di società in categorie inferiori. Comincia rilevando la Viterbese, portandola alla promozione in C1 ed alla ribalta delle cronache tesserando la prima allenatrice del calcio italiano, Carolina Morace. Esperimento tanto rivoluzionario, quanto fugace, in quanto disaccordi fra i due portarono ad un clamoroso dopo solo due giornate. Nel 2000 la Viterbese viene ceduta per dar vita ad una triplice proprietà: oltre al Perugia, Gaucci fu fino al 2004 contemporaneamente patron di Sambenedettese e Catania. Porta i marchigiani in due anni dalla serie D alla C1; ed i siciliani in Serie B per poi cederli a Pulvirenti.

Franco Sensi (Roma, Nizza, Foggia e Palermo)

Franco Sensi, arricchì il suo quindicennio alla guida dei giallorossi con vari esperimenti come patron di società satellite. Dalla breve parentesi di Foggia a quella più duratura d’oltralpe ai vertici del Nizza. Nel 2000 acquisisce il Palermo, portandolo dalla C alla B, per poi cederlo nel 2002 a Maurizio Zamparini che aveva appena venduto il Venezia.

Giampaolo Pozzo (Udinese, Granada e Watford)

Nel tempo il sistema della multiproprietà si è evoluto dando vita a vere e proprie multinazionali del calcio. Esempio massimo è la holding di Giampaolo Pozzo per anni al comando di un intreccio sportivo fra Italia, Spagna e Inghilterra. Vertice inscalfibile del triangolo internazionale è da più di trent’anni la sua Udinese. Dal 1986, la proprietà più longeva del calcio italiano ha portato i friulani alla vittoria di un Intertoto ed ai gironi di Champions League nel 2005. Nel 2009 internazionalizza il brand, prendendo il Granada in Tercera Divisìon e portandolo in due anni con un doppio salto in quella Liga che agli andalusi mancava da 25 anni. La corona della famiglia Pozzo si arricchisce di una terza perla nel 2012, quando acquistano il Watford, conquistando 3 anni dopo l’accesso alla Premier League. Il ménage à trois dura 4 anni, finchè nel 2016 i Pozzo vendono il Granada per concentrare gli sforzi su Hornets e Zebre.

Storicamente l’addizione di varie società a carico di un unico proprietario ha portato buoni risultati, soprattutto alla società nella lega minore…che sia di buon auspicio per la rinascita del Bari?