Van der Vaart: "Ibrahimovic voleva spezzarmi le gambe, non siamo mai andati d'accordo"

Calcio

Dopo aver annunciato l’addio al calcio a soli 35 anni, l’ex centrocampista olandese ha rivelato alcuni particolari aneddoti legati alla sua carriera, con particolare riferimento all’attaccante con il quale ha condiviso l’esperienza all’Ajax: "Con Zlatan le cose non sono andate benissimo, ma meglio avere in squadra gente come lui…"

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Una carriera che probabilmente avrebbe potuto regalargli qualcosa in più, ma per Rafael van der Vaart nessun rimpianto. Dopo aver annunciato il ritiro dal calcio giocato ad appena 35 anni, l’ex centrocampista – tra le altre – di Real Madrid, Amburgo e Tottenham ha rivelato alcuni particolari aneddoti che lo riguardano. Uno, in particolare, relativo al rapporto con Zlatan Ibrahimovic, compagno di squadra ai tempi dell’Ajax. Feeling mai nato tra i due, come raccontato dallo stesso van der Vaart nel corso di una lunga intervista concessa a Four Four Two. "Ai tempi dell’Ajax – ha raccontato l’olandese - Ibra ha minacciato di spezzarmi le gambe. Proprio così, ma c’è anche da dire che è una cosa che faceva con tutti. Tra noi due le cose non sono mai andate benissimo, ma, anche se si litigava, è meglio avere in squadra gente che ti dice le cose in faccia come faceva lui, adesso me ne rendo conto. Non abbiamo avuto nessuna discussione particolare, l’unica cosa è che io e lui non siamo mai andati troppo d’accordo".

L’esperienza al Real

Van der Vaart ha poi parlato dell’esperienza del Real Madrid, da molti giudicata non positivamente: "Io a Madrid sono stato molto bene – ha aggiunto -, anche se era complicato andare da qualche parte senza essere notato. In ogni caso è bello quando i tifosi ti cercano, io non mi tiro indietro: se non vuoi vivere in questo modo, allora non fare il calciatore professionista. Per quanto riguarda la parte sportiva, Juande Ramos giocava in un modo che io non associavo al Real Madrid e che non si adattava al mio stile. Così mi lasciava in panchina. Dopo è arrivato Pellegrini e mi ha detto che sarei stato la quinta scelta, dopo Guti, Kakà, Granero e Raul. La gente può anche dire che ho fallito, ma se si guardano le mie statistiche al Real si può vedere che ho giocato abbastanza e ho anche segnato qualche gol. Quella di Madrid è un’esperienza che ricorderò sempre con affetto”.