L’allenatore portoghese, arrivato in Cina nel novembre scorso, dice addio al Tianjin Quanjian. Si tratta di una decisione presa di comune accordo. Troppo deludenti i risultati da una parte – con il club che lotta per non retrocedere – e tanta la voglia di tornare nel calcio che conta dall’altra
L’avventura cinese di Paulo Sousa è terminata. Non nel migliore dei modi, anche se la separazione con il Tianjin Quanjian è stata presa di comune accordo. Questione di punti, pochi. Questione, probabilmente, anche di motivazioni, con l’allenatore portoghese che potrebbe presto tornare su una panchina nel cacio che conta. Si era parlato di lui come possibile sostituto di Di Francesco alla guida della Roma. Poi la riscossa dei giallorossi che, a suon di gol e vittorie, sembrano essere usciti dal tunnel buio della crisi. Ma chissà che qualcosa non possa cambiare, tanto nella capitale quanto in altri posti. La stagione è ancora lunga e qualche occasione potrebbe presto crearsi per l’ex allenatore della Fiorentina. Che, in Italia, ha lasciato un ricordo agrodolce. La cavalcata in viola fino al primo posto in classifica nella primissima parte della sua avventura. Poi un girone di ritorno complicato, caratterizzato dai risultati negativi e dalle divergenze con la società. Infine una stagione 2016-2017 da dimenticare, con l’ottavo posto in classifica, la mancata qualificazioni alle coppe europee e l’addio.
La sua avventura cinese
Sousa, poi, decise di cambiare. Continente, paese, città. Tutto. Nel novembre del 2017 è stato presentato come nuovo allenatore del Tianjin, che Cannavaro aveva portato al terzo posto e alla qualificazione nella Asian Champions League prime di firmare con i campioni in carica del Guangzhou Evergrande. Anche qui l’inizio del portoghese è dei migliori, i suoi ragazzi raggiungono i quarti di finale della competizione, poi tutto si complica. I tre pilastri della squadra spariscono. Da una parte Witsel decide di accettare l’offerta del Borussia Dortmund e di tornare nel calcio che conta, dall’altra un Pato mai entrato nella condizione ottimale per fare la differenza e che non segna dallo scorso agosto. Nel mezzo la tentata fuga del francese Modeste, che sta facendo di tutto per rescindere il suo contratto. Di qui la crisi di risultati che ha portato all’esonero: una sola vittoria nelle ultime dieci partite di campionato e tredicesimo posto in classifica a soli cinque punti di vantaggio dalla zona retrocessione. Come se non bastasse, l’ultimo mese è stato da incubo. Tre sconfitte consecutive, compreso il 3-0 subito in casa dallo Chongqing Lifan, altra squadra in lotta per non retrocedere. Insomma, dirsi addio per ritrovare punti da una parte e per tornare nel calcio che conta dall’altra. Una decisione che potrebbe accontentare tutti.