Al fuoriclasse portoghese potrebbe essere presto intitolato lo stadio dello Sporting Lisbona, club in cui è cresciuto prima di andare allo United e diventare CR7: l’indiscrezione arriva dal quotidiano O Jogo
Lo Sporting Lisbona potrebbe presto aggiungere una sigla al nome del suo stadio, il Josè Alvalade. Due lettere, la “C” e la “R”, come le iniziali di un fenomeno cresciuto con la maglia del club biancoverde, e quel numero, il 7, diventato una sentenza per tante squadre in giro per l'Europa. A Cristiano Ronaldo verrà davvero intitolato l’impianto di Lisbona? L’indiscrezione arriva dal quotidiano portoghese O Jogo, secondo cui la società presieduta da Frederico Varandas starebbe cercando di vendere i “naming rights” del suo stadio. Tra le tante ipotesi in piedi sta prendendo corpo quella di affiancare CR7 al nome attuale, Josè Alvalade. Oggi lo stadio porta il nome di uno degli storici fondatori del club, ma presto potrebbe avere anche quello di un illustre talento svezzato e poi consegnato nelle sapienti mani di Alex Ferguson nell’estate 2003. Il brand CR7 è ormai riconosciuto a livello planetario e la Juventus lo sa bene: con quella sigla “magica” associata all’Estadio Alvalade il club potrebbe accrescere il suo valore nei mercati asiatici, in particolare in Cina. Per questo, scrive O Jogo, l’accordo potrebbe anche essere chiuso senza contropartite per lo Sporting.
Ferguson e il colpo di fulmine
Cristiano Ronaldo non ha mai giocato un match ufficiale all’Alvalade, che però inaugurò una notte di agosto del 2003. Un’amichevole di lusso tra lo Sporting e il Manchester United di Ferguson. Il “ragazzo” fece impazzire John O’Shea con dribbling e accelerazioni, convincendo “The Boss” a portarlo da subito all’Old Trafford. Aveva appena compiuto 18 anni e doveva ancora diventare CR7. Quell’unico match giocato all’Alvalade gli ha cambiato la vita e adesso il suo nome potrebbe essere legato per sempre a quello dell’impianto che l’ha fatto conoscere al grande calcio.