I Los Angeles Galaxy licenziano Katai a causa dei post razzisti della moglie

Calcio

Il centrocampista serbo è stato licenziato dal suo club a causa di 'post razzisti e violenti' pubblicati dalla moglie. Katai ha provato invano a scusarsi, ma è arrivata ugualmente la risoluzione del contratto dopo le pressioni della MLS

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Le proteste contro il razzismo scatenate dalla morte di George Floyd, afroamericano ucciso a Minneapolis da un agente di polizia, continuano in tutto il mondo e vedono coinvolti un numero sempre maggiore di personaggi dello sport. In diversi, tra i quali anche molti calciatori, si sono uniti idealmente al movimento attivista Black Lives Matter ("Le vite dei neri contano"), che da anni protesta contro le discriminazioni razziali, sia con gesti compiuti in campo sia partecipando fisicamente o sui social alle manifestazioni di questi giorni. Con l'implicita approvazione delle stesse società di calcio, che hanno amplificato attraverso i propri canali social i gesti dei loro tesserati e stanno condannando quotidianamente ogni forma di discriminazione razziale. Arrivando, di fronte a situazioni controverse, anche a decisioni abbastanza drastiche. E' il caso dei Los Angeles Galaxy, che hanno deciso di licenziare un proprio calciatore a causa di alcuni post social considearati 'razzisti e violenti' pubblicati dalla moglie. Il protagonista, a suo modo involontario, è il serbo Aleksandar Katai, rimasto (tra molte virgolette) vittima dell'idiozia da tastiera della compagna, Tea Katai, autrice di una serie di commenti razzisti e di istigazione alla violenza nei confronti delle persone di colore. Prima ha incitato i poliziotti ad "ammazzare quelle m...", in riferimento ai manifestanti di questi giorni, poi ha ironizzato sulle scene dei saccheggi utilizzando la didascalia "Black Nike Matters".

E' stato lo stesso club californiano a comunicare la risoluzione del contratto con il centrocampista classe 1991, con la motivazione di essere "fermamente contrario al razzismo di qualsiasi tipo, incluso quello che suggerisce la violenza o cerca di sminuire gli sforzi di coloro che perseguono l'uguaglianza razziale". Katai si è prontamente scusato, definendo i post 'inaccettabili' e aggiungendo di assumersi tutte le responsabilità per un errore della sua famiglia".